La Contrada Teatro Stabile di Trieste presenta Vettori 2023 Equilibri instabili
Con il progetto VETTORI 2023 – EQUILIBRI INSTABILI prosegue il sostegno della Contrada alla ricerca e alla sperimentazione attraverso la creazione di spazi di esperienza nei quali artisti di vari ambiti, studiosi e cittadini possono mettere in campo le proprie competenze per dar vita a un sapere condiviso. Il progetto VETTORI, reso possibile dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dal MiC – Ministero della Cultura, in collaborazione con il Comune di Trieste, porta al Teatro La Contrada 6 nuovi progetti in cui gli artisti, portatori di “equilibri instabili”, saranno i catalizzatori di connessioni remote e inaspettate tra diverse culture e individui, per la prefigurazione di un “dopo” che immaginiamo dai confini ancora labili.
Gli “equilibri instabili” di queste nuove residenze sono anche quelli tra le arti, che si contaminano e si ibridano in sei progetti inediti che troveranno casa e si evolveranno, ciascuno per due settimane, proprio al Teatro La Contrada.
«La bufera del coronavirus, assommata alla prima guerra europea dopo un lungo periodo di pace, ha scosso la comunità globale, cambiando il mondo e il modo di percepirlo», afferma la direttrice artistica Livia Amabilino. «Difficile davvero pensare di tornare semplicemente a prima. Ma forse è possibile cogliere questa occasione per disegnare nuovi equilibri, nei rapporti con la famiglia, con i partner, con il lavoro, tra i cittadini, nelle gerarchie sociali. Anche nella nostra piccola esperienza individuale si comprende che necessariamente si andrà incontro a equilibri instabili, forieri di crisi, inciampi, cadute e risalite. Ecco perché un ossimoro è il titolo del nostro progetto triennale di Residenze: anche nello spettacolo dal vivo, nell’arte, nel corpo degli artisti vedremo sperimentare quelli che abbiamo chiamato equilibri instabili. Seguendo l’impostazione di Vettori 2021 e 2022, abbiamo chiesto agli artisti di lavorare su un’analisi del presente per delineare il futuro prossimo».
Vettori 2023, tutti i progetti: le schede sintetiche
1. “CAMBIO DI GAMBA/LEG REPLACEMENT” di e con Enej Gala
La prima residenza riguarda il nuovo progetto del celebre artista sloveno Enej Gala, “CAMBIO DI GAMBA/LEG REPLACEMENT” (Restituzione 12 aprile 2023 ore 18 al Teatro dei Fabbri, mentre l’evento collaterale, una conversazione sulle evoluzioni del teatro di figura, si terrà il 3 aprile sempre alle al 18 Teatro dei Fabbri). Con la sua pratica Gala, che lavora tra Londra, Venezia, Lubjana e Nova Gorica, da sempre espande la narrazione mettendo in discussione le prospettive tradizionali della pittura, della scultura performativa, della marionetta e del video. Anche questa volta intreccia, con la danzatrice Elena Ajani, diverse arti: «Alla ricerca di mondi intermedi, che si muovono ai confini tra varie discipline, vorrei focalizzarmi sul teatro di figura in rapporto alla scultura e la danza contemporanea per comporre una coreografia specifica formata dal dialogo tra la danzatrice e l’oggetto», dice Gala, descrivendo il suo progetto. «Ragionando sul paradigma di Henrich Von Kleinst come spunto per la coreografia improvvisata indagherei la materialità e le differenze corporali tra la marionetta, la ballerina e alcune sculture come elementi scenografici». Questo evento rientra nelle attività realizzate all’interno di GO 2025 – Gorizia e Nova Gorica Capitale Europea della Cultura 2025.
2. “KEVIN”, di Le Api Randagie (Mattia Bonetti e Davide Bonetti, Carlo Cerato)
Il secondo progetto, “KEVIN”, è un mix di circo contemporaneo, musica e acrodanza, una disciplina circense che può racchiudere danza contemporanea, tecnica acrobatica ma anche capoeira, arti marziali, floorwork, break dance. (Restituzione 30 aprile 2023 ore 18 al Teatro dei Fabbri, mentre l’evento collaterale Scivolare sul ghiaccio: circo, musica, danza e acrodanzatori si terrà il 28 aprile sempre alle ore 18 al Teatro dei Fabbri). Il progetto è ideato e interpretato dai fratelli Mattia Bonetti (cantautore) e David Bonetti (acrodancer) con il giocoliere Carlo Cerato e si basa su un elemento davvero inaspettato: l’uso di scarpe di ghiaccio. «Abbiamo scelto un impedimento oggettivo come delle scarpe di ghiaccio per sviluppare, da un limite, un nuovo vocabolario di movimento. Ci interessa capire come cammina un umano con 6kg di scarpe di ghiaccio ai piedi. Come corre? Come si veste? Ma soprattutto, come fa acrodanza?”
3. “POLITTICO DELL’INFAMIA” di Anagoor
La terza residenza è per la pluripremiata compagnia Anagoor, già Leone d’Argento per il Teatro 2018, che lavorerà a Trieste sul “POLITTICO DELL’INFAMIA” (Restituzione 3 maggio 2023 ore 18 nella Sala Piccola Fenice di Trieste, in collaborazione con il Circolo Fincantieri, in più sarà definita la data dell’evento collaterale al Teatro dei Fabbri Un assemblaggio metamediale, plurilinguista, multiautoriale: mappe per conquistare il mondo e narrazioni non lineari per esistenze plurali). Anagoor è un collettivo che da sempre prende la materia letteraria non per farne semplici adattamenti teatrali, ma per trattarla come materia prima da rielaborare, cambiando linguaggio e prospettiva, attraverso un’altra arte, realizzando tutto da sé, dalla scrittura del testo alla costruzione di scene e costumi. Il nuovo progetto in residenza al Teatro La Contrada parte dal romanzo di Pablo Montoya Trittico dell’infamia, che ha un procedere affine: lo scrittore colombiano pone al centro di tre racconti l’opera di altrettanti artisti visivi europei vissuti nel XVI secolo. Come nel romanzo di Montoya, anche al centro della scena di Anagoor campeggia da sempre, accanto alla letteratura e con lo stesso ruolo di corpo “estraneo” all’arte teatrale, un riferimento esplicito alla storia dell’arte visiva: un’opera pittorica emblematica, attorno alla quale si dipanano il dispositivo drammaturgico e l’atto della performance intesa nella sua accezione storico artistica non teatrale.
4. “DIALOGHI CON L’ARTE” di Collettivo Yoy
I danzatori Emma Zani e Roberto Doveri, insieme al compositore Timoteo Carbone, hanno fondato nel 2020 il collettivo Yoy che fonde danza, musica e arte contemporanea. Il loro progetto in residenza a Trieste (Restituzione 19 giugno 2023, in luogo ancora di definire, alla quale sarà affiancato l’evento collaterale al Teatro dei Fabbri “Ohi YOY! La danza che conquista gli spazi”) si concentrerà sul trovare e sperimentare diverse possibili vie per unire i tre capitoli del loro progetto “Dialoghi con l’arte”. L’obiettivo è proporre un’esperienza e un viaggio attraverso colori, sonorità e qualità di movimento differenti che siano legati tra loro dal profumo di un percorso, ricercando un ambiente sonoro e una composizione coreografica che riescano a legare le tre performance.
5. “IL LIBRO DELLE PAROLE NUOVE” di Simone Corso e Jovana Malinarić
“Il Libro Delle Parole Nuove” è un testo teatrale scritto nel 2021 che ha ricevuto il Premio Hystrio – Scritture di Scena, Menzione Speciale RomaEuropa nel 2022. Nella loro residenza il duo formato da Simone Corso e Jovana Malinarić (con una restituzione il 2 settembre alle ore 18, in luogo ancora da definire, più l’evento collaterale Melting pot: il multilinguismo a teatro, un manifesto di poetica?, al Teatro dei Fabbri) svilupperanno il progetto soprattutto sulla linea del polilinguismo: il testo infatti, muovendosi tra regioni del mondo diverse e distanti, in bocca a personaggi provenienti da contesti culturali e linguistici altrettanto diversi e distanti, dovrebbe parlare quattro lingue distinte: l’italiano, il serbo-croato, l’arabo e l’inglese quale lingua franca. Seguiamo infatti cinque personaggi di quattro nazionalità diverse (PAOLA, la fotoreporter italiana; ĐEMILA, l’insegnante bosniaca; NASSER, un migrante siriano; IL CLOWN; LEON, il poliziotto croato); cinque luoghi, di cui uno collocabile nello spazio dell’accadere scenico, gli altri quattro in tre Paesi differenti (la Bosnia, la Siria e la Croazia) e quattro tempi (l’adesso, il novembre del 2016, il dicembre del 2020 e l’aprile del 2021) che, sfuggendo alla tradizionale progressione cronologica, non si susseguono consequenzialmente, ma ricadendo l’uno dentro l’altro e trasportando con sé, di conseguenza, personaggi, luoghi e azioni. Al centro, una domanda chiave inseguita dalla fotoreporter Paola: quando inizia davvero una guerra?
6. “SE COME IL VISO SI MOSTRASSE IL CORE” di Giuseppe Muscarello
Il coreografo e danzatore Giuseppe Muscarello, insieme alla dramaturg Alessandra Fazzino, prosegue il percorso tracciato con la sua ultima creazione I PUPI –Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori… Partendo dalla tradizione pupara siciliana, Se come il viso si mostrasse il core vuole esplorare il carattere, la gestualità, i campi di gioco di un nuovo personaggio, con la ricchezza/retaggio del bagaglio che ha portato alla creazione di una tecnica – non precostruita – di disantropomorfizzazione del corpo e di una sua pupo-morfizzazione. Se come il viso si mostrasse il core sarà presentato con una Restituzione il 5 dicembre alle ore 18, in luogo da definire, e sarà accompagnato da un evento collaterale al Teatro dei Fabbri. Spiega Muscarello: «Il nuovo percorso di ricerca intende non soltanto entrare ancora di più nell’intimo di una tradizione, quella pupara alla quale guardiamo come parte viva della nostra terra e della nostra città, ma intende altresì rielaborare e scardinare tale tradizione in vista di altre figurazioni».
VETTORI 2023 si arricchirà poi di ulteriori nuovi incontri e contributi, perché il progetto è un work in progress basato sulla collaborazione e il dialogo costante con gli artisti coinvolti. Per restare aggiornati su tutte le informazioni riguardo gli appuntamenti e le novità di VETTORI 2023 sul sito https://www.contrada.it/vettori .