La Cina è sempre più vicina. Firmato l’accordo con il porto di Trieste. Presto il vino friulano in viaggio verso Pechino, ma…
Con il circo mediatico/politico completamente assorbito dalla vicenda Ilva è passata inosservata la firma del primo accordo fra Italia e Cina sul porto di Trieste dopo gli impegni presi a Roma nella primavera scorsa nell’ambito della nuova via della seta. L’accordo è stato firmato a margine dell’expo sulle importazioni cinesi al quale è intervenuto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. L’intesa risponde alla richiesta italiana di reciprocità negli scambi commerciali in natura export verso la Cina che come è noto è ancora limitato rispetto a quelli in atti fra Cina, Germania e Francia. Inutile dire che se in un primo momento i flussi saranno dall’Italia verso la Cina il futuro potrebbe essere decisamente diverso. Da Pechino è arrivata l’offerta per una doppia piattaforma logistica dedicata alle aziende italiane e le merci frutto di questo accordo partiranno dal porto di Trieste per arrivare in due scali cinesi dove verranno create e utilizzate piattaforme logistico distributive destinate allo sterminato mercato del paese. Della loro realizzazione si occuperà la controparte firmataria China Communications Construction Company che si assume il rischio di impresa dell’operazione. L’azienda asiatica e il Porto di Trieste collaboreranno anche per attivare uno più magazzini di stoccaggio. I primi risultati si dovrebbero avere tra qualche mese ha spiegato il presidente dell’autorità di sistema portuale Zeno D’Agostino secondo cui si partirà dalle esportazioni di vino italiano in particolare delle bottiglie prodotte in Friuli Venezia Giulia. D’Agostino parla di una firma importante perché definisce un ruolo attivo del sistema pubblico italiano a sostegno del made in Italy e non ci sarà solo agroalimentare ma con questa intesa si dà seguito al primo dei tre punti concordati a marzo con i cinesi. Tutto bene quindi? Difficile dirlo il rischio è che i furbi cinesi dopo essersi bevuti qualche bottiglia di vino friulano ci inondino di loro merci che da Trieste potrebbero entrare nel mercato europeo in maniera massiccia.