I comitati a difesa dei piccoli ospedali danno vita ad un coordinamento regionale. Evidenziate le contraddizioni dell’assessore alla salute

I Comitati spontanei a difesa degli Ospedali di Cividale, Gemona, Maniago e Sacile, hanno anche  dato vita a un Coordinamento regionale dei  piccoli Ospedali, per denunciare la grave situazione dei loro nosocomi, oggetto da tempo  di continui tagli e ridimensionamenti di funzioni e servizi, spesso mascherati da esigenze Covid. “I nostri presidi ospedalieri, si legge in una nota, sono sempre più indeboliti e considerati marginali nelle strategie della Regione e delle Aziende Sanitarie, provocando nei cittadini preoccupazioni e profondo disagio sociale ed economico. In queste aree, prevalentemente montane e pedemontane, demograficamente e ” politicamente ” deboli e poco rappresentate, i Comitati spontanei di cittadini, con la loro azione,  si sono posti l’obiettivo di sensibilizzare Amministratori e cittadini, per una legittima rivendicazione al diritto costituzionale della salute, all’uguaglianza con gli altri territori della Regione per quanto riguarda l’assistenza sanitaria, in primis quella ospedaliera. Cio’ soprattutto come doverosa risposta soprattutto alla popolazione anziana e alle sue  fasce più deboli. Per questo, si legge ancora, si chiede che agli Ospedali venga applicato il Decreto Balduzzi, che prevede il mantenimento di  Presidi Ospedalieri nelle zone disagiate, montane e pedemontane, con difficoltà o distanza dagli Ospedali Hub o Spoke”. Infatti spiegano, il Decreto del 2 Aprile 2015, n° 70, nella sua applicazione prevede che un Ospedale delle zone citate dovrebbe avere almeno 20 posti/letto di Medicina, una Chirurgia Day Surgery o Week Surgery, con l’eventuale appoggio ai letti di Medicina per eventuali complicanze, un Pronto Soccorso presidiato da medici di  Emergenza/ Urgenza, integrato alla struttura complessa del DEA di riferimento per  garantire il servizio e l’aggiornamento relativo. Inoltre una Radiologia con trasmissione di immagine collegata in rete al centro Hub o Spoke più vicino. Infine ambulatori in grado di dare risposte complete, che evitino l’attuale pesante  pendolarismo fra strutture sanitarie”. “Tutte proposte, chiosano i referenti dei comitati, che in occasione della riforma sanitaria targata Serracchiani, avevano proposto con uno specifico emendamento al disegno di legge,  alcuni Consiglieri dell’allora Centro Destra, con la firma anche dell’attuale Assessore alla Sanità, Riccardo  Riccardi”. In sostanza i comitati evdenzano quella che ritengono una palese contraddizione nel comportamento dell’assessore e con lui dell’intera giunta Fedriga. “Ci rivolgiamo quindi all’intero Consiglio regionale e alla Maggioranza in particolare, aggiungono i comitati, affinchè Cividale, Gemona, Maniago e Sacile tornino, con una parziale revisione dell’ultima riforma approvata dal Centro destra ad essere strutture ospedaliere con caratteristiche adeguate alle reali necessità di tipo sanitario della popolazione che vive in queste zone, soprattutto montane e pedemontane della nostra Regione”.