I medici mandati dalla procura di Agrigento confermano situazione sanitaria a bordo della Open Arms insostenibile
Nessun giallo sulle condizioni mediche dei migranti a bordo dell’Open Arms e ancora meno, di conseguenza, su quelli sbarcati per ragioni sanitarie nella prima fase di questo sbarco “contagocce”. Infatti dopo l’ispezione di sabato sera, il personale a bordo di Open Arms conferma che i medici hanno trovato la situazione «insostenibile». Insomma le dichiarazioni del dottor Cascio rese mente era in ferie a senza aver mai visitato direttamente i migranti che fossero tutti in buona salute erno un caso di “sanità politicizzata”. Del restonon ci si poteva aspettare altro da un politico prestato alla “sanità”. Intanto il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, sotto il coordinamento del Procuratore Luigi Patronaggio, valuterà i prossimi passi da compiere e tutto lascia supporre che oggi, dopo lo sbarco dei minori, anche pe i 107 adulti ancora bloccati sulla nave potrebbe arrivare una soluzione. La cosa assurda di questa ennesima vicenda salviniana è che mentre i 107 migranti da diciassette giorni sono bloccati a bordo della Open Arms, sull’isola di Lampedusa continuano gli sbarchi autonomi. Ieri sera infatti in 57, tutti probabilmente di origine tunisina, sono arrivati al molo Favarolo, lo stesso che poche ore prima ha visto attraccare le imbarcazioni della Guardia Costiera con a bordo i 27 minori non accompagnati che il ministro dell’Interno ha acconsentito “suo malgrado” a far scendere dalla nave dell’Ong spagnola. I naufraghi sono stati soccorsi nelle acque davanti all’isolotto di Lampione. Ad accorgersi dell’arrivo della barca, lunga poco più di sei metri, è stata una motovedetta della Guardia di Finanza che insieme alla Capitaneria di porto ha soccorso i migranti.
L’attracco è avvenuto attorno alle 22 e a bordo della piccola imbarcazione stracarica c’era anche un ragazzo ammalato, che è stato subito caricato in barella dai medici e trasportato al Poliambulatorio. Fra i migranti anche due donne, una delle quali incinta. Secondo le prime informazione sarebbero tutti di origine tunisina e dopo lo sbarco tutti sono stati trasferiti all’hotspot di contrada Imbriacola.