Instabilità internazionale, ma fiducia nella qualità e capacità reattiva del sistema imprenditoriale
Presentato l’Osservatorio semestrale sull’economia Fvg a cura della Cciaa Pn-Ud: nuovi mercati di sbocco per diversificare l’export, tenuta del sistema occupazionale e delle imprese, complessità nella crescita e nel credito tra i principali dati elaborati
Un nuovo periodo di incertezza, alimentato soprattutto dalle continue instabilità internazionali a livello geoeconomico (dazi pendenti in primis) e geopolitico. Ma fiducia nella capacità del sistema imprenditoriale italiano e del Fvg di assorbire i colpi di un momento particolarmente complesso e guardare avanti, grazie a innovazione e qualità, flessibilità e diversificazione.
L’analisi arriva dalla presentazione dell’Osservatorio semestrale sull’economia del Fvg della Camera di Commercio Pordenone-Udine, che due volte l’anno l’ente propone con un report di raccolta ed elaborazione dei principali dati. La conferenza stampa, aperta dal presidente della Cciaa friulana Giovanni Da Pozzo, ha visto questa volta l’introduzione del quadro internazionale e nazionale da parte dell’economista Marco Martella, già direttore della sede di Trieste di Banca d’Italia e consulente dell’ente camerale, mentre l’elaborazione degli indicatori regionali è stata curata dalla responsabile del Centro studi Cciaa Elisa Qualizza. Per le conclusioni, l’intervento dell’assessore regionale alle attività produttive e turismo Sergio Emidio Bini.
Per le imprese del Fvg «l’export verso gli Stati Uniti e altri mercati-chiave sarà sempre pilastro essenziale della crescita – ha ribadito il presidente Da Pozzo –. Eccellenza produttiva, capacità di innovare ma anche grande capacità di adattarsi ai cambiamenti: sono caratteristiche che contraddistinguono le nostre imprese, dalle più piccole ai grandi gruppi, e anche se la situazione a livello globale ci lascia tuttora tanti punti di domanda, sono fiducioso sulla capacità di visione, preparazione e reazione del nostro sistema produttivo. Anche in passato, in contesti molto complessi, il Made in Italy ha dimostrato di mantenere una forza internazionale unica e le aziende possono fare leva su strategie di diversificazione dei mercati, che già stanno mettendo in atto». Secondo Da Pozzo, «pur restando solidi alcuni tra i principali partner europei, ci sono diversi mercati emergenti extra-Ue ad alto potenziale per il Fvg, individuati peraltro anche a livello italiano dal recentissimo Piano d’Azione per l’export del Ministero degli Esteri». Secondo le elaborazioni del Centro Studi Cciaa Pn-Ud, Regno Unito e Svizzera registrano un incremento di export del 90% e del 385% tra il 2019 e il 2024, a seguire Arabia Saudita (+148% nell’ultimo quinquennio), Messico (+160%) e Brasile (+113%), crescite consistenti anche in valori assoluti. Turchia, Cina, Arabia Saudita, India, Messico, Brasile, Emirati, Serbia e Sudafrica, in particolare, forniscono opportunità soprattutto in settori come gomma e plastica, metalli, tecnologia, elettronica e ottica, apparecchi elettrici, macchinari, meccanica e mobili, alcuni dei pilastri dell’export regionale. Mercati che stanno crescendo «e che le nostre imprese – ha sottolineato Da Pozzo – stanno già frequentando o cominciando a conoscere per diversificare la propria proposta di prodotti e servizi».
Nella sua relazione, concentrata sul livello internazionale e nazionale, Marco Martella ha evidenziato che, con l’annuncio sui dazi del 2 aprile, «a differenza di episodi precedenti, il dollaro ha subito un deprezzamento rispetto alle principali valute, mentre le quotazioni di petrolio e gas naturale sono diminuite bruscamente. Il successivo annuncio del 9 aprile della sospensione limitata, con l’applicazione di un’aliquota ridotta al 10% verso tutti i partner commerciali a eccezione della Cina, ha consentito un parziale recupero dei mercati, pur permanendo condizioni di elevata incertezza.
Quanto al Pil, le proiezioni pubblicate dalla Banca d’Italia il 4 aprile prefigurano per l’Italia una crescita dello 0,6% nel 2025, dello 0,8 nel 2026 e dello 0,7 nel 2027. Lo scenario include una valutazione preliminare degli effetti dei dazi statunitensi, ma non considera eventuali misure ritorsive. L’incremento contenuto del Pil nei primi mesi dell’anno, «è stato sostenuto principalmente dalla dinamica dei consumi, favorita dalla tenuta dell’occupazione e dall’incremento delle retribuzioni. Permane la debolezza degli investimenti in beni strumentali – ha detto l’economista –, mentre l’attività è stata supportata dal settore dei servizi e da un lieve miglioramento nella manifattura, che tuttavia potrà risentire delle ripercussioni dei nuovi dazi. Nel settore delle costruzioni, lo stimolo derivante dalla realizzazione delle opere del Pnrr ha compensato la riduzione nel comparto abitativo».
Anche in Fvg, nel 2024, le performance migliori in termini relativi, ha spiegato Elisa Qualizza, vengono dai servizi (+1,8% nel complesso): +2,5% le attività professionali, scientifiche e tecniche (+109 imprese), +2,3% noleggio, agenzie di viaggi e servizi alle imprese (+70), +2% altre attività di servizi (+103). In calo invece i settori più tradizionali. Il maggior contributo alla crescita in valore assoluto deriva dalle costruzioni (+215 imprese, +1,4%), «il cui effetto traino – ha specificato – si sta però affievolendo». Sempre sul fronte imprese, il tasso di crescita delle registrate nel 2024 in Italia è stato un +0,62%, in Fvg +0,19% (+184 imprese sul 2023, dati InfoCamere). «Le imprese – ha rimarcato Qualizza – sono stabili nell’anno sia nel territorio di Pordenone sia in quello di Udine». Nel 2024 in Fvg sono cresciute le società di capitale (+2,4%, +612 imprese), che sono il 26,3% del totale delle registrate in regione, mentre sono risultate in calo tutte le restanti forme giuridiche.
Sul mercato del lavoro in Fvg, secondo i dati Excelsior, tra 2019 e 2024 sono salite considerevolmente le entrate nel turismo e nelle costruzioni, ha aggiunto il presidente Da Pozzo: fatto 100 il 2019, confermano le elaborazioni del Centro Studi Cciaa Pn-Ud, nel 2024 il turismo ha raggiunto un valore di 156, le costruzioni di 150. In valore assoluto per il turismo le entrate sono salite da 14.530 a 22.670, per le costruzioni da 4.040 a 6.040. «Ad aprile 2025 – ha sottolineato il presidente – la richiesta di assunzioni nel turismo cresce del 3% in Fvg rispetto allo stesso mese del 2024, in lieve crescita anche la richiesta nelle costruzioni: +1,5%».
«Questo è un periodo in cui è complesso fare previsioni, perché a livello internazionale c’è molta incertezza – ha evidenziato l’assessore Bini nelle sue conclusioni –. È interessante in questo contesto vedere che ci sono segni più anche nei primi mesi di quest’anno nella nostra economia. Le rotte internazionali stanno cambiando e seppure il mercato americano sarà sempre riferimento per il nostro Paese, così come quello tedesco, soprattutto per la nostra regione, andranno però sicuramente esplorati nuovi mercati, che in questi ultimi anni stanno dando performance di crescita molto importanti. Il Fvg può mettere in atto una serie di politiche in grado di sostenere le imprese della regione. Se è vero che c’è stato segno meno per l’accesso credito alle imprese è altrettanto vero che c’è stato un incremento significativo negli ultimi anni per quanto riguarda l’accesso al credito agevolato che Regione Fvg ha messo a disposizione. Sono strumenti che sono stati apprezzati dalle imprese del territorio». (intervento completo dell’assessore da Arc).
Quanto all’inflazione, in Italia è stata influenzata dai rincari energetici. «Il Governo – ha spiegato Martella – è intervenuto con il decreto “bollette” per mitigare l’aumento dei costi energetici per famiglie e imprese. Le aziende prevedono incrementi contenuti dei listini per l’anno in corso». Sul Fvg è entrata nel dettaglio Qualizza, evidenziando che si è passati dall’1,9% di febbraio al 2,1% di marzo (Pordenone 2,1% e Udine 1,9%). Valutando l’indice Nic e le sue principali componenti, i prodotti energetici a marzo 2025 hanno toccato il valore di 148,5, dal 104,1 di gennaio 2021 (con un picco di 179,5 a novembre 2022). In aumento anche l’indice dei prodotti alimentari e bevande: da 104,8 di gennaio 2021 a 132,9 di marzo 2025.
Credito. Secondo i dati Banca d’Italia, a dicembre 2024 i prestiti alle imprese a livello nazionale sono scesi del 2,6% (var. % sui 12 mesi), in Friuli Venezia Giulia dell’8,5% (Udine -3,4% e Pordenone -8,7%). In Fvg pesa molto il calo dei prestiti nella manifattura (-13,9% sui 12 mesi) e nelle costruzioni (-7,1%). A livello dimensionale, piccole imprese -9% (di cui c.d. “famiglie produttrici” -8,1%), imprese medio-grandi -8,4%.
Slide Marco Martella Slide Elisa Qualizza – Osservatorio Economia FVG_06.05.2025