Domenica annunciato sopralluogo della cittadinanza attorno al cantiere nel comprensorio ospedaliero di Cattinara a Trieste

Il Comitato spontaneo per la Pineta di Cattinara promuove per domenica 5 marzo dalle ore 15 un sopralluogo della cittadinanza attorno al cantiere nel comprensorio ospedaliero di Cattinara. Così ognuno/a vedrà di persona il disastro ambientale in corso e capirà meglio cosa l’ASUGI intende realizzare tramite la ditta Rizzani de Eccher, per scelta della Regione, con il sostegno di Comune, “Burlo Garofolo” e ANAS, nonché con l’assenso di Governo e Soprintendenza.  “Salviamo gli alberi superstiti! No a nuovo cemento, asfalto, traffico, inquinamento atmosferico e acustico, dissesto idrogeologico e disagi di cantiere! Cattinara ha già dato. Ora basta!” Queste le parole d’ordine del comitato che puntualizza che essendo domenica giorno festivo, il cantiere non lavorerà: “Eviteremo perciò sia di disturbare sia di essere disturbati. In ogni caso rimarremo all’esterno della zona interdetta”.  “Partiremo dalla pineta, si legge nel comunicato stampa, prezioso polmone verde che hanno condannato a morte per costruire il corpo centrale del nuovo ospedale materno-infantile “Burlo Garofolo” da 5 piani, con autosilo da 728 stalli su 2 piani sotterranei. L’ASUGI ha annunciato l’estirpazione di ben 296 alberi. Sosteremo poi nell’attiguo parcheggio dipendenti, che dal giugno 2023 verrebbe eliminato con tutti i suoi 77 alberi per erigere il nuovo “Burlo”. A gennaio ne hanno già abbattuti una dozzina.  Passeremo quindi accanto all’area dove vogliono edificare: 1) la terza torre da 15 piani, che usufruirebbe anche di fondi PNRR malgrado il «danno significativo all’ambiente»; 2) la nuova piastra, che unirebbe l’ospedale per adulti a quello pediatrico; 3) il “cubone Covid” da 8 piani, previsto nel piazzale interno al posto del promesso giardino. Dall’area tra Anatomia patologica e la biblioteca centrale di Medicina osserveremo lo spaventoso squarcio sottostante, dove hanno estirpato 42 alberi per fare: 1) un padiglione servizi aziendali da 4 piani + 4 seminterrati di parcheggi per 335 auto, che beneficerebbe anche di fondi PNRR pur arrecando «danno significativo all’ambiente»; 2) una rotatoria e un viadotto di accesso all’autosilo del futuro padiglione; 3) una strada di cantiere a valle di via Valdoni bassa. Dall’alto vedremo inoltre le pozze sorte dopo che le ruspe hanno intaccato alcune sorgenti. Quindi arriveremo sopra il polo cardiologico per guardare da lì due opere in costruzione che, oltre allo sradicamento di 104 alberi, stanno accentuando il dissesto idrogeologico del colle con gravi ricadute sul rione di Altura: 1) un parcheggio dipendenti da 350 stalli tra il polo cardiologico e via del Botro; 2) una doppia strada asfaltata che collegherà via Valdoni con via del Botro. Infine raggiungeremo il tornante di via Alpi Giulie presso l’antenna telefonica per verificare come da metà gennaio 2023 sta venendo disboscata e sventrata un’ampia fascia del pendio per l’«adeguamento» del depuratore fognario ospedaliero. Tali sbancamenti, conclude il comitato,  renderanno ancora più impetuosi i torrenti che con le piogge si riversano su Altura. Parleremo altresì della devastante bretella pianificata tra la superstrada e il polo cardiologico”.