Le cooperative sociali incontrano i candidati a Presidente della Regione. Primo incontro con Morettuzzo

Manca ormai meno di un mese alla scadenza elettorale che vedrà il rinnovo del Consiglio regionale e del presidente della giunta. Scadenza importante anche per le ricadute di natura economico-sociale che si potranno avere sulla base della prevalenza di un candidato presidente su un altro. Per questo motivo il Comitato Paritetico Regionale per la Cooperazione Sociale di cui fanno parte Legacoopsociali, Confcooperative Federsolidarietà, Agci Solidarietà Fvg, Cgil Funzione Pubblica, Fisascat Cisl, Cisl Fp Fvg, Uil Fpl, ha incontrato giovedì scorso il candidato presidente Massimo Moretuzzo, il 14 marzo prossimo incontrerà il candidato Alessandro Maran così come nei prossimi giorni la candidata Giorgia Tripoli. Il Comitato è in attesa della conferma di un incontro con il candidato Massimiliano Fedriga. Bisogna ricordare che la cooperazione sociale opera da sempre in tutta l’area dei servizi alla persona e quindi dei servizi sociosanitari ed educativi (minori, disabilità, salute mentale, dipendenze patologiche, carcere, migranti, povertà e grave marginalità, anziani, etc.) e nell’inserimento lavorativo di persone in situazione di svantaggio. Le attività delle cooperative sociali sono normate anche dalla contrattazione collettiva di settore e per questo, come da previsione del CCNL, da anni si è costituito in Friuli Venezia Giulia il Comitato Paritetico Regionale per la Cooperazione Sociale (in seguito solo Comitato). Il Comitato come accennato i apertura è composto da 6 rappresentanti delle Associazioni Cooperative e da 6 rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali (C.C.I. Federsolidarietà, Lega Coop Sociali, AGCI solidarietà, CGIL FP, CISL FP, CISL FISASCAT, UIL) e monitora lo stato di applicazione del CCNL oltre ad avere una funzione di supervisione sul settore della cooperazione sociale. Vale la pena ricordare come i “numeri” della cooperazione sociale a livello nazionale sono di assoluto rilievo con la presenza di 14.984 imprese e 461.468 addetti, in Fvg le cooperative sociali delle diverse tipologie sono 193 e occupano 14791 lavoratori. A questi valori si sommano i 10 consorzi di cooperative sociali presenti in regione, con 32 addetti e 82 cooperative sociali socie.

Nel confronto con i candidati Presidente il Comitato, si legge in una nota, intende promuovere un confronto sul futuro della nostra Regione a partire dalle sue criticità. Nel particolare i rapporti contrattuali tra Pubblica amministrazione e cooperazione sociale devono prevedere la piena applicazione del C.C.N.L. di settore e va mantenuta nel nuovo Codice appalti la previsione dell’art. 95 comma 10 bis di quello vigente che prevede un tetto massimo per il punteggio economico, attualmente fissato al 30 per cento; questa soglia, affermano dal comitato va a nostro parere abbassata. Negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera infatti, è concreto il rischio di spostare la competizione sul costo del lavoro (che rappresenta spesso oltre I’80% dell’importo complessivo dell’offerta) con prevedibili effetti fortemente negativi sulla tutela delle condizioni dei lavoratori. Altro punto quello relativo ai contratti di lavori, forniture e servizi, dove va prevista un’autonoma clausola di revisione del prezzo dell’appalto a seguito dell’aumento del costo del lavoro derivante dal rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Tale riflessione deve essere ulteriormente rafforzata nel caso di appalti di servizi sociali e di inserimento lavorativo che hanno un ruolo cruciale nell’attuale sistema di welfare. Altro punto qualificante, portato ai candidati Presidente, è quello del rapporto tra P.A. e cooperazione sociale che “deve essere valorizzato anche attraverso le modalità di concertazione della “coprogrammazione” e “coprogettazione”, previste dall’articolo 55 del Codice del Terzo Settore, che riteniamo debbano costituire le basi di una modalità di partenariato stabile e competente tra le parti, ponendo la massima attenzione alle significative differenze (normative, organizzative, gestionali e fiscali) esistenti tra i diversi Enti del Terzo Settore (cooperazione sociale, associazioni di promozione sociale, associazioni di volontariato, etc)”.
Il comitato paritetico chiede anche un Piano regionale per RiDare valore al sociale. “Il periodo COVID, si legge ancora nel documento, ha messo in evidenza le criticità del sistema sanitario, nazionale e regionale: pur riconoscendo l’enorme impegno degli operatori della P.A. e del privato, sociale e non, riteniamo non sia rimandabile un’analisi condivisa relativa a una questione storica del nostro welfare ossia il rapporto tra i sistemi “sanità” e “sociale”. Infatti, l’integrazione sociosanitaria da sempre rappresenta il terreno quotidiano di attività della cooperazione sociale ed è cruciale, a questo proposito, una seria riflessione sulla programmazione del Sociale, con la definizione di un Piano regionale per RiDare valore al sociale con adeguati finanziamenti e una coerente pianta organica della direzione regionale Salute e Sanità. Necessario dicono ancora dal Comitato superare l’emergenza “senza fine” del personale che deve essere affrontata a partire da tre considerazioni. “Il drammatico errore politico a livello nazionale compiuto negli ultimi decenni, nella pianificazione della formazione dei professionisti dell’area sociosanitaria; errore politico al quale segue anche, ora, l’impossibilità frequente da parte delle università di gestire eventuali incrementi significativi e a breve termine del numero dei professionisti in formazione;
Il contesto attuale è caratterizzato da una crisi delle vocazioni verso le professioni di cura: questo è un tema centrale che si legge in maniera trasversale su quasi tutte le figure professionali ed è una questione che deve essere affrontata politicamente immediatamente, con grande anticipo, per evitare, oltre alle errate pianificazioni del passato, anche la certezza di un declino del sistema di welfare nazionale e regionale.
L’impietosa crisi demografica: la nostra regione ha subito un calo di 30.000 giovani “under 34” nel periodo 2011-2022 e le proiezioni prevedono un incremento degli “over 65” dal 26% attuale, rispetto alla popolazione regionale, al 35%.”

Una recente ricerca condotta dall’Alleanza delle cooperative regionali ha evidenziato i seguenti e allarmanti fabbisogni di personale per il periodo 2022-2024: È bene sottolineare come i dati dell’emergenza del personale sopra rappresentati non siano, in senso stretto, un problema della cooperazione sociale, ma siano in realtà un drammatico problema dei cittadini e quindi dei beneficiari dei servizi sociosanitari che si vedranno sospesi i servizi per i quali si sono rivolti al servizio pubblico.
Il Comitato, come accennato, ha presentato queste riflessioni al candidato Moretuzzo nella giornata di giovedì 3 marzo, stesse riflessioni saranno portate all’attenzione dei candidati Maran e Tripoli in incontri già pianificato mentre si è in attesa di una conferma da parte del Presidente Fedriga.