Grande affluenza per i documentari sulle dolomiti Unesco a Cinemazero
Grande successo di pubblico per la proiezione, andata in scena la sera di lunedì 29 novembre nella sala grande di Cinemazero a Pordenone, dei primi due documentari della serie che Ivo Pecile e Marco Virgilio stanno realizzando per la Fondazione Dolomiti UNESCO. L’evento è stato organizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Sezione di Pordenone del Club Alpino Italiano. I due documentari proiettati riguardano il Parco delle Dolomiti Friulane e il Parco Paneveggio – Pale di San Martino.
CONOSCERE PER PROTEGGERE. “Le Dolomiti sono un contesto molto noto” ha premesso la direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO, Mara Nemela. “Quello che però la Fondazione vorrebbe, attraverso questo progetto, è far conoscere le Dolomiti che non tutti hanno già visto, i Parchi e le peculiarità paesaggistiche che magari il grande pubblico e i frequentatori della montagna non hanno ancora incontrato. Più si entra in contatto con tali aspetti e più si tende ad avere a cuore questo territorio meraviglioso, rendendo più facile prendersene cura e impegnarsi per il mantenimento dell’integrità di questo splendido contesto”.
PAESAGGIO, GEOLOGIA ED EMOZIONI. “I documentari sono stati costruiti e pensati per mettere in risalto gli aspetti paesaggistici e geologici delle Dolomiti” ha spiegato Marco Virgilio. “Ci siamo concentrati sui Parchi naturali delle aree dolomitiche: è una serie di ben dieci documentari che concluderemo entro il prossimo anno. Molto interessante, per esempio, è stato notare l’aumento dei turisti che vogliono scoprire le emergenze geologiche di queste zone”.
“Abbiamo cercato di mettere emozione in questo lavoro: la meraviglia e lo stupire che inevitabilmente accompagnano chiunque si avvicini a quelle montagne, che non a caso sono considerate tra le più belle al mondo” ha aggiunto Ivo Pecile. “Inquadrature, riprese e scelta delle musiche vogliono cercare di restituire allo spettatore la magia dei monti pallidi”.
CRISI CLIMATICA. Dopo la proiezione dei documentari, la serata è proseguita con un incontro-dibattito sugli effetti che il cambiamento climatico ha sull’ambiente dolomitico. “Il fattore principale di rischio” ha spiegato Filippo Giorgi, fisico dell’International Centre for Theoretical Physics di Trieste, “è l’aumento di fenomeni meteorologici estremi che ci aspettiamo con il riscaldamento globale: un’atmosfera più calda ha più energia e più vapore acqueo, quindi la pioggia e i fenomeni alluvionali tendono a essere più intensi. Come la tempesta Vaia, un evento completamente eccezionale in cui il riscaldamento globale ha influito perché le alte temperature del Mediterraneo hanno contribuito a rinforzarla”.
“In più” ha proseguito il fisico “ci aspettiamo l’aumento di ondate di calore, temperature molto alte sempre più protratte nel tempo. Questi due fenomeni insieme possono modificare gli ecosistemi delle Dolomiti. A ciò aggiungiamo lo scioglimento dei ghiacciai, cosa che sta avvenendo in tutte le Alpi. Dal 60 al 90% dei ghiacciai alpini potrebbero scomparire entro la fine del secolo, anche nello scenario più ottimistico. Le Alpi potrebbero cambiare molto da qui a qualche decina di anni” è il monito di Giorgi.