Il presidente dell’Associazione Casa del Popolo di Torre di Pordenone sulla celebrazione per il Centenario della Barricate Antifasciste
Si è tenuta questa mattina nel quartiere di Torre la Celebrazione per il centesimo anniversario delle Barricate Antifasciste. L’evento, organizzato dall’associazione Casa del Popolo, ha visto una grande partecipazione di pubblico, pur nel rispetto delle normative anti-covid.
Un evento aperto a tutte le cittadine e a tutti i cittadini di Pordenone. La scelta è stata quella di non escludere nessuno e per questo non sono state richieste adesioni specifiche e neppure collaborazioni a gruppi o singoli. Insomma, l’auto invito era gradito. Semplicemente ci piaceva l’idea di creare un momento di adesione spontanea, corale, attorno a fatti che hanno segnato la storia di questa città e su cui Pordenone affonda le sue radici.
La Celebrazione era divisa in due distinti momenti: uno ai cancelli del Cotonificio (luogo particolarmente significativo per ciò che ha significato questo stabilimento per la città), l’altro davanti alla Casa del Popolo, monumento vivente di quegli avvenimenti.
Si sono succeduti gli interventi storici di Gian Luigi Bettoli, del Prof. Sergio Zilli dell’Università di Trieste, le letture recitate tratte da interviste ai testimoni di allora curate da Carla Manzon e Francesco Bressan, il tutto intervallato dalle musiche magistralmente eseguite da Massimo De Mattia e Romano Todesco.
Infine, l’emozionante intervento degli studenti della scuola secondaria “Lozer” (con la partecipazioni di due classi terze) guidati dalle loro docenti, ha condotto la celebrazione verso l’evento conclusivo: la scopertura della targa dedicata a Teresina Degan, insegnante, dirigente scolastico, sindacalista e storica, che di questo quartiere, delle operaie e degli operai, fu preziosa e fondamentale narratrice, così come di molti altri pezzi importanti della memoria cittadina. “Abbiamo portato Teresina a Casa sua”.
Di seguito le parole di apertura alla Celebrazione:
“Questa Celebrazione è stata fortemente voluta dall’Associazione Casa del Popolo. Perchè lo deve alla memoria dei suoi fondatori (la Cdp venne inaugurata il 1 maggio 1911) e a quanti vennero perseguitati per le loro idee. Ma lo deve a questa città, la città di Pordenone, perchè è orgoglio di questa città ciò che è avvenuto 100 anni fa.
Mai più fascismi. Lo diciamo spesso nei nostri discorsi.
Ed è anche in memoria di ciò che accadde agli antifascisti di allora, con l’occupazione della Casa del Popolo, delle abitazioni del sindaco Rosso e degli altri consiglieri, che noi oggi condanniamo quanto è avvenuto di fronte la casa del Sindaco di Pordenone. E’ estraneo al nostro modo di concepire la politica e prendiamo le distanze da questo gesto. Quelle stesse distanze, dissociazioni, che altri però non hanno mai preso di fronte agli attacchi e alle minacce che la nostra associazione ha subito. Però riteniamo grave, e ripeto grave, ciò che è accaduto.”
Durante i giorni scorsi, la nostra associazione ha ricevuto epiteti di ogni tipo. Si è sentita definire “covo di estremisti”, “contenitore intollerante”, “antidemocratico” e peggio ancora c’è chi ha dichiarato di “volerla demolire”. Vere e proprie intimidazioni con lo scopo di impedire il normale svolgimento delle nostre iniziative. Iniziative legittime, previste dal nostro statuto e soprattutto dalla nostra Costituzione.
Purtroppo dobbiamo sempre più spesso affrontare attacchi continui, amplificati da megafoni pubblici che incendiano il dibattito lasciandolo sfogare senza controllo. La conseguenza è quella di non riuscire più a condurre un’attività sociale in modo sereno. Questo per noi, per chi 100 anni fa si è visto la propria sede occupata e la propria associazione sciolta, è un segnale inquietante.
Ci auguriamo quindi che manifestazioni come quella di oggi, serena, gioiosa e partecipata siano la premessa per un clima più disteso.
Andrea Fregonese, presidente dell’Associazione Casa del Popolo di Torre di Pordenone