Il teleriscaldamento della città di Udine è opportunità da non perdere ma che va gestita con “cura” e senza appropriazioni progettuali indebite
In relazione ai recenti articoli e alle decisioni della politica di governo della città di Udine, il prof. Gioccanino Nardin, in realtà reale ideatore e redattore dello studio di fattibilità del TLR “RA, non intende assistere, ci dice, passivamente al degrado di un progetto di altissimo profilo tecnico, ambientale economico e sociale che è durato circa 10 anni con molte innovazioni e un brevetto; l’azione del prof. Nardin va oltre il semplice rapporto professionale e contrattuale con il Comune di Udine. In sostanza Gioacchino Nardin ex prof. Senior di IBIS ENGINEERING srl è l’ideatore e redattore dello studio di fattibilità del TLR “RA” e in precedenza ideatore e autore dello studio di fattibilità della rete di teleriscaldamento “ATON” operativa da anni ha deciso di fare il punto sulla situazione relativa al progetto della rete di teleriscaldamento “RA” che, dice l’ingegnere, è l’opera di efficientamento energetico e ambientale ed economica mai proposta nella regione Friuli Venezia Giulia. Questa volta la competenza e lo spirito civico, spiega Nardin, non si defila e non abbassa la testa davanti a determinate scelte politiche. La preoccupazione principale dell’estensore del progetto è che vengano vanificati i previsti vantaggi economici per i cittadini utenti che lo studio prevede del 20% senza l’IVA e di circa il 30% se consideriamo l’IVA, non meno di 200-300 euro all’anno con riferimento alla bolletta di riscaldamento; per un valore di risparmio complessivo per più di 7 mln di euro all’anno. Per perseguire vantaggi economici per i cittadini non si deve seguire la strada dell’iniziativa privata, come auspicato dal Sindaco uscente Fontanini, che, aggiungiamo noi si è appropriato del progetto che giaceva nei suoi cassetti ereditato dall’amministrazione precedente, ma una gara di appalto pubblica, eventualmente ad iniziativa privata, con criteri di aggiudicazione che tengano conto dei risparmi per i cittadini e la presenza di una cabina di regia in cui gli interessi dei cittadini sono tutelati; detti indirizzi e documenti sono già predisposti e presenti nello studio di fattibilità. L’impianto di teleriscaldamento riduce l’inquinamento ambientale per circa l’80% con risvolti importanti per i cittadini Udinesi. Negli articoli di stampa spinti dal sindaco e pubblicati acriticamente, si riporta ripetutamente che il Comune ha affidato all’Università l’ideazione di una nuova rete di teleriscaldamento, fatto, spiega Nardin, che non risponde al vero. Il Comune di Udine ha affidato alla società IBIS Engineering srl, che attualmente ha il solo patrocinio dell’Università di Brescia; l’Università di Udine non ha avuto nessun ruolo formale e sostanziale nella stesura dello studio. Si precisa, aggiunge Nardin, che il teleriscaldamento “RA” è il progetto strategico dell’ex UTI Friuli Centrale a firma del prof. Furio Honsell in qualità di ex presidente dell’ex UTI FC e ex Sindaco di Udine nel 2015 che è stato finanziato dalla regione FVG e con parte di detto finanziamento l’attuale studio di fattibilità. Lo studio di fattibilità completo è stato consegnato il 15 novembre 2022 e mai descritto agli organi amministrativi e politici del Comune. Da fonti giornalistiche si rileva che il Sindaco ha assegnato l’incarico all’agenzia per l’energia (APE) di redigere uno studio di fattibilità del teleriscaldamento di Udine e la divulgazione dei contenuti dello studio di fattibilità. Si segnala che lo studio di fattibilità del TLR “RA” è già stato consegnato da IBIS Engineering il 15 novembre 2022 ed è stato retribuito con i fondi pubblici (Regione FVG) messi a disposizione dalla Regione FVG; un ulteriore studio di fattibilità effettuato dall’APE come previsto dal Sindaco non può essere finanziato due volte con denari pubblici pena possibili rilievi della Corte dei Conti per spreco di risorse pubbliche. Lo studio del teleriscaldamento è molto complesso e articolato le cui configurazioni impiantistiche innovative sono già state stabilite e non possono che essere copiate; la copiatura viola i diritti legali della proprietà intellettuale volti ad assicurare la tutela delle creazioni della mente umana in campo scientifico e tecnico impiantistico. Per quanto riguarda la divulgazione l’Ape opererà sostituendosi a uno Spin Off accademico che ha ideato e strutturato l’impianto, che vanta tre professori Ordinari che insegnano materie impiantistiche energetiche e ambientali di cui uno ha il titolo ufficiale di professore senior per l’alta competenza e che ha prodotto, nel 2013 la migliore pubblicazione al mondo in materia impiantistica energetica. Infine il Comune ha aderito a un progetto europeo Heat 35 con lead partner un istituto Sloveno E-Zavod che riguarda teleriscaldamenti esistenti mentre il TLR “RA” è un nuovo teleriscaldamento. Il Comune evidentemente non ha compreso la portata del progetto di TLR “RA” che riguarda il riscaldamento della città di Udine per circa 80.000 abitanti equivalenti. Con la scelta operata dal Comune tutte le virtuosità e l’importanza e la dimensione delle ricadute di immagine e di prestigio vengono poste a capo della E-Zavod Slovena. La scelta sottrae alla regione, a due Università e due aree di ricerca di grande rilevanza in grado di tradurre lo studio di fattibilità in una domanda ai fini del PNRR e competenze eccezionali in relazione alla capacità di proporre progetti europei e di intercettare i fondi del PNRR. Le scelte operate dal Comune in relazione all’APE e all’Istituto Sloveno “desertificano” le competenze del territorio e sottraggono opportunità alle Competenze regionali. È convinzione personale, aggiunge Nardin che non servono ulteriori studi e allungamento dei tempi che valgono elevati valori economici e ambientali (7,5 milioni di risparmio all’anno per i cittadini) era opportuno assegnare con sollecitudine la richiesta fondi del PNRR a una delle due Università regionali o ad una delle due aree di ricerca (Trieste o Udine). Il Comune ha la disponibilità dei fondi della regione per effettuare lo studio di fattibilità da almeno tre anni, il ritardo accumulato, chiosa l’ingegnere, non ha reso possibile la partecipazione a un bando europeo di 200 mln di euro per le nuove reti di teleriscaldamento scaduto alla fine del 2022.