Indagine Confcommercio nazionale su usura e illegalità

Dai dati dell’indagine Confcommercio nazionale su usura e illegalità emerge, in estrema sintesi che quasi il 12% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2021.  L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 27%). Il trend è più marcato nelle grandi città e al Sud dove l’usura è indicata in aumento dal 30% delle imprese. Il racket è in crescita per il 21% degli imprenditori.  L’11% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività.  Il 17,7% degli imprenditori è molto preoccupato per il rischio di esposizione a usura e racket. Un timore che è più elevato nelle grandi città e al Sud.  Di fronte all’usura e al racket il 58,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 33,6% dichiara che non saprebbe cosa fare, il 6,4% pensa di non poter fare nulla. I dati sono più marcati al Sud.  In sostanza secondo l’Ufficio Studi Confcommercio  Almeno 30mila imprese del commercio, della ristorazione e della ricettività sono oggi ad elevato rischio usura, per non dire che l’illegalità costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi quasi 31 miliardi di euro e mette a rischio circa 200mila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari al 6,3%. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 8,7 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 4,8 miliardi, la contraffazione per 4,1 miliardi, il taccheggio per 4,3 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 2,8 miliardi.

Dati usura per macroaree geografiche – (1)

Dati usura per dimensioni dei centri urbani –