Il gesto della giornalista Marina Ovsiannikova con il suo cartello contro la guerra in Tv è azione di immenso coraggio ed efficacia

Vi sono gesti nella storia umana che più di altri diventano iconici, rappresentativi di tragedie e di reazioni eroiche compiuto da persone normali, non da rambo in cerca di medaglie. L’attacco al cuore della disinformazione di regime in Russia durante il telegiornale di prima serata nel Primo canale della televisione di Stato da parte di una giovane redattrice, potrebbe rivelarsi determinante per incrinare quella cappa di silenzio che Putin ha imposto sulla guerra con l’Ucraina.  Una guerra negata dai media russi anche davanti all’evidenza semplicemente imponendo il silenzio o la disinformazione ed operando arresti fra i giornalisti  solo se si permettono di pronunciare o scrivere la parola guerra anzichè la ridicola definizione di “operazione militare speciale” imposta dal regime. Per questo la figura di una donna che espone un cartello con la scritta: “Fermate la guerra. Non credete alla propaganda. Vi stanno mentendo” sapendo di finire immediatamente in cella o forse peggio, ne fa una gigante. Ma chiariamo subito, non è una propaggine del pacifismo di maniera italiota di chi “vorrebbe arrendersi subito” ma una azione di resistenza di grande valore politico e strategico.  La donna si chiama Marina Ovsiannikova, è una redattrice dell’emittente, ed è stata arrestata subito dopo, ma non prima che riuscisse a postare sui social un video, pre-registrato, nel quale attacca ancora più duramente il regime dicendo che in Russia sono stati tutti “zombificati”. Ovviamente telegiornali e siti di informazione russi piegati esclusivamente alla vulgata del Cremlino non  hanno parlato del gesto di Marina Ovsyannikova,  nessun rilancio del suo video di denuncia che comunque sul web è presente ormai in maniera virale ed è evidente che il messaggio si sta propagando. Questa la traduzione del suo video denuncia: “Quello che sta accadendo in Ucraina è un crimine. E la Russia è l’aggressore qui. E la responsabilità di questa aggressione ricade sulla coscienza di un solo uomo: Vladimir Putin. Mio padre è ucraino. Mia madre è russa. E non sono mai stati nemici. E questa collana che indosso è un simbolo del fatto che la Russia deve porre fine immediatamente a questa guerra fratricida. E i nostri popoli fraterni potranno ancora fare la pace. Sfortunatamente, ho passato molti degli ultimi anni lavorando per Channel One, facendo propaganda al Cremlino, e me ne vergogno profondamente. Mi vergogno di aver permesso che le bugie provenissero dallo schermo della TV. Mi vergogno di aver permesso la zombificazione del popolo russo. Siamo rimasti in silenzio nel 2014 quando tutto questo era appena iniziato. Non abbiamo protestato quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo semplicemente osservato in silenzio questo regime antiumano all’opera. E ora il mondo intero ci ha voltato le spalle. E le prossime 10 generazioni non laveranno via la macchia di questa guerra fratricida. Noi russi siamo persone intelligenti e intelligenti. È solo in nostro potere fermare tutta questa follia. Vai a protestare. Non aver paura di niente. Non possono rinchiuderci tutti”.