Il Fvg è in stagnazione secondo Bankitalia, mentre secondo la Regione si viaggia a gonfie vele. Ma la matematica in politica è una opinione

Secondo il rapporto Bankitalia presentato oggi l’economia del Friuli Venezia Giulia è in stagnazione. Smentite nei fatti le dichiarazioni di ieri dell’assessore Sergio Emidio Bini di segno praticamente opposto. Ma andiamo per ordine: oggi il rapporto di Bankitalia (a meno che non si pensi che sia come i Giudici, un pericoloso covo di “comunisti”) ci racconta che la situazione economica del Fvg va peggio del quadro nazionale, che l’export è fermo mentre  che cresce la disponibilità delle famiglie verso il  risparmio “statico”. Tutti segnali appunto di stagnazione. Il PIL della regione infatti nei primi 6 mesi del 2024, dice Bankitalia , è rimasto sostanzialmente fermo, a fronte della crescita (pari allo 0.4%) dell’economia nazionale. Il problema chiave, spiegano gli economisti della banca centrale  è che le nostre imprese non esportano più come prima: una flessione che riguarda tutti i comparti, ad eccezione del settore agricolo e della cantieristica. Flessione legata sia ai problemi riscontrati dai nostri mercati tradizionali di riferimento, a cominciare dalla Germania, sia da problemi più strettamente legati al modello produttivo delle nostre imprese sulle quali politiche industriali adeguate anche da parte della Regione potrebbero avere un ruolo che però, evidentemente, non hanno.
Tutto chiaro anche se non drammatico dato, che sempre i tecnici di Bankitalia spiegano che le imprese si mantengono sostanzialmente ottimiste, come dimostra una indagine svolta dalla stessa Bankitalia su un campione di aziende che contano anche sull’aiuto dello Stato, con gli interventi che dovrebbero incentivare la transizione ecologica. Ma da questo a raccontare meraviglie e che tutto va bene,  ne passa. Ed invece ecco che c’è chi si mette le medaglie contando sull’accondiscendenza mediatica.  Infatti non mesi fa, ma ieri,  a raccontare indisturbato  una economia che non c’è, ci aveva pensato l’assessore Sergio Emidio Bini nel corso della partecipazione all’evento Top 500 organizzato dal Gruppo Nem, che come è noto possiede il dominio mediatico quasi assoluto in Fvg. Secondo Bini , il 2024 vede l’economia del nostro territorio in ripresa, con imprese caratterizzate, per lo più, da marginalità positive. Nella visione di Bini & c per questo successo determinate è il fatto che la Regione è al fianco delle imprese essendosi dotata di un importante piano strategico, redatto assieme ad un player di primo ordine come The European House Ambrosetti: l’Agenda FVG manifattura 2030. “Un masterplan, pensiamo profumatamente finanziato,  che individua le traiettorie di sviluppo dell’economia regionale nell’immediato futuro, anche in merito alle esportazioni”. L’assessore ha spiegato che “i primi mercati di riferimento per le imprese del Fvg sono tutti europei (Germania, Francia e Regno Unito) ad eccezione degli Usa, che valgono ben il 12,6% del totale. Stiamo lavorando con decisione per favorire l’internazionalizzazione delle imprese, come dimostra anche la recente missione negli Stati Uniti (costosissima ndr). La sfida nei prossimi anni sarà quella di reindirizzare le esportazioni verso le aree a più alto tasso di crescita come il Nord America e anche l’Estremo Oriente”. Riportando alcune delle analisi condotte proprio da Ambrosetti, Bini ha rimarcato che “nel primo semestre 2024 sono arrivati segnali di ripresa dal settore metallurgico, che ha trovato nell’Est Europa nuovi sbocchi per compensare le difficoltà del mercato tedesco”. Insomma per BankItalia il Fvg è in stagnazione, per l’assessore Bini l’economia va a gonfie vele, spinta dal soffio della maggioranza di governo regionale. A questo punto viene da chiedersi chi ha sbagliato i conti. Forse, a ben guardare, vista la scarsa propensione della destra nell’uso delle calcolatrici, ci sarebbe da pensare che con i numeri e le somme Bankitalia sia più affidabile.

FF