La sanità della montagna perde altri pezzi. Via senologia da Tolmezzo. Fedriga e Riccardi sordi alle esigenze delle donne carniche
“Che garanzie possono essere date alla popolazione del bacino di riferimento dell’ospedale di Tolmezzo e agli amministratori locali? si chiedeva una ventina di giorni or sono il partito Democratico dopo che l’Azienda sanitaria del Friuli centrale aveva deciso la chiusura della Chirurgia oncologica mammaria, rispetto al fatto che nel tempo l’accentramento degli interventi di chirurgia oncologica mammaria non determini anche un accentramento in altri ospedali delle attività di diagnostica e della presa in carico post-chirurgica, che rappresenterebbe un grave disagio per le donne del territorio e per le loro famiglie?”. Ebbene la domanda ha trovato risposta ed è la risposta che le genti delle terre alter del Friuli non meritano dato che il territorio montano vive già importanti criticità dal punto di vista dei servizi sanitari. Una risposta ci fanno sapere con una nota gli esponenti del Pd Massimo Mentil e Marco Craighero. «Come si temeva e immaginava l’incontro, di per sé già tardivo, di ieri dell’assessore Riccardi con i sindaci della Carnia è servito solo a certificare una decisione già presa. Ma questo è lo stile e il modus operandi della Giunta Fedriga: prendere decisioni unilaterali e calarle dall’alto come diktat, evitando ogni confronto col territorio e i suoi rappresentanti e comunicare le scelte a cose già fatte».
«Di fronte all’arroganza di questo Governo regionale chisano il consigliere regionale Mentil (Pd) e il responsabile Montagna nella Segreteria regionale Pd Fvg e consigliere comunale di Tolmezzo Craighero, a nulla sono servite le voci che già da mesi si erano alzate dalla Carnia e l’allarme che già da giugno abbiamo iniziato a lanciare. Sono stati ignorati anche gli ordini del giorno unitari e unanimi avanzati dalla Comunità di Montagna e dal Consiglio comunale di Tolmezzo. Il risultato è quello che già era stato a monte e pregiudizialmente deciso, con il tentativo peraltro di negarlo in prima battuta: gli interventi di chirurgia senologica verranno trasferiti da Tolmezzo a San Daniele» continuano i due esponenti dem. «A poco valgono le rassicurazioni sul fatto che si tratti dello spostamento della sola fase finale d’intervento, l’evidenza è e resta che a Tolmezzo e alla Carnia viene imposto un nuovo disservizio. Il timore è che sia l’ennesimo tassello di un percorso di depauperamento del territorio e della sanità locale, che porti a un ulteriore scivolamento e accentramento dei servizi a valle a discapito della montagna». Secondo Mentil e Craighero «si tratta di una scelta priva di fondate motivazioni e che comunque segna l’ingiustificata decisione, di fronte alla scelta tra due poli, di optare in ogni caso per la dislocazione fuori dal territorio carnico, dando un’ulteriore colpo al nostro già fragile territorio montano. La realtà – concludono – è che la dislocazione di un’attività cruciale per la salute femminile, in sfregio alle recriminazioni dei rappresentanti istituzionali e della popolazione, è inaccettabile nel merito e nel metodo».