Il progetto “L’eredità della SNIA Viscosa nella Bassa friulana” perde e restituisce con gli interessi il contributo regionale
Si parla di “occasione mancata” da parte della Proloco di Torviscosa in relazione al progetto di ricerca “L’eredità della SNIA Viscosa nella Bassa friulana” che ha perso il contributo regionale. Si legge in una nota della Pro loco di Torviscosa: “Lo ripetiamo spesso: la SNIA Viscosa ha fatto non soltanto la storia di Torviscosa, ma anche la sua storiografia. A partire dal 1937, data del suo insediamento in Friuli, l’azienda ha commissionato la pubblicazione di libri, articoli di stampa e documentari che celebrassero la sua impresa e che per molto tempo sono stati le uniche fonti sulla storia del paese. Il progetto di ricerca della Pro Torviscosa “L’eredità della SNIA Viscosa nella Bassa friulana”, che la Regione Friuli Venezia Giulia aveva accolto e finanziato con 14.850 €, doveva rappresentare un contributo per evidenziare altri punti di vista: quello ambientale e quello sociale, soprattutto. Ma, oggi come allora, sembra che la storia di Torviscosa sia destinata a restare nelle mani di una sola parte, ora non più la SNIA Viscosa, ma la SPIN dell’imprenditrice e mecenate Diana Bracco. L’obiettivo del progetto di ricerca era l’analisi dell’impatto della SNIA Viscosa nel territorio e della sua eredità attraverso gli articoli di stampa, le testimonianze orali e la documentazione conservata negli archivi locali. Tra questi, risultavano particolarmente importanti due fondi: quello di Attilio Snidero, operaio e sindacalista alla SNIA di Torviscosa dagli anni Quaranta al 1980, e quello fotografico della famiglia Gini. Entrambi erano stati affidati al Comune di Torviscosa qualche anno fa: per garantire una corretta conservazione, il Comune aveva chiesto alla SNIA Caffaro in a.s. di poterli collocare in uno dei suoi edifici all’interno dello stabilimento insieme con la documentazione dell’archivio storico SNIA Viscosa. Questi fondi sono tuttora conservati in questo locale, che nel frattempo è stato acquistato dalla Bracco SPIN, così come l’archivio SNIA. Per poter procedere con il lavoro, il Comune di Torviscosa, che è depositario dei due fondi ed era naturalmente anche partner del progetto, chiede ripetutamente alla Bracco SPIN la restituzione della documentazione, ma senza riscontro. A una nostra comunicazione, la Fondazione Bracco, a firma della stessa dott.ssa Diana Bracco, risponde cortesemente precisando che, dopo aver acquistato il CID, l’archivio storico SNIA Viscosa e le opere in esso contenute, l’azienda si è posta l’obiettivo di catalogare quanto in suo possesso e che a questo scopo si è anche interfacciata con le autorità competenti e cioè la Soprintendenza archivistica del Friuli Venezia Giulia. L’archivio storico SNIA Viscosa è, infatti, oggetto di tutela e quindi ogni azione su di esso deve essere concordata con la Soprintendenza. Da parte sua, la Soprintendenza ci spiega di non poter intervenire per quanto riguarda i due fondi da noi indicati, perché, non essendo questi sotto tutela, non sono di sua competenza. Accertato, quindi, che i fondi Snidero e Gini non fanno parte dell’archivio SNIA, che non sono di proprietà della Bracco e che non sono nemmeno tutelati, rimane enigmatico il comportamento dell’azienda che, alla data di oggi, ancora li detiene. Nel frattempo, non potendo iniziare il lavoro su questi fondi che rappresentavano una parte essenziale del progetto finanziato, la Pro Torviscosa ha dovuto rinunciare al contributo regionale, che è stato restituito (naturalmente anche con gli interessi). Il progetto si limiterà perciò ai materiali già a disposizione e potrà avvalersi solo del lavoro dei volontari e non di archivisti professionisti com’era previsto nel progetto finanziato. I primi risultati saranno presentati domenica 28 maggio nell’ambito della rassegna Racconti industriali”.