Incentivi all’assunzione Regione FVG, la posizione critica della Uil
La UIL del Friuli Venezia Giulia esprime preoccupazione per le notizie diffuse a mezzo stampa nei giorni scorsi, relative ad alcuni incentivi che la Giunta regionale intende inserire nel disegno di legge regionale cosiddetto “omnibus”. Nello specifico, la sua attenzione è rivolta alla dichiarata volontà di concedere incentivi a imprese che assumeranno a tempo indeterminato lavoratori rimasti disoccupati a causa di crisi occupazionali, a condizione che gli stessi siano residenti nel territorio del Friuli Venezia Giulia da almeno cinque anni.
Pur comprendendo l’attenzione che la Regione vuole riservare, in un’ottica di servizio al territorio, alle persone disoccupate che vivono in Friuli Venezia Giulia, la UIL segnala che non può essere quella dell’anzianità di residenza la formula da seguire. Tale strada, infatti, discriminerebbe innumerevoli categorie di disoccupati, tra i quali almeno:
- i cittadini italiani, che sono stati impiegati nel territorio regionale, ma che sono residenti in Friuli Venezia Giulia da meno di cinque anni;
- i cittadini italiani, che sono stati impiegati nel territorio regionale e che per una questione di vicinanza dal luogo di lavoro, non hanno avuto bisogno di spostare la proprio residenza sita in altra regione italiana (per esempio nei Comuni del Veneto, siti a ridosso delle province di Pordenone e Udine);
- i lavoratori frontalieri cittadini italiani, già impiegati nel territorio regionale ma residenti in Austria, in Slovenia o in Croazia, che ai sensi del Regolamento CE 492/2011 sono titolari della parità di trattamento rispetto agli altri disoccupati cosiddetti “stanziali”, per quanto riguarda tutte le misure di politiche attive del lavoro finalizzate al ricollocamento nel mercato del lavoro italiano e regionale;
- i cittadini di altri paesi dell’Unione europea, che godendo della parità di trattamento prevista dal Regolamento CE 492/2011 rispetto ai cittadini italiani, si trovino nelle condizioni descritte nei punti precedenti;
- i cittadini di paesi terzi, già impiegati nel territorio regionale e titolari di un permesso di soggiorno che consente l’attività lavorativa di durata almeno annuale, ma che sono residenti in Friuli Venezia Giulia da meno di cinque anni.
La scelta di concedere incentivi alle imprese, a condizione che sia rispettata una determinata anzianità di residenza dei disoccupati da assumere è una pratica vietata dalla legislazione europea, che peraltro è stata già censurata dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea in un caso praticamente identico, verificatosi nel recente passato in Lussemburgo (sentenza 13 dicembre 2012, causa C-379/11).
Nel 2012, infatti, il massimo tribunale europeo riconobbe il contrasto con il diritto UE in materia di libera circolazione di una normativa lussemburghese che subordinava l’iscrizione ai centri per l’impiego ad un requisito di residenza in Lussemburgo e, conseguentemente, escludeva dall’erogazione di appositi incentivi all’occupazione di disoccupati ultraquarantenni, quei datori di lavoro lussemburghesi che assumevano lavoratori frontalieri residenti nella vicina Germania, già collegati al mercato del lavoro lussemburghese in ragione di precedenti rapporti di lavoro in Lussemburgo, ma che non potevano essere iscritti nei locali CPI (condizione questa prevista per l’accesso all’incentivo occupazionale).
Tra le varie casistiche di disoccupati sopra ricordate che sarebbero a rischio di discriminazione, la UIL Friuli Venezia Giulia intende porre l’attenzione quella dei lavoratori frontalieri impiegati nel territorio regionale che, storicamente confinati in gran parte nel sommerso, necessitano venga costruito un quadro giuridico certo e non discriminatorio, come condizione per essere incentivati a emergere dal lavoro irregolare. Non c’è bisogno dunque di scelte legislative che si configurerebbero come ulteriori ostacoli alla loro mobilità, in un contesto di frontalierato – quello tra Italia, Slovenia e Croazia – che ne è già ampiamente caratterizzato. In Friuli Venezia Giulia, unica regione italiana che ospita un consistente flusso di lavoratori frontalieri in entrata, c’è la necessità di avere un mercato del lavoro costantemente supportato da decisioni che mirino a una progressiva regolarizzazione di tali rapporti di lavoro.
In un continuo monitoraggio effettuato con le proprie federazioni di categoria (quotidianamente impegnate sul campo a tamponare le innumerevoli crisi occupazionali che affliggono il territorio regionale) la UIL Friuli Venezia Giulia ha constatato che vi sarebbe un numero significativo di lavoratori – anche provenienti da quelle almeno mille famiglie della Provincia di Trieste, spostatesi a vivere in Slovenia dal 2004 a oggi, mantenendo il rapporto di lavoro in Italia – discriminato da un provvedimento come quello che la Regione Friuli Venezia Giulia intende assumere.
Per questa ragione, la UIL Friuli Venezia Giulia invita la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, peraltro titolare da anni di un progetto finanziato con fondi comunitari che ha per oggetto anche il superamento degli ostacoli alla mobilità dei lavoratori frontalieri, a ripensare a quanto finora annunciato, evitando di porre in essere ulteriori ostacoli alla mobilità di tali lavoratori.