Jalmicco in piazza contro il mega hot spot per migranti

Erano tanti i cittadini di Jalmicco scesi in piazza per dire un no deciso al progetto di nuovo hot spot per i migranti che secondo indiscrezioni di stampa ed evidenze di varia fonte, dovrebbe essere allestito nel giro di pochi mesi nell’area dell’ex caserma Lago di Jalmicco, nonostante questa sia fatiscente. Alcune centinaia di persone hanno sfilato per le vie della piccola frazione di Palmanova nella manifestazione convocata dall’amministrazione della città stellata, a cui si è associato il comitato spontaneo gruppo cittadini di Jalmicco. Un corteo voluto per opporsi innanzitutto a una decisione percepita come calata dall’alto: queste le parole del sindaco di Palmanova, Giuseppe Tellini, che ha annunciato la richiesta di un incontro urgente al prefetto di Udine e denunciato la mancanza di trasparenza delle istituzioni che devono decidere sul progetto. Alla manifestazione erano anche presenti monti consiglieri regionali, Francesco Martines del Pd che ha emesso una nota nella quale ha lanciato un appello al Commissario straordinario e alla Regione “che ha poteri decisionali in merito, affinché ascoltino il territorio: il rischio è infatti una escalation delle tensioni sociali”. “Il presidente Fedriga e l’assessore Roberti – aggiunge Martines – dicano la verità, non si nascondano dietro le parole ‘decidono i prefetti’, perché questo non è assolutamente vero. Regione e Governo hanno lo stesso colore politico e quindi le scelte romane vengono sempre condivise con i vertici della regione. Non si può essere autonomisti solo quando conviene”.
“La ventilata possibilità di realizzare un nuovo centro per identificazione o trattenimento di migranti nell’ex caserma Lago di Jalmicco, in comune di Palmanova – spiega ancora Martines – è una scelta estremamente sbagliata e non percorribile per diversi motivi: il sito non è idoneo perché fatiscente, costituito da edifici pericolanti, con coperture e parti in amianto, privo di qualsivoglia condizione igienica, privo delle infrastrutture primarie di luce, acqua e, elemento ancor più pericoloso, privo di rete fognaria. Il sito non è dignitoso per ospitare nessuna persona, soprattutto se fragile”.
“Il sito è inserito nel cuore di una comunità coesa di poco più di 700 persone – aggiunge il consigliere dem – che non è in grado di sostenere un tale impatto tanto da alterare irrimediabilmente la storia di borgo millenario e le occasioni di ritrovo. Il sito non è servito da nessuna infrastruttura, non ci sono trasporti pubblici, collegamenti né altri tipi di servizi se non a chilometri di distanza, negando di fatto qualsiasi tipo di integrazione come previsto dalla legge”. “Il sito inoltre – aggiunge il consigliere di Opposizione – è vicino al Monumento nazionale e sito Unesco di Palmanova, città che sta cercando dignitosamente e con successo un percorso nel settore del turismo culturale e legato al territorio. II borgo di Jalmicco ha già visto, ultimamente, il proprio territorio attraversato da impattanti infrastrutture sovracomunali (elettrodotto a 380 kV in doppia terna, canale scolmatore, bretelle stradali) e non ha più ‘capacità’ di assorbire modifiche e alterazioni del territorio”.

“Questo territorio, costituito da piccoli paesi – conclude Martines – non può sopportare un centro con centinaia di migranti, con una decisione imposta, calata dall’alto e senza alcun confronto con le Amministrazioni e le comunità locali”.  Sul tema è intervenuto anche il consigliere regionale del Patto per l’Autonomia – Civica Fvg secondo cui:  “La tematica è complessa e proprio per questo va affrontata con razionalità, trasparenza e ragionevolezza” e in merito alla realizzazione del centro di accoglienza ha aggiunto: “Il dato di partenza – commenta il consigliere in una nota – è che ci sono stranieri richiedenti asilo politico che chiedono di beneficiare di un diritto costituzionalmente garantito, secondo cui lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. E dunque, continua Bullian, “spetta alle commissioni statali verificare l’ammissibilità della richiesta e certificare lo status di rifugiato e, attraverso le leggi ordinarie, va impostato il modello di accoglienza più confacente alla situazione”. Verificata negli anni “l’insostenibilità dei grandi centri di accoglienza, con le note problematiche di strutture come quelle di Gradisca d’Isonzo e della Cavarzerani di Udine, riteniamo errato procedere con una struttura simile da proporre nelle vecchie caserme di Jalmicco, a Palmanova, perché si otterranno risultati altrettanto deludenti. Non sono mancate altre presenze della politica , a Jalmicco anche una delegazione del MoVimento 5Stelle Fvg. I 5Stelle ribadiscono la soluzione della accoglienza con la cosiddetta accoglienza diffusa in regione, sottolineando che il problema dei richiedenti asilo andrebbe gestito a livello europeo. Fino ad oggi la politica della Regione in materia si è evidenziata come fallimentare e decisamente problematica. A sorpresa sul tema c’è da registrare anche la presa di posizione di Fratelli d’Italia che in una nota firmata da Walter Rizzetto, coordinatore regionale, dai parlamentari e dai consiglieri regionali del partito parla di “un’ulteriore ed attenta analisi della location dove allestire il centro, consapevoli del fatto che il Governo sta per cercare di contrastare i flussi immigratori illegali”.