Servizio di ristorazione ospedali Fvg riassegnato a Serenissima: cambierà la qualità del cibo somministrato ai malati?

La Serenissima Spa, la ditta che da tanti anni fornisce i pasti al Cattinara, ha vinto l’appalto per la ristorazione ospedaliera in FVG e così darà da mangiare per i prossimi sei anni ai malati ricoverati in tutti gli ospedali e strutture sanitarie della nostra regione. A renderlo noto cn una nota è l’Associazione Costituzione 32 che afferma: “In tutti questi anni i pasti somministrati da Serenissima non sono stati particolarmente apprezzati dai degenti, come testimoniano le numerose le proteste di malati e loro familiari sulla qualità del cibo. Anche da uno studio dell’Università di Trieste era emerso che il cibo era privo di sufficienti principi nutritivi e antiossidanti oltre che non particolarmente buono. L’assessore alla Salute, Riccardi, parlò allora di gravi responsabilità, auspicando che Serenissima migliorasse per quanto possibile il servizio di ristorazione, che si basava sul metodo “cook and chill”, ovvero cibo cotto e raffreddato alcuni giorni prima di servirlo, per cui qualità e principi nutritivi facilmente si perdono. Nonostante l’esperienza più che negativa il sistema “cook and chill” viene riproposto dalla Regione nel nuovo appalto, che costerà 317 milioni di euro. E a farne le spese saranno i pazienti degli ospedali che, lo ricordiamo, sono anche contribuenti, e pertanto il boccone da mandar giù è doppiamente indigesto: vuoi per la qualità del cibo, vuoi per l’uso discutibile delle loro tasse.  Eppure, c’erano alternative possibili, come la preparazione “fresco-caldo”: una cucina interna all’ospedale capace di preparare i pasti espressi e di distribuirli in tempi rapidi affinché non perdano le proprietà nutrienti e organolettiche. Che significa anche approvvigionamento a filiera corta (maggior ruolo ai produttori del territorio), quindi oltre che soddisfare l’obiettivo del miglioramento della qualità del cibo, ciò avrebbe avuto buone ricadute sull’occupazione e altresì messo in moto un circuito economico locale di non poco conto. E allora ci chiediamo se c’è stata una seria analisi costo-utilità per confrontare i sistemi “cook and chill” e “fresco-caldo”. Stiamo parlando di 317 milioni di soldi pubblici e abbiamo un’esperienza pluriennale che con il metodo “cook and chill” i cibi somministrati ai degenti (già indeboliti dalla malattia) non erano particolarmente nutrienti (ad essere generosi). E pur sapendo tutto ciò si è scelto proprio il “cook and chill”. Perché?”  Intanto, spiega Walter Zalukar dell’Associazione Costituzione 32,  “si annunciano ricorsi al TAR delle altre ditte partecipanti alla gara, mentre apprendiamo dalla stampa che i vertici di Serenissima sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale di Padova per turbativa d’asta nell’ambito delle procedure d’assegnazione del servizio di ristorazione ospedaliera nel vicino Veneto”. L’assessore alla Salute sembra volersi tirare fuori, infatti ha dichiarato alla stampa: «la commissione ha valutato e non mi metto a sindacare». In ospedale, spiega ancora Zalukar, “il cibo è sempre stato visto come il dovere di  somministrare un pasto, mentre è parte integrante della cura stessa. Non è secondario coniugare le esigenze nutrizionali con il piacere di mangiare, che fa bene all’umore di chi è malato. Bisogna continuare a ribadire che i cittadini non sono sudditi, ma titolari del diritto ed avere cure appropriate nei tempi e nei modi, ed essere nutriti con cibi gradevoli, oltre che sani”.