I dati sulla povertà a Monfalcone. Preoccupata l’opposizione dalle parole della destra

La Lega colpevolmente, continua a fare confusione, perché fa pensare alle persone che i servizi sociali vadano a supportare le persone straniere, in quanto straniere. Così i consiglieri d’opposizione della città dei cantieri Saullo e Morsolin.  Ma non è così, proseguono dall’oposizione,  semplicemente i servizi e i sostegni sociali vanno a coloro che ne hanno bisogno, rispettando dei regolamenti che il Comune stesso si è dato. È il Comune stesso a decidere quali sono i limiti di accesso ai contributi e ai servizi sociali, per cui è paradossale che poi venga a sbandierare il numero di quel tipo facendo finta di essere vittima di chissà quale potere. Il concetto è esattamente l’opposto, i cittadini stranieri, proprio sulla base della Costituzione, non possono essere esclusi dai servizi di protezione sociale, e quindi quando rispettano i criteri che il Comune stesso si è dato, possono accedere a quei servizi. La Lega lo sa perché ha già perso in tutti i tribunali su questo tema. Dovrebbe rassegnarsi e non rigirare la frittata. Quello che mostrano invece le parole di Cisint, a cui chiediamo di pubblicare le tabelle con i dati a cui fa riferimento , per poterle consultare e verificare (perché non sarebbe la prima volta che spara dei numeri non reali, come nel caso delle 8 donne bengalesi assunte che erano invece 11 volte tanto) è che Monfalcone è una città piena di diseguaglianze e che una buona amministrazione avrebbe molto lavoro da fare. Sul tema del fondo affitti questo emerge chiaramente e dimostra come siano prevalentemente gli stranieri a sostenere il mercato immobiliare a Monfalcone con i loro redditi da lavoro prevalentemente in Fincantieri. Questo dato è lampante perché dice due cose. La prima che il mercato degli affitti è molto alto e pesa per oltre il 60% sui redditi familiari e non c’è stata nessuna politica per la casa pubblica a calmierare questo fenomeno a Monfalcone che anzi ha visto ridurre di molto il patrimonio pubblico. La seconda è che quei fondi sostengono eccome l’economia cittadina perché sono contributi su soldi già pagati dagli inquilini ai proprietari delle case che spesso con gli affitti integrano i propri redditi non sempre alti. Purtroppo la realtà cittadina è che le diseguaglianze sociali in questi anni sono cresciute sotto questa amministrazione, più attenta al colore della pelle di chi prega che a creare condizioni di “ascensore sociale” per donne e uomini di qualsiasi cultura e provenienza. Le parole di Cisint, conclude Morsolin, sono il segno di un fallimento. Il loro.