Museo della Resistenza a Palmanova trova “estimatori” anche a destra, purché si rappresenti la falsità storica
Venerdì scorso Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto per l’Autonomia-Civica Fvg, nonché vicepresidente della V Commissione che ha competenze in materia di cultura, aveva emesso una nota nella quale affermava che sarebbe “quanto mai opportuno porre l’attenzione, in prospettiva, anche sui futuri musei. Penso per esempio al nuovo Museo regionale della Resistenza nell’ex Caserma Piave a Palmanova, in quella che fu luogo di repressione e tortura contro gli antifascisti: un progetto che merita di essere conosciuto e supportato, anche nel reperimento dei fondi successivi al primo lotto, che ancora non ci sono. In questi giorni, su invito del collega Francesco Martines, ho partecipato al sopralluogo e agli Stati generali sull’ex caserma. Mi congratulo con l’amministrazione comunale di Palmanova per aver avviato questo percorso molto significativo”. “Alla luce delle dichiarazioni del vicepresidente della Regione Anzil, proseguiva Bullian, che ha fatto notare come ‘su certi argomenti non dovrebbero esserci divisioni o obiezioni determinate da visioni politiche differenti’ e che ‘come amministrazione regionale rimango a disposizione se potremo dare un aiuto al percorso di realizzazione del progetto’, siamo certi che sia il momento giusto per accordare il necessario sostegno – conclude il consigliere di Opposizione – a quello che diventerà uno dei punti di riferimento culturali del nostro territorio, centrale per quella rete di luoghi della memoria sulla storia del Novecento che diverranno mete di visita così come di studio, approfondimento e didattica”. Una richiesta quella di Bullian che appariva, così come la dichiarazione di Anzil, equilibrata e condivisibile, ma non certo da chi non riesce proprio ad accettare la verità storica e cerca costantemente, magari supportato da manipoli di figuri a braccia tese, di riscriverla la storia, in maniera ovviamente ideologicamente indirizzata. Così a poche ore dalle dichiarazioni del consigliere di Patto-civica ecco irrompere come elefante in una cristalleria Fabio Scoccimarro, in qualità di consigliere regionale di Fratelli d’Italia che fingendo di essere d’accordo con Bullian piazza la propria visione della storia passata, presente e futura: “Come dichiarato stamattina dal consigliere Enrico Bullian, afferma Scoccimarro, anch’io credo che si debbano reperire i fondi per ‘quello che diventerà uno dei punti di riferimento culturali del nostro territorio, centrale per quella rete di luoghi della memoria sulla storia del Novecento che diverranno mete di visita così come di studio, approfondimento e didattica’”. “Auspico, aggiunge, che il Museo regionale della Resistenza sia un punto di riferimento sul territorio di tutte le Resistenze, non solo di quella componente rossa che guardava alla Jugoslavia come il paradiso socialista al quale vendere la vita dei connazionali che per la libertà avevano combattuto”. Insomma nella visione di Scoccimarro ci sarebbero più resistenze e anche se si gioca sempre nell’equivoco, o si cerca di farlo, il riferimento non è solo alla presenza nelle forze partigiane di diverse componenti e a vicende che gli storici hanno chiarito da tempo inserendole nelle dinamiche di quando sono avvenute, ma alla volontà precisa, del resto da sempre espressa da Scoccimarro, di evidenziare le divisioni, che lo stesso movimento partigiano ha riconosciuto e superato, per sporcare la storia della resistenza che fu contro fascismo e nazismo. E’ palese che Scoccimarro vede ancora il confine ad est come Yugloslavia di Tito e non, come la realtà ormai racconta da decenni, Slovenia membro della Ue. Del resto la chiusura della dichiarazione di Scoccimarro è emblematica del suo pensiero quando afferma: “Per superare le dicotomie ideologiche e il costante contrapporre i numeri di esistenze distrutte dall’odio, serve – conclude il consigliere Scoccimarro – la prospettiva di una didattica al servizio delle future generazioni di confine, nella collaborazione di tutte le istituzioni delle vicine Repubbliche”. Insomma riscrivere la storia con la solita tesi che i fascisti avevano le loro ragioni e che erano patrioti, mentre il male assoluto veniva dall’est. Intendiamoci, a scanso di fraintendimenti, nessuno nega che nelle orribili dinamiche di una guerra come quella che insanguinò l’Europa negli anni 40 del secolo scorso, vi furono inaccettabili stragi e gravissimi errori anche dalla parte di chi era dalla parte giusta della storia, ma equiparare le responsabilità non è un errore di valutazione storica ma un crimine, perchè schierarsi con i fascisti non è opinione diversa ma reato.