La società A2a e la Carnia: giustizia è fatta, ulteriori ricorsi permettendo
Con una nota Franceschino Barazzutti, presidente del Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento, già sindaco di Cavazzo Carnico, rende noto lo stato della vertenza davanti al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche di Venezia fra la Società A2a e la Regione Fvg che ha visto soccombere la società energetica. Spiega Barazzutti: A2A è l’attuale società multiservizi concessionaria del sistema di grande idroelettrico del Tagliamento articolato sugli invasi di Sauris sul torrente Lumiei e su quello di Verzegnis sul rio Ambiesta che caricano rispettivamente le centrali idroelettriche di Ampezzo Plan dal Sac e di Somplago, la quale scarica le acque turbinate gelide e spesso torbide nel lago di Cavazzo o dei Tre Comuni sconvolgendolo. Questo sistema idroelettrico fu costruito dalla Società Adriatica di Elettricità (SADE) in due fasi: per prima fu costruita la parte che fa capo alla diga di Sauris ed alla centrale di Ampezzo, poi negli anni ’50 fu costruita la parte che fa capo alla diga di Verzegnis e alla centrale di Somplago. La terza fase che prevedeva la costruzione di una centrale ad Amaro utilizzando le acque del fiume Fella, di tutti i suoi affluenti di destra e del Chiarsò derivate in un bacino con diga sul torrente Variola, non fu realizzata poiché la tragedia del Vajont aveva dimostrato quanto fosse sbagliata la politica della SADE di sfruttare comunque ed ovunque le acque per produrre energia e… profitti.
Quello del Tagliamento è un sistema imponente che ha convogliato nelle centrali di Ampezzo e di Somplago tutte – diconsi tutte – le acque della Carnia ad eccezione di quelle del torrente But. Tale indiscriminato sfruttamento delle acque ha lasciato gli alvei asciutti e provocato gravi dissesti idrogeologici nelle valli carniche mentre ha portato grandi profitti agli azionisti della SADE e l’energia elettrica prodotta nei poli industriali veneti e della pianura. Alla fine della costruzione di questo sistema idroelettrico anziché vedere il promesso sviluppo la Carnia si trovò più povera di prima e con un notevole flusso emigratorio verso l’estero.
La Legge Regionale 6.11.2020 n. 21, attuativa di quella nazionale 11 febbraio 2019 n.12 sul grande idroelettrico, prevede tra l’altro che i concessionari sono obbligati a fornire gratuitamente e annualmente alla Regione, in ragione di 220 kWh per ogni kW di potenza nominale media di concessione o, in alternativa, la monetizzazione anche integrale dell’energia fornita gratuitamente, da destinare nella misura del 100 per cento ai servizi pubblici e alle categorie di utenti dei territori delle Comunità di montagna e dei Comuni della Regione interessati dalle derivazioni. Mentre Edison concessionaria delle centrali del Meduna e del Cellina ed appartenente alla francese Electricité de France (EdF) ha adempiuto agli obblighi della citata legge regionale, A2A anziché rispettare il dettato di legge versando il dovuto alla Regione ha invece promosso un ricorso davanti al Tribunale Regionale delle Acque Pubbliche di Venezia avverso alla Regione per l’accertamento dell’insussistenza di tale obbligo, con il risultato di vedersi il ricorso respinto sotto tutti gli aspetti. Il ricorso al tribunale di A2A e relativo esito meritano alcune considerazioni. Principali azionisti di A2A sono i Comuni di Milano e di Brescia con il 25% del capitale sociale ciascuno che permette loro con il 50% di avere il controllo della società e quindi di determinare gli indirizzi. Il ricorso di A2A al tribunale disegna uno scenario miserevole in cui due grandi comuni attraverso una propria società A2A sfruttano le nostre acque traendone utili ma si rifiutano di compensare i piccoli e poveri comuni della Carnia. Il ricorso di A2A al tribunale ha destato il dubbio che le sponsorizzazioni di varie iniziative carniche con abbondante esposizione dei simboli di A2A siano funzionali più ad usare tali iniziative per reclamizzare se stessa che le iniziative stesse. Ci auguriamo che A2A non ricorra in superiore istanza avverso alla sentenza del tribunale di Venezia e che la sua presenza in Carnia si manifesti anche con il verbo “dare” e non solo con quello “prendere”, che sa di coloniale, coniugato sino ad ora. Ci auguriamo anche che la Regione, dopo averne dato l’annuncio, costituisca subito la “Società Energia Friuli Venezia Giulia” a capitale pubblico non perché tutto resti come prima ma con l’obiettivo di diventare concessionaria degli impianti del Tagliamento nell’interesse della Carnia e dell’intera regione, per ridare acqua agli alvei desertificati. Un obiettivo da raggiungere anche con decise prese di posizione dei Comuni carnici, della Comunità di montagna della Carnia e dei Cjargnei.