Incontro Biden-Putin, su tavolo un menù di problematiche con pietanze reciprocamente indigeribili

Il lago di Lemano, che volge lo sguardo alla città di Ginevra, è stato l’ambientazione del primo vertice bilaterale tra il presidente statunitense Joe Biden e l’omologo russo Vladimir Putin. Ieri dopo quattro ore di serrata discussione con alla base disaccordi profondi e aspettative di risoluzioni più o meno risolutive, i temi trattati sono stati: la sicurezza euro-atlantica, lo spazio post-sovietico e la questione ucraina, la situazione in Siria, la sicurezza informatica, la sovranità e l’interferenza negli affari interni, il disarmo e i diritti umani. Insomma un menù con pietanze reciprocamente indigeribili. Secondo quanto espresso da Putin alla conferenza stampa tenutasi in serata, il vertice è stato costruttivo e senza “ostilità”. In merito al suo interlocutore, il presidente russo ha affermato che Biden “è diverso dal presidente Trump”, definendolo uno “statista aperto” mentre giorni fa aveva tesso le lodi dell’amico Trump. Tra i due paesi è stato comunque raggiunto un accordo per il rientro dei dieci ambasciatori americani, espulsi dalla Russia come gesto di rappresaglia alle sanzioni USA, imposte contro il Cremlino per le interferenze nelle elezioni e le recenti campagne di spionaggio informatico, certamente un passo distensivo che non va però oltre l’immagine dato che sulla natura profonda delle divergenze Biden e Putin hanno solo concordato di avviare consultazioni, come sul tema della sicurezza informatica e sul trattato New START per il disarmo nucleare. Per quanto riguarda la questione ucraina, la Russia si è detta pronta ad agevolare gli accordi di Minsk se anche Kiev è disposta a farlo. Mentre sul caso Navalny – l’oppositore del Cremlino in carcere – Putin ha affermato che quest’ultimo “sapeva di violare una legge russa ed era al corrente delle conseguenze a cui sarebbe andato incontro”. Rispondendo a una domanda sui diritti umani, il presidente russo ha chiesto: “Di che diritti umani stiamo parlando? Guantánamo è ancora aperto e non corrisponde agli standard internazionali dei diritti umani o alle leggi degli Stati Uniti. In Europa c’erano prigioni dove si torturava. In Russia stiamo sviluppando il nostro percorso”. “Abbiamo discusso del tema dei cittadini Usa detenuti in Russia e su questo punto potremo trovare un compromesso”, ha poi riferito Putin. In una dichiarazione congiunta al termine del summit, i due capi di stato hanno sostenuto che Stati Uniti e Russia intraprenderanno un solido dialogo bilaterale incentrato sulla stabilità strategica, riaffermando il principio secondo cui “una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta”.