Lavoro: Serracchiani, tagli Inail non taglino sicurezza
“Tagliare i premi Inail senza avere la certezza che altrettante risorse saranno utilizzate per la prevenzione e la formazione e’ oggettivamente un danno. Il taglio di 1 miliardo e mezzo rischia di rivalersi sulla riduzione dei risarcimenti e sulla mancata formazione”. Lo ha detto la capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera Debora Serracchiani, oggi a Trieste intervenendo alla decima giornata regionale dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) del Fvg.
Al convegno, introdotto dal presidente Anmil Fvg Romeo Mattioli che ha sottolineato l’importanza della continuità dell’azione associativa nei confronti delle Istituzioni e di tutti i soggetti sociali e politici, hanno partecipato Maria Graziella Grasso, direttrice Inail Trieste, e l’assessore regionale al Lavoro del Fvg. Il presidente nazionale Anmil, Franco Bettoni, ha ricordato che “per incidenti sul lavoro muoiono tre persone al giorno”, ha ribadito l’importanza per l’associazione dei temi “dell’inserimento lavorativo e dell’insicurezza sul lavoro” esortando a “lavorare con tutti, in continuità, portando le battaglie anche in Parlamento”. A causa degli incidenti sul lavoro, ha spiegato, “ci sono famiglie distrutte dalla mattina alla sera, e a loro dobbiamo far capire che la vita continua”.
Riferendosi al Dl Sblocca cantieri, Serracchiani ha ammonito sul rischio che “la volontà di velocizzare, soprattutto nelle parti relative ai subappalti, non tolga regole che sono presidio di sicurezza sul lavoro”, mentre parlando del reddito di cittadinanza ha denunciato come “assurdo” il fatto che “una famiglia con invalidi prenda meno di una senza invalidi”.
Nel suo intervento, la parlamentare dem ha anche illustrato le proposte di legge e gli emendamenti (“tutti bocciati”) depositati a sua firma in favore delle vittime dell’amianto, dalla riapertura dei termini per il godimento dei benefici previdenziali per tutti i lavoratori esposti all’amianto che non sono riusciti ad accedere alla legge 257/92, ai casi di mesotelioma che riguardano coniugi e i figli di lavoratori esposti, alle vittime non professionali “che oggi hanno diritto a una miserabile una tantum di seimila e cinquecento euro, che bastano per pagarsi il funerale”.