L’aumento dei contagi è da prima pagina, non le manifestazioni violente di una schiera di “scappati da casa”
Faremo solo un accenno a quanto avvenuto ieri a Trieste perchè non vogliamo partecipare alla festa mediatica che sta amplificando un fenomeno, quello delle manifestazioni no vax/grenn pass, che meriterebbe solo poche righe in cronaca. Se è pur vero che la notizia è sempre notizia e che le immagini arrivate da Trieste stringono il cuore, con una città ostaggio di qualche centinaia di facinorosi, nobilitarla sulle prime pagine o in interminabili dirette tv, innesca un volano pernicioso e pericoloso. Diciamo che sono inaccettabili le violenze, la ricerca dello scontro con le istituzioni, il mettere a bersaglio i giornalisti che evidentemente si vorrebbero proni alle proprie tesi, ma è tutto qui. La bestia si nutre di odio e di autoreferenzialità, togliergli la gran cassa mediatica è il miglior strumento per isolarla e indebolirla. Del resto come per tutti i movimenti vuoti, velleitari e senza possibilità di vittoria, è solo una questione di tempo e anche se lo slogan più gettonato è “la gente come noi non molla mai” appare evidente che c’è già una progressiva erosione dei numeri di chi scende in piazza che si accompagna, e anche questa non è una novità, ad un esponenziale innalzamento dei toni e delle azioni di forza. Quando non sei più in grado di mostrare i muscoli, con le forze rimaste li usi, con il risultato di schiantarti contro un muro. Certo rimarranno sempre gli irriducibili seriali, che torneranno a marginalizzarsi e con i quali nessun dialogo e possibile, ma saranno sempre meno capaci di mobilitare. Detto questo l’analisi di quanto avviene oggi sulla vicenda pandemia e dintorni necessita di ben altre letture. La prima è quella relativa alla fotografia di quanto sta avvenendo sul piano dei contagi iniziando con il dire che la temuta, ma in realtà prevista, quarta ondata è arrivata in tutta Europa. Una volta tanto però, la linea del rigore in Italia ha pagato, visto che pur con differenziazioni regionali, la penisola ha nel suo complesso una situazione migliore rispetto alla gran parte dei paesi europei. In sostanza la forza d’urto del virus in Italia è limitata grazie allo scudo dell’alto tasso di vaccinazione (siamo all’83,5% di over 12 immunizzati). Ma ovviamente il pericolo è sempre in agguato visto che i parametri sono in crescita, l’incidenza, ha raggiunto i 53 casi per 100mila abitanti, l’indice di trasmissibilità Rt si attesta sopra la soglia epidemica dell’1 (è a 1,15), in aumento anche i ricoveri negli ospedali. Siamo a livello nazionale ancora al di sotto delle soglie critiche sia in area medica che in terapia intensiva (rispettivamente 10% e 15%), ma il tasso di occupazione delle terapie intensive è aumentato in una settimana dal 3,7 al 4 per cento e quello dei reparti ordinari dal 4,5 al 5,3 per cento. Insomma dal quadro fotografato dall’ultimo monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità non c’è da essere completamente ottimisti dato che comportamenti collettivi dissennati, con le scomposte manifestazione dei negazionisti del virus e dei contrari al green pass rischiano di amplificare la diffusione del contagio soprattutto fra i non vaccinati. Per onestà intellettuale bisogna dire che anche alcune manifestazioni, ad esempio il tifo da stadio, sono foriere di rischi, con la differenza che la presenza del green pass da vaccini limita di molto la concentrazione virale in quelle manifestazioni sportive, mentre l’assenza di copertura vaccinale in chi protesta nelle piazze rischia di fare da detonatore alla moltiplicazione virale. Per dirla chiaramente, l’assembramento e la mancanza di distanziamento rischia di diventare fattore devastante esponenziale fra i partecipanti e successivamente fra le persone che questi incrociano nei giorni a seguire. Non è infatti un caso che l’allarme maggiore è in Friuli Venezia Giulia seguito dalle altre regioni del nord est. Fvg dove le manifestazioni no vax e no green pass continuano a svolgersi con modalità, nei tempi e nei modi, poco rispettose delle libertà e della salute di una maggioranza che vede, lei sì, violentati i propri diritti da una minoranza dentro la quale sono shakerate forze diverse. Sciamannati vari, strumentalizzatori seriali di piazza, furbetti che hanno visto in quel movimento un palcoscenico di notorietà. Siamo anche certi vi sia una componente di persone assolutamente in buona fede, erroneamente convinti da tesi anti-scientifiche e che potrebbero essere recuperate attraverso un dialogo costruttivo che però, è evidente, non può avvenire nelle piazze monopolizzate da violenti e scalmanati. Sul fronte contagi il Friuli Venezia Giulia vede quindi una situazione preoccupante con 139,6 nuovi casi ogni 100mila abitanti (erano 96,5 una settimana fa). Un’impennata trainata soprattutto dal caso Trieste. Nella provincia giuliana infatti i nuovi positivi, dopo l’ondata di proteste in piazza contro il green pass, hanno raggiunto la cifra record di 409 casi ogni 100mila abitanti. Ma preoccupa anche Gorizia (136). Non è un caso che le due province confinino con la Slovenia dove l’epidemia galoppa (siamo a oltre 800 casi ogni 100mila abitanti). Al terzo posto a livello nazionale c’è il Veneto a quota 75,3. Con la provincia di Padova (104) ad essere più colpita e il presidente Zaia che ha già ammonito i suoi corregionali: «Il Veneto resta bianco ma non è una cosa scritta sulla pietra. Se continuiamo così, in poche settimane qualche viraggio di colore potrebbe accadere».