Gorizia: Collio UNESCO? Legambiente porta l’attenzione sul degrado del territorio.

A dispetto della grande enfasi data alla candidatura del Collio quale patrimonio UNESCO, Legambiente porta l’attenzione sul degrado del territorio. Dopo le già denunciata devastazione sul colle di Pubrida per realizzare un vigneto, ecco che da alcuni giorni a pochi passi dal Santuario della Madonna del Preval svetta imponente un alto pilone per la telefonia mobile. Nel totale dispregio dei valori paesaggistici di quello che si vorrebbe candidare quale sito patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO, l’infrastruttura è realizzata in metallo pienamente riflettente e visibile a chilometri di distanza. Nessuna mimetizzazione, nemmeno un labile tentativo, come invece si è fatto ad esempio sul Carso – senza rinunciare alla tecnologia – con le antenne camuffate da pini, con esiti non sempre positivi, ma almeno ci hanno provato. Ci si chiede come tutto ciò sia possibile! Questo anche in dispregio alle norme di tutela e valorizzazione del Piano paesaggistico regionale, che proprio per l’area del Collio stabilisce che la localizzazione delle strutture delle reti tecnologiche vada fatta nel rispetto delle visuali d’interesse panoramico, evitando il più possibile interferenze con elementi architettonici e paesistici di pregio, valutando possibili localizzazioni alternative nel caso di attraversamenti di zone di particolare sensibilità e pregio paesaggistico-ambientale. Inspiegabile dunque la presenza di questa antenna per altro a soli 50 metri da una simile già esistente! Ma non è il solo elemento critico. Legambiente già nel 2017 aveva lanciato l’allarme sul degrado delle ciclabili del Preval con una lettera indirizzata a Regione, UTI e Comuni. Un’importante opera realizzata dalla Provincia di Gorizia con un investimento di quasi 4 milioni di euro oggi totalmente in abbandono. Un vero e proprio scandalo, perché si continuano a progettare nuovi itinerari sul territorio e nel frattempo un’estesa rete che dovrebbe essere a servizio del turismo, e della mobilità sostenibile si sta disfacendo nel totale disinteresse. Le fotografie parlano da sole. Staccionate divelte, viti ed elementi metallici taglienti esposti, cestini pieni di rifiuti, tavoli e panchine che si stanno disgregando. Ma è veramente questo il biglietto da visita che vogliamo offrire ai turisti? Come possiamo parlare di ulteriore sviluppo turistico se non siamo in grado di mantenere quello che già abbiamo? Vista la frammentazione dell’infrastruttura su diversi Comuni, sarebbe fondamentale che fosse la Regione a prenderla in carico con un urgente piano di prima messa in sicurezza e manutenzione straordinaria.