Legambiente: bene il collegamento ferroviario diretto Venezia Gorizia. Ora è necessario confronto su tratta Monfalcone Trieste

L’annuncio dell’assessore regionale Amirante di un prossimo collegamento ferroviario stabile e diretto tra Venezia e Gorizia ha evidentemente colto di sorpresa i sindaci di Monfalcone e Ronchi i quali, anche sollecitati nostro intervento sui media, in cui esprimevamo forti perplessità, hanno avuto un incontro con l’assessore lo scorso 11 settembre “per valutare le ipotesi sul collegamento interregionale da Venezia a Gorizia”.

Il fatto è quasi passato in sordina, se non fosse per un breve comunicato sul sito della regione.

Due mesi fa l’assessore Amirante dichiarava che “l’obiettivo è arrivare a disporre, dal 2025, di un collegamento ferroviario regionale diretto tra Venezia, Trieste Airport, Gorizia e Nova Gorica, senza mai cambiare treno”, mentre ora parla genericamente “di alcuni treni diretti, da Venezia a Gorizia, in concomitanza dei grandi eventi di Go!2025, concentrati nei soli fine settimana e in particolare nel periodo estivo”.

Non più quindi un collegamento ferroviario stabile da confermare anche per gli anni successivi, ma a tutti gli effetti una serie di treni speciali, come è avvenuto in questi giorni per “Gusti di frontiera”.

Questa nuova versione del collegamento ferroviario diretto Venezia – Gorizia rappresenta sicuramente un’ipotesi migliorativa rispetto quella originaria, ma non esclude i disagi al traffico sulla SR 305, che potranno essere “sperimentati” direttamente dagli abitanti del mandamento monfalconese, e non solo, durante tutto il prossimo anno.

Questi disagi riguarderanno anche il passaggio a livello sulla linea Venezia-Trieste, in corrispondenza della via XXIV Maggio a Ronchi, dove transitano giornalmente ben 66 treni passeggeri, oltre a numerosi treni merci. Le ulteriori chiusure derivate dal passaggio di questi treni speciali, aggraveranno certamente la situazione attuale, già molto compromessa.

In tutta questa vicenda, l’unica nota positiva è stata la dichiarazione dell’assessore Amirante riguardo il traffico merci del raccordo Ronchi Sud – Ronchi Nord, che “sarà dirottato sulla linea Udine Cervignano” (articolo del Piccolo 30/07/2024).

Per questo motivo, in assenza di un traffico merci e considerata l’impossibilità di realizzare un serio servizio di trasporto passeggeri da e per Gorizia, non vediamo quali motivazioni possano sussistere per mantenere in esercizio questo raccordo, a meno che sussistano problematiche trasportistiche e di sicurezza che noi non conosciamo. La sua dismissione consentirà di rimuovere almeno uno dei numerosi vincoli infrastrutturali che ingabbiano il nostro territorio.

In questo senso potrebbe operare anche la stessa RFI (Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.), che da tempo crediamo voglia razionalizzare l’incrocio fra la linea Trieste -Venezia e Trieste – Udine (denominato Bivio S. Polo) allo scopo di eliminare ogni interferenza e consentire il pieno utilizzo delle due linee.

Il mantenimento del raccordo Ronchi Sud – Ronchi Nord con i relativi innesti sulle due linee va chiaramente contro questo pieno utilizzo.

L’eliminazione del Bivio S. Polo e la conseguente realizzazione di due ulteriori binari affiancati agli esistenti fino alla stazione di Monfalcone, potrebbe essere per RFI la premessa indispensabile per potenziare anche la tratta Monfalcone – Bivio Aurisina, con la prosecuzione dei quattro binari di corsa.

Questo se interpretiamo bene le parole dell’assessore Amirante (articolo del Piccolo del 31/05/2024) che esclude la realizzazione di un tunnel a favore di un percorso in superficie.

A questo proposito Legambiente ritiene che non si possa rinviare sine die un confronto pubblico sullo sviluppo della tratta ferroviaria fra Monfalcone e Trieste. È necessario conoscere quale ruolo e importanza dovrà assumere il trasporto merci ferroviario in considerazione dello sviluppo del sistema portuale di Trieste, in alternativa al trasporto su gomma, un aspetto fondamentale per il nostro territorio.