La sanità per Riccardi è una gara nella quale il privato “corre” ad una velocità maggiore rispetto al pubblico. Non sarà che è dopato?

Non ha nessun ritegno l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi nel farsi sponsor della sanità privata accreditata da lui considerata alleato del sistema sanitario Fvg, anzi più che alleata sistema in futuro trainante perché, ha spiegato “Il privato accreditato “corre” ad una velocità maggiore rispetto al pubblico ed ha una flessibilità più elevata, elementi questi che gli consentono una modulazione dell’organizzazione ad una velocità coerente con bisogni di salute”. Peccato che dando per buono il paragone delle corse, magari di cavalli, il puledro privato è dopato mentre quello pubblico è stato azzoppato volutamente senza alcun ritegno dalle politiche di cui l’assessore si è fatto principale portatore. Riccardi ha reso pubblica dichiarazione del fatto che la sua gestione ha portato la sanità del Fvg un tempo fiore all’occhiello dei nostri territori allo sfascio e ha anche il coraggio anche di additare chi vorrebbe la sanità pubblica e universale come portatore di scelte ideologiche. Dimentica che è lui in nome della sua ideologia basata sul primato del denaro a sentirsi superiore. Eppure l’articolo 32 della Costituzione recita senza alcuna ipotesi diversa che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. La Repubblica insomma lo Stato e in maniera, a questo punto ignominiosa la Regione di cui lui è politicamente indegno rappresentante, portatore di interessi sui quali sarebbe il caso che qualcuno indagasse. La tesi di Riccardi e per lui quella di Fedriga, sarebbe che “Il privato accreditato è un alleato del sistema di salute pubblica che, con la sua importante attività, garantisce prestazioni gratuite alla stessa condizione del pubblico, contribuendo a contenere le fughe dei pazienti verso privati di altre regioni d’Italia. Continuare a proporre battaglie ideologiche su questa parte della sanità della regione non solo è fuorviante ma anche lesivo del sistema stesso”. La dichiarazione ovviamente è stata fatto come corollario, questo sì ideologico, visitando oggi a Pordenone la nuova torre dei servizi e le nuove sale operatorie del Policlinico S. Giorgio, struttura ovviamente privata. Il tutto alla presenza del direttore generale della struttura Maurizio Sist, del direttore generale dell’Asfo Giuseppe Toniutti e dell’assessore comunale Guglielmina Cucci, l’esponente dell’Esecutivo ha ribadito l’importanza che questa struttura ospedaliera riveste non solo per il Friuli occidentale ma per l’intero sistema regionale della salute. “Il privato accreditato – ha detto, come abbiamo accennato in apertura, “corre” ad una velocità maggiore rispetto al pubblico ed ha una flessibilità più elevata, elementi questi che gli consentono una modulazione dell’organizzazione ad una velocità coerente con bisogni di salute. Questa parte del sistema, quindi, non può che essere un nostro alleato con il quale lavorare nella quotidianità, lasciando comunque alla sanità pubblica le scelte sul sistema. Va però scardinata quella parte ideologica che non riesce a vedere gli indubbi vantaggi di questa collaborazione, tenendo inoltre conto che la nostra è una delle ultime regioni in Italia nel rapporto tra sanità pubblica e privato accreditato. Ciò è uno degli elementi che determina la fuga di pazienti, dal momento che i numeri ci dicono che il 70 per cento di quanti si rivolgono altrove lo fanno andando proprio nel privato accreditato dei territori contermini”. Insomma secondo Riccardi anziché investire sul buon funzionamento delle strutture pubbliche facendole crescere e diventare attrattive bisogna colmare il “divario” che vede il “privato” del Fvg meno presente rispetto ad altre regioni, ovviamente la Lombardia e il sistema Formigoni sono in testa alle preferenze di Riccardi. Certo è vero che spesso per il paziente , almeno per ora, la differenza fra le varie stutture non è percepitama chi garantisce che in futuro la situazione non volga all’americana. Ospedali e strutture sanitarie pubbliche sempre più dequalificate al servizio dei cittadini meno abbienti e strutture private che diventano d’eccellenza grazie ai soldi drenati al pubblico ma oper il cui accesso sarà necessario avere carte di credito gonfie o assicurazioni sanitarie private. Insomma come direbbe Cetto la Quaunque, “ntu culo” anche alla Costituzione.