Immigrazione: Ritorno all’accoglienza “diffusa”. L’auspicio è emerso nell’audizione con i prefetti in IV Commissione del Consiglio Regionale Fvg

Molti gli interventi a margine dell’audizione con i prefetti che si è tenuta in IV Commissione della Regione Fvg sul tema immigrazione. Secondo il consigliere di Open Fvg Furio Honsell è emerso in maniera piuttosto chiara e precisa la propensione dei Prefetti nei confronti di sistemi di accoglienza diffusa, rispetto ad un’accoglienza di tipo concentrazionaria, che permette, afferma Honsell, la protezione e la dignità di queste persone seppure in condizioni di profondo disagio. Anche in quest’occasione ho ribadito, aggiunge il consigliere di Open Fvg, “l’importanza di quattro aspetti
per me fondamentali: “l’assicurazione che l’accoglienza venga fornita anche durante il periodo dei ricorsi; la riduzione al minimo di misure che tendino ad escludere le persone dall’accoglienza; il richiamo forte affinché la nostra Regione e il nostro paese si faccia carico del dramma che sta avvenendo alla frontiera tra i paesi della Croazia e della Bosnia Erzegovina, in particolare nella cittadina di Bihać; ed infine la volontà di favorire l’avviamento ad un lavoro dignitoso per queste persone nella fase di accoglienza.
Secondo il pentastellato Andrea Ussai: “Rimangono ancora numerose le questioni ancora da risolvere in tema di immigrazione e accoglienza in regione, dai tempi per le valutazioni delle richieste di asilo agli organici delle Forze dell’ordine, in un contesto di flussi costanti, se non in aumento”. “Le tempistiche di valutazione da parte delle Commissioni territoriali per le richieste di asilo restano lunghe e non sono migliorate – rileva Ussai -. Ci vuole un anno per avviare la pratica e altri due per i ricorsi, con un carico sulle Commissioni stesse e sui tribunali eccessivamente alto. Urge un potenziamento degli organici e/o una redistribuzione delle pratiche”. “La carenza di risorse umane si verifica anche tra le forze di polizia – sottolinea il consigliere M5S -. Se le pattuglie miste sui confini hanno dato qualche risultato, la loro efficacia è ridotta in quanto impiegate soltanto in quattro turni da sei ore alla settimana. Per riuscire ad essere operative sulle 24 ore, secondo quanto indicato dai Prefetti, ci vorrebbero almeno un centinaio di uomini in più”. “Ma i dati forniti nel corso dell’audizione rimarcano come nonostante i maggiori ritrovamenti le riammissioni, così come le espulsioni e gli allontanamenti, sono diminuiti nel corso di quest’anno e l’azione più efficace ha riguardato i trasferimenti in altre Regioni alleggerendo la pressione sul nostro territorio, con Trieste che risente maggiormente delle presenze perché è il principale luogo di arrivo – conclude Ussai -. A conferma di come gli slogan del centrodestra a trazione leghista non servono ad affrontare questo delicato tema ma servono azioni concrete sia per affrontare il problema umanitario che di sicurezza”.
Posizione chiara anche quella del PD in una nota del segretario regionale Cristiano Shaurli, secondo occorre “Ragionare su redistribuzione a livello europeo”. “Più umanità e più sicurezza di possono coniugare, non con proclami ma con atti concreti, spiega Shaurli, Il dispositivo delle pattuglie miste italo-slovene sul confine va mantenuto e reso più efficace, e se i risultati, determinati in primo luogo da carenza di personale, non sono per ora soddisfacenti il significato di questa collaborazione tra forze dell’ordine è una scelta politica transnazionale che condividiamo, che va confermata e resa più efficace. Resta all’ordine del giorno il problema della carenza di personale nelle forze dell’ordine italiane, sottoposte a un lavoro che attualmente non ha riscontri in altre regioni del nostro Paese, visto le quasi seimila persone arrivate solo nel 2019 dalla rotta balcanica”. Il segretario dem ha quindi segnalato che “è opportuno dare ascolto alle valutazioni dei prefetti sugli effetti dell’accoglienza diffusa quale metodo efficace per la gestione dei migranti sul territorio”, e ha aggiunto: “in una prospettiva di alleggerimento, si impone un ragionamento sulla possibilità di chiedere anche qui di estendere la redistribuzione a livello europeo, in modo analogo a quanto stabilito a Malta per i migranti soccorsi in mare”.