Gruppo Patto per l’Autonomia-Civica Fvg chiede anche una gestione totalmente pubblica dell’acqua in tutta la Regione

“Il percorso verso l’aggregazione dei soggetti gestori del servizio idrico integrato è necessario, ma deve essere fatto nel modo corretto”. Questa la posizione espressa dal Capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica FVG Massimo Moretuzzo in occasione delle audizioni odierne in IV Commissione consiliare sul DDL 19. “Nel disegno di legge presentato dall’Assessore Scoccimarro”, prosegue Moretuzzo, “che pure va nella giusta direzione, c’è un non detto che invece è bene venga esplicitato: fra i soggetti pubblici che gestiscono l’acqua in Friuli-Venezia Giulia, ce n’è uno che si trova in difficoltà e che deve essere aiutato. È bene quindi che chi ha determinato questa situazione, e quindi il Sindaco del Comune di Pordenone e la sua parte politica – che casualmente è la stessa dell’Assessore che propone la norma che più o meno indirettamente punta ad aiutare i Comuni in difficoltà – se ne assuma fino in fondo la responsabilità.”

Il Consigliere Marco Putto aggiunge: “In questo disegno di legge c’è un aspetto poco chiaro, che viene descritto come condizione tecnicamente inevitabile ma che, in realtà, riguarda valutazioni di tipo squisitamente politico: voler incentivare percorsi di fusione esclusivamente attraverso l’incorporazione significa voler condizionare l’autonomia dei Comuni (unici veri “proprietari” delle infrastrutture idriche in quanto soci delle società partecipate pubbliche) nelle scelte di gestione dei servizi e privilegiare percorsi in cui la società più grande si “mangia” quella più piccola, anche senza badare alla contiguità territoriale. La giunta regionale si assuma la responsabilità politica di dire che ha già deciso che il gestore idrico pordenonese Hydrogea dovrà essere assorbito da quello udinese CAFC, e non dall’altro gestore pordenonese LTA, e che solo dopo si potrà giungere al gestore unico regionale, sulla base di valutazioni prettamente politiche e non di buona gestione del servizio. Oltre a tutto ciò, ho ripetutamente richiesto, senza ottenere risposta, se la salvaguardia dell’interregionalità a livello di gestione, oggi esercitata dalla società LTA, sia ancora un valore da voler preservare in un’ottica di unità di bacino e di continuità delle reti, oppure se, come è parso fin troppo evidente, la buona gestione della risorsa pubblica acqua deve essere sacrificata sull’altare della spartizione politica”.