Il tavolo programmatico secondo Articolo Uno: documento propositivo senza paletti o veti pregiudiziali per le regionali Fvg

Fra i documenti che girano sui tavoli della trattativa dei “progressisti” per le regionali, abbiano individuato un documento di Articolo Uno dal titolo “per tavolo programmatico”. Il testo che entra nel merito della situazione del Fvg in diversi ambiti è interessante anche perchè, contrariamente ad altre proposte di discussione che girano, è certamente frutto di approfondimenti e va oltre gli slogan, mette le proposte in positivo solo dopo l’analisi e, cosa importante, si pone come base di discussione senza mettere “paletti” o veti.
Si legge nel testo: La crisi pandemica, quella della guerra con i loro effetti sull’occupazione e sull’inflazione sta duramente colpendo anche il Friuli Venezia Giulia. Assistiamo a un impoverimento del nostro tessuto sociale con una redistribuzione delle risorse che premia pochi privilegiati e colpisce molte persone e famiglie. Al tempo stesso la crisi, e l’assenza di una visione moderna, che metta al centro i cittadini e la loro qualità di vita, sta spingendo la nostra regione verso  una situazione di possibile emarginazione dai grandi processi di innovazione nazionale e internazionale. In una situazione del genere è fondamentale l’intervento delle istituzioni pubbliche per garantire, in primo luogo, servizi fruibili da tutti, in particolare quelli sociali e sanitari.
Altro aspetto decisivo sono politiche per il lavoro che intervengano già a partire dalla formazione professionale, che deve essere per tutti al di là dell’età, capace di formare e qualificare le persone davanti alle profonde trasformazioni tecniche, dei processi produttivi, che mettono in discussione molti posti di lavoro. Tutto ciò anche al fine di bloccare la costante emigrazione dei nostri giovani, molti con alta scolarità, e allo scopo di rafforzare la nostra qualità sociale e produttiva. Il Friuli Venezia Giulia, l’Ente regionale in particolare, deve essere capace di indirizzare il suo sistema produttivo, valorizzando i lavoratori, puntando sulla qualità e la riconversione ecologica, mettendo a rete le diverse realtà e competenze, favorendo lavoro sicuro, ben retribuito e di qualità. Su tutte queste linee di intervento la Giunta regionale di destra-centro ha agito in modo opposto e fallimentare e si è avviato un progressivo smantellamento in primis dei servizi sanitari e sociali, affidandosi a una dispendiosa privatizzazione del sistema che, da una parte, ha nei fatti tolto  ai cittadini servizi essenziali e, dall’altra, ha arricchito a spese del pubblico la sanità privata. Poco o nulla è stato fatto sul piano delle politiche del lavoro e della formazione. Cosicché il mercato del lavoro non trova le figure adeguatamente qualificate . A esempio,  la Regione è del tutto assente nel promuovere e organizzare scuole di alta formazione post diploma. Il tutto è lasciato nelle mani di interessati imprenditori e non certo in un progetto di qualificazione e valorizzazione dei nostri giovani e dello stesso sistema produttivo. Al tempo stesso si permettono condizioni di lavoro sottopagato e poco sicuro. Grande parte dei fondi sono stati distribuiti a pioggia senza priorità né un criterio adeguato per affrontare un sistema economico fortemente concorrenziale e in profonda trasformazione. Occorre, invece, ripartire dal sistema pubblico, con forti investimenti, utilizzando le bene le risorse dello Stato (vedi Pnrr) e soprattutto quelle proprie della Regione. La stessa specialità va vista non come la rivendicazione di chissà quale fumosa identità, ma come il concreto utilizzo di tutti gli spazi di autonomia legislativa e di intervento concreto che ha la nostra Regione.

Alcuni punti specifici di proposta:
1 Reinvestire con forza nel sistema sanitario pubblico, considerato anche l’innalzamento dell’età media della popolazione e tenuto conto dell’aumento generale della domanda di salute, che riguarda tutte le fasce d’età.
Ciò significa partire dal cittadino, dalle sue esigenze e da qui operare per promuovere una sanità pubblica incentrata sulla prossimità, sulla prevenzione e sulla qualità ed efficienza delle prestazioni ospedaliere, eliminando inutili doppioni e promuovendo anche l’alta specializzazione del personale sanitario in modo sinergico fra i vari presidi ospedalieri.
Non da ultimo, va ripresa con determinazione un’azione coordinata con l’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili per rafforzare e ampliare il personale sanitario tutto, anche con una battaglia culturale, che oltre a migliorare le retribuzioni, punti all’assoluta centralità
del sistema sanitario pubblico e universale.
In sintesi, è necessario intervenire con forza sulla sanità di territorio, anche con l’utilizzo delle
moderne tecnologie e operando per garantire i servizi dei medici di base e le comunità sanitarie.
Innovare, poi, le politiche sociali, con l’adozione di nuovi protocolli e maggiore controlli pubblici in materia di assistenza agli anziani e non solo.
2 Investire sulla scuola e il sapere. Le risorse vanno indirizzate sul piano delle strutture scolastiche, sulla diffusione della cultura, prestando grande attenzione ai fenomeni di dispersione e alle difficoltà materiali che colpiscono gli studenti e le famiglie delle classi sociali più deboli. Realizzare una autentica opportunità scolastica e servizi per tutti: dalla scuola primaria all’Università, a cominciare dal garantire l’ampliamento in termini di numero di sedi e degli stessi orari del servizio di asilo nido.
3 Utilizzare al massimo le nostre prerogative statutarie e non in materia di lavoro per attuare politiche volte a favorire, realizzare, condizioni di lavoro nel nostro tessuto produttivo improntate al principio delle pari opportunità e alla lotta al lavoro precario e mal pagato. Così come vanno attuati interventi  per favorire la formazione e la riqualificazione dei lavoratori dentro le innovazioni dei processi produttivi in atto.
4 Anche sul piano della riconversione ecologica vanno superati tutti gli ostacoli sociali ed economici che rischiano di favorire, esclusivamente, le classi più abbienti.
Si tratta di intervenire, a esempio, favorendo le comunità energetiche e per politiche di sostegno ai redditi più bassi, affinché possano accedere agli strumenti per la produzione energetica pulita, primo fra tutti l’utilizzo delle tecnologie per l’energia solare.
5 Ricostruire un tessuto istituzionale che sia efficace ed efficiente, tale da dare voce ai cittadini. In questi anni abbiamo assistito a uno sconclusionato smantellamento di ciò che di buono era stato fatto, ridisegnando l’architettura istituzionale solo al servizio dei ceti dirigenti, dei gruppi di interesse elettorale, e non delle necessità dei cittadini. Da qui, l’adozione di politiche che favoriscano la messa in rete di servizi fra i vari Comuni, a partire da quelli montani e di quelli a più ridotte dimensioni, per un nuovo protagonismo degli Enti locali nella crescita sociale ed economica del territorio regionale.
6 Fvg cuore dell’Europa è stato detto, ma senza un adeguato sistema infrastrutturale, a partire da quello ferroviario, si rischia di essere l’imbuto dell’Europa.
Vanno adeguatamente progettate e realizzate politiche regionali per favorire le grandiose opportunità dettate dal nostro sistema portuale.
7 Difesa del nostro ambiente naturale e del territorio tutto, evitando politiche che aumentino indiscriminatamente l’uso del
suolo. In questo quadro, prevedere piani pubblici, anche per favorire nuova occupazione, per interventi diffusi di manutenzione e difesa dei territori e dell’ambiente naturale.
Progetti urbanistici, da condividere con le realtà locali interessate per il riutilizzo/utilizzo del patrimonio edilizio esistente, in coerenza con le politiche di sostenibilità ambientale e con la riconversione tecnologica degli edifici.
8 Riaccendere l’interesse anche turistico del Friuli Venezia Giulia, favorendo la mobilità sostenibile, ma efficace. Promuovere interventi per la valorizzazione del patrimonio ambientale e agricolo e non con la realizzazione di sporadiche “cattedrali nel deserto”. Fare sistema tra le diverse realtà senza sprecare risorse in piccoli e sterili campanilismi.
9 Una grande campagna di alfabetizzazione digitale a partire dalle fasce della popolazione più anziane e socialmente più  deboli.
Un progetto che veda l’Ente regionale accompagnare la comunità tutta nella crescita dell’uso intelligente e protetto dei sistemi informatici, e tutto ciò affinché nessuno resti indietro e perché le diseguaglianze, anche in questo campo, non si allarghino pericolosamente.