Il 13 maggio a Maniago “La libertà è terapeutica”. Progetto Sghiribiç, AsFO e Cooperativa Itaca celebrano Franco Basaglia e il 45° anniversario della Legge 180.
Il 13 maggio in Borgo Coricama a Maniago progetto Sghiribiç, AsFO e Cooperativa Itaca celebrano Franco Basaglia e il 45° anniversario della Legge 180. Dalle 10.30 esposizione pittorica “Colore è poesia” a cura dell’associazione “L’artistica” di Maniago. Dalle 16.30 la presentazione dei progetti di Sghiribiç: con la partecipazione delle classi 2^ E e 2^ C della Scuola secondaria di primo grado Guglielmo Marconi di Maniago, intervento di Andrea Comina con l’Associazione culturale Corale Polifonica di Montereale Valcellina aps. Dalle 18 concerto a cura del gruppo musicale i Funktastici. Per tutta la giornata Sghiribiç Open Day.
“La libertà è terapeutica” fu uno degli assunti simbolo della Legge 180, la scritta comparve nei primi anni Settanta sui muri di quello che è oggi il Parco di San Giovanni, il grande manicomio di Trieste che accolse assieme a Gorizia l’avvio della chiusura degli ospedali psichiatrici in Italia. Queste parole sono state negli anni viralmente ascritte a Franco Basaglia, lo psichiatra veneziano padre e promotore della grande riforma politica, medica, culturale e sociale che sfociò nella Legge 13 maggio 1978, n. 180 “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 16 maggio 1978, n. 133. Undici articoli che fecero la storia. Dopo essere stata inspiegabilmente cancellata, quella frase è ricomparsa nel 2021 nella casetta I del San Giovanni, ma in realtà pare non fosse di Basaglia, anche se ne sintetizza con potenza il pensiero.
La Legge 180 fu una rivoluzione epocale, restituì i diritti a persone alle quali erano stati negati con coercizione per decenni, riconsegnò loro la dignità di essere considerati e di riconoscersi come esseri umani.
In un’intervista del 1968 Sergio Zavoli chiese a Basaglia se fosse più interessato al malato o alla malattia, e Basaglia calcò la voce su un avverbio: “Indubbiamente al malato”. Il malato di mente, come un tempo veniva chiamato, fino al 1978 non era considerato un cittadino, la Costituzione era valida per tutti ma non per chi era stato internato e privato di qualsiasi diritto. Per cambiare le cose, doveva avvenire qualcosa di straordinario. Il 13 maggio di quell’anno, quattro giorni dopo l’assassinio di Aldo Moro, accadde che, in una commissione ministeriale presieduta da una giovane Tina Anselmi, venne al mondo una legge grazie a uomini e donne illuminati, che si interrogarono: i matti, questi centomila reclusi in novanta manicomi, sono o non sono cittadini italiani? Vige anche per loro la Costituzione repubblicana del 1948? La loro risposta fu sì e da lì iniziò la scommessa spigolosa del nostro Paese, una strada tutta in salita.
È questa la cornice a cui si ispira Sghiribiç, lo spazio di socializzazione co-progettato dalla Cooperativa sociale Itaca e dal Centro di Salute Mentale di Maniago-Spilimbergo e promosso dall’AsFO e dai Servizi sociali del Comune di Maniago. Ed è questa la premessa dell’evento “La libertà è terapeutica” (Franco Basaglia), previsto il 13 maggio a Maniago e promosso da Sghiribiç, Azienda sanitaria Friuli Occidentale e Itaca.
Una giornata per celebrare il 45° anniversario della 180 detta “Legge Basaglia”, per ricordare che i risultati ottenuti negli anni, grazie alla rete territoriale di servizi sociali e sanitari, guidati dai Dipartimenti di salute mentale, hanno restituito centralità e dignità alle persone, che nel loro ambiente di vita si sono riappropriate dei diritti sociali e civili per lungo tempo negati. Ricordando che tali diritti sono una conquista che va difesa e che l’attenzione di tutti va tenuta alta su questo tema.
Per tutta la durata degli eventi Sghiribiç Open Day, che consentirà di visitare la sede dello spazio di incontro e socialità maniaghese per osservare i manufatti artigianali creati dai beneficiari dei servizi, dove tutti possono imparare cose nuove, mettere a disposizione le proprie abilità, lavorare a progetti comuni. Sghiribiç in questi tre anni di apertura ha consentito la creazione di legami con territorio, è divenuto un punto fermo per il mantenimento della socializzazione nei momenti più bui di pandemia, ha dato centralità e visibilità al tema della salute mentale, ha consentito di accogliere i cittadini in un luogo non connotato, dove le idee e le creazioni diventano mezzo, e non fine, per promuovere nuovi legami fatti di fiducia e accoglienza reciproca.