Industria. Pd: laguna di Grado e Marano inadeguata per maxi acciaieria
“La Danieli fa parte di un panorama di grandi gruppi industriali che ha le risorse e le tecnologie per investire in innovazione e per accelerare i processi di transizione energetica. Questo non significa che la Laguna possa considerarsi adeguata a impianti siderurgici, anche se cosiddetti green, dal momento che costituisce un ecosistema delicato, tutelato come sito di interesse comunitario per il suo patrimonio naturalistico e ambientale, strategico per lo sviluppo di un’economia turistica già in crescita che è incompatibile con produzioni siderurgiche di quelle dimensioni”.
Lo affermano in una nota i consiglieri regionali Francesco Martines e Massimiliano Pozzo (Pd), aggiungendo che “Danieli e Metinvest continuino pure a ricercare strade adeguate allo sviluppo sostenibile, ma in questa ricerca anche sul livello nazionale includano un’attenta analisi dei siti ospitanti, la cui adeguatezza va valutata con trasparenza e con percorsi partecipativi delle istituzioni a ogni livello, nonché di tutto il territorio”.
“Per quanto ci riguarda, la Regione con il presidente Fedriga e l’assessore Bini, in questa complicata vicenda dell’acciaieria non ha battuto un colpo. Anzi, non si è affatto distinta per trasparenza e metodo partecipativo sulle scelte più impattanti per il territorio. Fedriga e Bini – prosegue l’intervento dem – continuano tuttora a non dichiarare chiaramente la loro posizione, nascondendosi dietro procedure amministrative e burocratiche, mettendo così in difficoltà le amministrazioni locali responsabili del governo dei loro territori, e gli stessi cittadini, che vivono con ansia scelte calate dall’alto, impattanti in maniera determinante sul futuro delle comunità”.
Il Gruppo regionale del Partito democratico ribadisce quindi “l’importanza dello sviluppo economico, la necessità di una strategia e di una programmazione sostenibile sulle politiche industriali. Il fatto è – concludono Martines e Pozzo – che questo ipotetico impianto siderurgico da insediare nell’Aussa Corno, a ridosso della laguna di Grado e Marano, non ha alcuna sostenibilità ambientale, sociale e forse neanche economica, se non con interventi economici del pubblico per creare le necessarie infrastrutture”.