Artigiani: CNA su decreto crescita: “Nessuna modifica all’articolo 10, è illegittimo e va abrogato”

Modificare l’articolo 10 del decreto crescita? Per la CNA non è possibile nessuna mediazione: l’infelice novità va abrogata senza alcun compromesso, “perché tutte le altre soluzioni sarebbero degli inutili palliativi di una norma che agevola una sleale concorrenza”. Nello Coppeto, presidente regionale della confederazione nazionale degli artigiani, invita la “sorella” Confartigianato a seguire la linea della CNA, che finora si era mossa da sola nella secca bocciatura dell’articolo con una richiesta di annullamento al Tar e all’Antitrust. “Anche se adesso tutti salgono sul carro, è stata la CNA la prima e la sola ad attivarsi nell’azione di difesa degli artigiani e dei nostri associati che ce lo hanno richiesto – precisa Coppeto –, e noi abbiamo risposto tempestivamente con adeguati provvedimenti a loro tutela”.

Ecco perché secondo CNA va abrogato l’art.10

L’art. 10 prevede la facoltà del cliente/consumatore di ottenere lo sconto subito in fattura invece che con la solita detrazione in 10 anni. Sconto che può arrivare fino al 70% dell’importo dovuto e che gli viene fatto dall’impiantista/serramentista. Questo artigiano porterà poi la sommatoria degli sconti in detrazione, nel successivo quinquennio (quindi in 6 anni), sperando che ci sia la capienza necessaria.

Attualmente si prospettano 4 situazioni

1: IMMEDIATA EMPASSE PRODUTTIVA: oggi il cliente finale rimanda i lavori, sapendo che tra qualche mese uscirà un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate su “come” applicare l’art.10 e come richiedere la sconto.

2: attualmente stanno già girando tra i fornitori degli artigiani le prime vessatorie “clausole di salvaguardia”, dove, a fronte della fornitura del materiale/impianto si nega all’artigiano di cedere la detrazione/sconto al suo fornitore. Questo porta l’artigiano in una posizione debolezza tra il fornitore ed il cliente, quest’ultimo vedendosi negare lo sconto immediato si rivolgerà quindi ai grandi gruppi o multiutilities.

3: Quando entrerà in vigore l’art.10, l’impresa artigiana si troverà di fronte ad un immediato mancato incasso, pur dovendo pagare subito le tasse, i suoi lavoratori ed i fornitori.

4: L’impresa artigiana rischierà di non recuperare gli sconti fatti a tutti i clienti, se le sue tasse saranno inferiori alla sommatoria degli sconti.

CNA cosa ha fatto ad oggi

Già in fase di disegno di legge, la CNA nazionale ha avanzato emendamenti per stralciare o abrogare l’art.10 che sono stati bocciati. Da sola ha quindi raccolto il mandato di 64 aziende, con le quali ha avviato, il 4 luglio scorso, un procedimento amministrativo davanti alla Commissione Europea e all’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (Antitrust) affinché venga accertata l’illegittimità dell’art.10 del DL Crescita. CNA ha quindi presentato ricorso presso l’Antitrust per Prassi commerciale scorretta, in quanto l’art. 10 porta i grandi gruppi/multiutilities automaticamente in posizione dominante rispetto all’impresa artigiana. Ha poi presentato ricorso presso la Commissione Europea in quanto l’art. 10 si configura, essendo un sconto elargito dallo Stato, come aiuto di Stato “selettivo”; cioè diretto solo ad alcuni (i grossi gruppi e multiutilities che possono permettersi un “sostituto d’imposta a titolo di acconto”.

CNA annuncia le proprie azioni:

“Quando, a settembre/ottobre, uscirà il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che prevede il funzionamento per l’applicazione dello sconto citato nell’art. 10 della norma, CNA lo impugnerà davanti al TAR – annuncia Coppeto. -, conseguentemente presenterà ricorso al Tribunale Civile per concorrenza sleale”. La battaglia di CNA si svilupperà quindi su diversi campi ed a step diversi nel tempo, con l’unico obiettivo della totale abrogazione dell’art.10, questo verrà comunicato anche puntando sulla diffusione del nostro ricorso tramite i social ed incontri locali con le imprese, anche per saggiarne l’umore. Nel frattempo ogni CNA regionale sensibilizzerà i parlamentari locali sull’argomento, in previsione della discussione della Legge di bilancio, in quanto sarà quella la normativa che potrà abrogare l’art. 10. Infatti il primo incontro che avrà il parlamento sulla legge di bilancio sarà il 10 ottobre, quindi bisogna assolutamente convincere i nostri politici regionali che l’art.10 è lesivo della libera concorrenza e che avrà un impatto negativo sulle piccole imprese a vantaggio invece della grande distribuzione (es. ENEL Luce e gas, che fa interventi di sostituzione di caldaie). “Le altre associazioni di categoria – afferma Coppeto – sembrano aspettare il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate per capire come muoversi, noi no”.