Inquinamento idrico da idrocarburi nelle Valli del Natisone: seconda lettera dei cittadini per sollecitare intervento risolutivo
Cittadini della frazione di Ieronizza, nel Comune di Savogna, hanno inoltrato un comunicato stampa riguardante l’inquinamento da idrocarburi che ha compromesso la qualità dell’acqua potabile nella zona da oltre due settimane. Il comunicato descrive la situazione, le richieste e le azioni fin qui intraprese per sollecitare interventi urgenti e trasparenti da parte del gestore CAFC S.p.A. e dell’amministrazione comunale di Savogna.
Questo il testo della nota stampa, in calce la lettera spedita alle autorità:
Oggi (30 ottobre), dieci minuti prima di mezzogiorno, i cittadini della frazione di Ieronizza hanno consegnato in Comune e inviato via PEC al CAFC S.p.A. una seconda lettera di reclamo urgente per sollecitare un intervento risolutivo riguardo all’inquinamento idrico da idrocarburi. Questo documento segue una prima segnalazione protocollata mercoledì scorso, in cui i residenti avevano richiesto maggiore trasparenza e comunicazioni più chiare da parte dell’amministrazione comunale. Ad oggi, nonostante l’attesa e l’urgenza, sia il CAFC che il Comune continuano a mancare di chiarezza.
Da oltre due settimane, la comunità vive nell’incertezza: non è stata ancora comunicata la causa dell’inquinamento e, come unica soluzione temporanea, il CAFC ha fornito sacchetti di acqua potabile da tre litri. Stamattina, il CAFC ha prelevato campioni da alcuni pozzetti della frazione, ma si è rifiutato di eseguire controlli all’interno delle abitazioni, eccetto un solo caso, nonostante fosse questa la richiesta dei cittadini. Inoltre, dopo giorni di attesa per il responso dell’Azienda Sanitaria, ieri è emerso che l’ente non aveva ancora eseguito prelievi, lasciando i cittadini privi di un riscontro indipendente sulla qualità dell’acqua. Solo oggi, alla presenza di un operatore CAFC, un tecnico dell’Azienda Sanitaria ha prelevato un campione dalla fontana pubblica, senza accedere però alle abitazioni private, nonostante l’autorizzazione dei residenti, per evitare, come riferito dallo stesso tecnico, “possibili problemi con il CAFC”.
“Richiediamo che l’acqua delle nostre abitazioni venga analizzata in modo indipendente e senza l’interferenza del gestore idrico CAFC, poiché riteniamo che stiano scegliendo dove effettuare i campionamenti in base ai propri interessi”, dichiarano i cittadini di Ieronizza. “Non ci fermeremo finché non avremo soluzioni certe e sicure.”
Gli abitanti di Ieronizza sono esasperati da una gestione della crisi che li ha lasciati soli e senza risposte. Vivendo in una zona incontaminata delle Valli, hanno diritto a un’acqua pulita e sicura e chiedono risposte chiare. Anni fa, la frazione di Ieronizza si approvvigionava da una fonte naturale distante poche centinaia di metri, ma oggi il CAFC fornisce l’acqua dalla zona di Artegna, con un percorso più lungo e, a loro avviso, meno sicuro. “Amiamo il nostro territorio e chiediamo giustizia, trasparenza sulla causa dell’inquinamento e misure efficaci per prevenire futuri problemi” – affermano i residenti, aggiungendo che, qualora si rendesse necessario, sarebbero pronti a prendere in considerazione un cambio di gestore.
Al fianco dei cittadini si schiera il Comitato Amici del torrente Alberone, noto per la sua difesa del torrente e dell’ambiente naturale della Val Alberone. Il Comitato sostiene la battaglia per il diritto all’acqua potabile e per la giustizia in questa crisi, invitando tutta la popolazione a non rimanere in silenzio di fronte a ingiustizie simili. “Non è accettabile il disinteresse di alcune personalità comunali, che, non risiedendo nel comune, sembrano non comprendere il disagio reale dei cittadini” – dichiarano i residenti, sottolineando che finora nessuna rappresentanza del Comune si è recata a Ieronizza per verificare la situazione.
I cittadini sono inoltre preoccupati per l’impatto ambientale dell’acqua contaminata da idrocarburi sul fragile ecosistema del torrente Alberone e sugli esseri viventi che dipendono da esso. Nelle piccole frazioni montane, prive di depuratori per il trattamento delle acque reflue, il rischio di contaminazione si estende a tutta la valle e potrebbe compromettere l’ambiente naturale della zona.
Chiediamo quindi azioni concrete e un impegno reale per la salute degli abitanti delle frazioni coinvolte nei Comuni di Savogna e Pulfero. La gestione della salute pubblica merita di essere trattata in modo serio e professionale.
Invitiamo gli organi di stampa, le emittenti televisive e i siti di informazione a dar voce al nostro comunicato, sensibilizzando l’opinione pubblica su questa crisi. La vostra attenzione potrebbe non solo mettere in luce il nostro dramma, ma anche spronare un cambiamento. Ricordate, ogni goccia d’acqua che scorre nei nostri rubinetti è un diritto, non un privilegio.