Lavori in Consiglio regionale per l’assestamento di bilancio: per la maggioranza la migliore di sempre, per le opposizioni manca una visione d’insieme

Come sempre l’esame dell’assestamento di bilancio per la Regione Fvg è momento più di tensione che di dibattito politico. Purtroppo ormai l’agone politico non è più il luogo dove confrontarsi magari aspramente di provvedimenti ma una sorta di ring dove mostrare muscoli ed imporre a colpi di maggioranza le proprie scelte. Intendiamoci sono anni che l’andazzo è questo, semmai oggi alcune radicalizzazioni del governo regionale a trazione leghista, con le fissazioni patologiche su sicurezza ed invasione, hanno reso ancora più sterile e perfino funzionalmente inutile il dibattito in aula, anche se è fondamentale che questo prosegua perchè certe affascinazioni su democrazia diretta o peggio democrazia accentrata cercano di affermarsi proprio demolendo il sistema della partecipazione e rappresentanza. Tornando all’assestamento di bilancio della Regione Fvg dopo gli interventi dei relatori di maggioranza e minoranza, nell’Aula del Consiglio Regionale è iniziata la discussione generale sul disegno di legge n.55, appunto di assestamento del bilancio per gli anni 2019-2021. Nel dibattito si passa dai toni trionfalistici della maggioranza a quelli demolitori delle opposizioni con toni più o meno sguagliati da tutte le parti. “La Giunta è orgogliosa, dichiara l’assessore regionale a Finanze e patrimonio Barbara Zilli, dei provvedimenti proposti nell’assestamento di bilancio 2019 che, a dimostrazione della volontà di investire sul territorio e rilanciare l’economia, vale 150 milioni di euro contro i 40 dello scorso anno. La strategia dell’Esecutivo, spiega, è chiara: dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini, dei territori e del comparto produttivo con ulteriori novità rispetto al testo licenziato dalla Commissione consigliare. Un’attenzione alla concretezza che è confermata anche dal voto unanime espresso sul documento da parte del Consiglio delle autonomie locali (Cal)”. Analizzando il documento finanziario l’assessore ha spiegato che “sono stati stanziati 3 milioni di euro che Friulia utilizzerà per favorire il rilancio delle imprese in difficoltà e altri 10 milioni sono stati assegnati al Fondo di rotazione per il comparto agricolo, che è fondamentale per l’economia del Friuli Venezia Giulia. Un altro tassello importante è quello dell’occupazione che ci ha visto destinare 8 milioni per favorire le politiche attive del lavoro e, nello specifico, i cantieri-lavoro”. Zilli ha quindi precisato che “sostanziosi interventi sono stati previsti anche a sostegno delle attività produttive e del turismo, senza trascurare la sanità, per la quale sono stati stanziati 30 milioni di euro e l’ambiente attraverso 5 milioni che serviranno alla riduzione del rischio idrogeologico e all’erogazione di contributi per lo smaltimento dell’amianto”. L’assessore ha quindi annunciato “la destinazione di 6 milioni di euro per il ‘bonus bellezza’, il provvedimento attraverso il quale verranno erogati contributi ai privati che effettueranno sui propri immobili interventi di riqualificazione e di miglioramento dal punto vista architettonico che portino vantaggio alla comunità”. Tra i provvedimenti inseriti nel documento “anche 1,5 milioni per rifinanziare la legge 30 sulle Camere di commercio, attraverso la quale verrà dato ulteriore supporto al sistema produttivo e ai possessori di partita iva – ha detto Zilli -. Inoltre, la chiusura del nuovo patto finanziario con lo Stato dimostra l’impegno della Giunta a favore dell’autonomia della nostra Regione e la sua capacità di dialogare in maniera efficace con le altre istituzioni”. L’assessore ha quindi concluso evidenziando “la propensione dell’Esecutivo al dialogo con tutte le componenti politiche e la disponibilità ad accogliere contributi, qualora risultino positivi per i cittadini e il Friuli Venezia Giulia, indipendentemente dalla loro provenienza”.
Toni trionfalistici anche quelli dell’assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti: – “Attraverso i tre provvedimenti inseriti dalla Giunta nell’assestamento di bilancio, che sarà approvato nei prossimi giorni, saranno garantiti vantaggi finanziari per tutte le amministrazioni locali del Friuli Venezia Giulia. Nel complesso 200 Comuni, nei quali vivono 1,2 milioni di cittadini, su 215 otterranno infatti vantaggi finanziari diretti, ma la manovra inciderà positivamente anche sui bilanci dei restanti 15, ai quali saranno infatti azzerate le penalizzazioni dell’extra gettito Imu”. Roberti ha rimarcato che “questo provvedimento finanziario mette a disposizione dei Comuni, tra risorse e minori recuperi, quasi 16 milioni di euro: 2,5 milioni per quelli fino 5mila abitanti per effettuare investimenti manutentivi; 3 milioni a favore di due terzi delle amministrazioni locali sotto i 3mila abitanti per integrazione del fondo ordinario e 10,1 milioni per il miglioramento o l’abbattimento dei peggioramenti relativi all’extra gettito Imu”.
L’assessore ha quindi sottolineato che “si tratta di interventi strutturali, i quali consentono di programmare azioni a favore delle nostre comunità locali. Sono previsti due interventi diretti che daranno una prima risposta alle situazioni di difficoltà finanziarie dei piccoli Comuni per un totale di 3 milioni di euro, dei quali beneficeranno 85 dei 131 Comuni sotto i 3mila abitanti. Nello specifico 600mila euro saranno assegnati ai Comuni montani fino a 800 abitanti con specifiche caratteristiche e 2,4 milioni euro annui verranno erogati a quelli con un procapite del fondo ordinario del 2019 inferiore alla media della classe demografica di riferimento. Entrambi gli interventi hanno natura di assegnazione integrativa e non straordinaria e quindi sono previsti per il triennio 2019-21”. Roberti ha quindi spiegato che “per gli investimenti la Regione mette a disposizione 2,5 milioni, che verranno assegnati a 153 amministrazioni cittadine: 131 fino a 3.000 abitanti, alle quali andrà una somma di 15.725 euro ciascuna, e 22 tra 3001 e 5000 abitanti, alle quali spettano 20mila euro. Si tratta di risorse che i Comuni potranno spendere liberamente per interventi ritenuti utili, col solo obbligo di attestarne la destinazione per investimenti entro un anno.
L’assessore ha infine evidenziato che “per quanto riguarda l’extra gettito Imu, è necessario sottolineare che a seguito dell’accordo finanziario tra Stato e Regione, anziché aspettare la legge di stabilità del 2020, si è deciso di anticipare nel 2019 una prima applicazione, almeno parziale, di alcuni effetti relativi alla rideterminazione, quindi il prossimo anno questi vantaggi andranno rideterminati sulla base dell’intera annualità”.

Di tono decisamente diverso il parere del M5S: Un assestamento di bilancio che non propone una visione per il futuro del Friuli Venezia Giulia, chiosa il Gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale. “Siamo passati dal Governo del Fare al Governo del Faremo – ironizza Cristian Sergo, relatore di minoranza -. È passato più di un anno da quando si è insediata la Giunta Fedriga e ancora attendiamo riforme chiare per la sanità, gli enti locali, le attività produttive. Ci sono decine di milioni che hanno nome e cognome, destinati vuoi a enti pubblici vuoi a privati. abbiamo terminato la discussione generale senza sapere come Giunta e maggioranza avrebbero distribuito il ‘tesoretto’ da oltre 60 milioni di euro ma questo modo di agire del centrodestra ormai nemmeno ci sorprende”.

“È difficile commentare una manovra estiva davanti a una Giunta e una maggioranza che sono sempre fuori dall’aula a decidere dove destinare le risorse del ‘tesoretto’, in sfregio al dibattito che si sviluppa in Consiglio regionale – aggiunge la capogruppo pentastellata, Ilaria Dal Zovo -. Da parte nostra abbiamo presentato una serie di proposte che hanno alla base un’idea di futuro della nostra regione che rappresentano dei cavalli di battaglia del M5S, come nel caso del trasporto pubblico locale gratuito per tutti. Il centrodestra invece ci presenta un assestamento che assegna milioni di euro attraverso poste puntuali”.
“Siamo di fronte a un testo inconsistente che affronta questioni a spot senza soluzioni organiche né confronto con i portatori di interesse – incalza Andrea Ussai -. L’unica certezza è che la sanità continua a strappare la maggior parte delle risorse, mantenendo un trend della spesa in costante crescita. Ma invece di affrontare questo e altri problemi, si riduce il tutto alla semplice installazione di telecamere nelle scuole dell’infanzia e nelle strutture socio-assistenziali. Così come vediamo positivamente le risorse destinate all’edilizia scolastica, siamo favorevoli anche a tutelare le fasce più deboli della popolazione come bambini e anziani ma, avanti di questo passo, filmeremo asili nido vuoti, visto il continuo calo delle nascite, e case di riposo fuori norma come evidenziato da recenti notizie di stampa”.
“L’assenza di una strategia si vede anche dagli interventi previsti per quanto riguarda le autonomie locali – aggiunge Mauro Capozzella -. Le risorse che vengono stanziate in questo assestamento di bilancio sono frutto del mancato avvio della riforma, e anche l’estensione a tutti i Comuni della facoltà di prevede l’imposta di soggiorno è sintomo di una mancanza di visione delle specifiche vocazioni dei territori. Vediamo invece positivamente le norme che riguardano lo sviluppo del patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia, in particolare per quanto riguarda l’istituzione del Museo regionale etnografico storico sociale: ci auguriamo di poter votare a favore di questo articolo, senza assistere a una serie di poste puntuali che in parte già vediamo, come nel caso dei 200 mila euro alla Diocesi di Trieste”.

Da parte dell’opposizione le maggiori critiche sono rivolte al metodo ed al merito di alcune assegnazioni, di cui viene rilevata la scarsa argomentazione. Viene osservato che una parte dei fondi regionali non sia stata esplicitata dalla Giunta sino alla seduta d’Aula. Oltre ai pentastellati anche Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia) ha  espresso riserve sul piano del metodo: “sappiamo che il ddl esaminato nelle Commissioni non tiene conto di tutte le risorse disponibili – ha spiegato, – in quanto circa 30 milioni delle risorse iscritte sono state “riservate” a una successiva valutazione da parte del presidente della Regione che grazie agli emendamenti dell’ultimo minuto le distribuirà sulla base di valutazioni non condivise né con le Commissioni né con il Consiglio delle autonomie locali”. Insomma una logica di ripartizione secondo convenienze che nulla hanno da spartire con la programmazione.  Bocciatra anche per Roberto Cosolini del Pd: “Accanto a cospicue aggiunte di risorse su capitoli che storicamente vengono rimpinguati con gli assestamenti del periodo estivo, e che in linea di massima possiamo considerare di ordinaria amministrazione e sui quali siamo concordi (ad esempio i settori del turismo, del sostegno alle imprese e della cultura) – afferma l’esponente del Pd -, si rilevano maggiori stanziamenti su capitoli relativi a provvedimenti avviati nella precedente legislatura che evidentemente non erano poi così sbagliati, come l’intervento per l’acquisto delle bici a pedalata assistita e l’aumento del Fondo per l’edilizia scolastica”.  “Rimangono delle criticità rilevanti – spiega ancora Cosolini -, che avevamo già evidenziato in sede di approvazione della legge di stabilità: mi riferisco al tema dell’edilizia, che neppure con le risorse estive trova una risposta; rimangono a zero i contributi per i cittadini per il recupero di edifici e per l’efficientamento energetico, scarsi quelli per la prima casa e per la legge 2/2000 per le opere dei Comuni. Anche sull’edilizia scolastica ci aspettavamo qualcosa di più. In generale, quindi, gli investimenti sull’edilizia escono ancora ridimensionati”.  Per quanto attiene le risorse assegnate agli enti locali “si evidenzia ancora una volta la grande confusione della maggioranza e della Giunta regionale in materia, denotando una decisa mancanza di idee (se non nel furore ideologico di voler cancellare quanto fatto dalla Giunta precedente sulle Uti e in materia di politiche immigratorie), e intervenendo senza una macro visione del futuro del sistema delle autonomie locali, con la prospettiva che ogni Comune si dovrà arrangiare da solo e mettendo definitivamente da parte una visione strategica associata”.