Legambiente Pordenone: la neve artificiale in piazza nell’anno più caldo della storia è il segno della negazione del cambiamento climatico
Mentre si sta per concludere l’anno più caldo della storia (dati Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Ue), a Pordenone arriva la neve artificiale, accanto alla pista di pattinaggio su ghiaccio. Quanta energia e quanta acqua consumano queste attività, che rendono “magico” il Natale? Accade in tutte le città italiane, non solo in quelle amministrate dal centro destra. Si continua, per Legambiente, a non tener conto della gravità del cambiamento climatico, un contesto che richiederebbe a chi governa le città di lanciare un messaggio diverso, di attenzione ai limiti del pianeta, uno sguardo al futuro e alla sostenibilità, per non depredare le ultime risorse, a spese delle giovani generazioni.
E mentre in piazza XX settembre la pista di pattinaggio è a pagamento, si toglie ai ragazzi la possibilità di giocare, gratuitamente, nei campetti di basket dell’ex Fiera, per l’urgenza di partire con i lavori di “rigenerazione” urbana per il nuovo Polo Young. «Pordenone quest’anno è al terzo posto nella classifica nazionale dei capoluoghi di provincia di Ecosistema Urbano, – commenta Renato Marcon, presidente del Circolo “Fabiano Grizzo”, – ma il punteggio raggiunto non tiene conto del futuro e in particolare di un progetto di riqualificazione urbana non al passo con i tempi, che non considera la crisi climatica e l’importanza di valorizzare il più possibile il verde in ambito urbano, non certo abbattendo decine di alberi sani».
In attesa dell’udienza del 10 gennaio al TAR del Friuli Venezia Giulia, relativa al ricorso contro progetto del nuovo “Polo Young” in ex Fiera, presentato dal circolo Legambiente “Fabiano Grizzo” di Pordenone e 22 cittadini residenti nel quartiere, i ricorrenti sottolineano che le motivazioni sono varie, prima di tutto i vincoli e tutele a cui l’area sarebbe soggetta, sia di natura architettonico-culturale che paesaggistica. Il ricorso sottolinea poi che, volendo intervenire per riqualificare l’area e la struttura dell’ex Fiera, il Comune, in nessun passaggio procedimentale, ha preso in considerazione soluzioni alternative, per valutare la proposta più vantaggiosa per la collettività. Non solo: il progetto non prevede l’impianto di nuove alberature, che, in ogni caso, non riuscirebbero a compensare in termini di benefici ambientali e servizi ecosistemici la perdita delle piante che saranno abbattute.
È da considerarsi particolarmente grave la decisione di diminuire il verde pubblico, tanto più in una città come Pordenone che, come emerge dalla Relazione qualità aria ARPA FVG richiamata dai ricorrenti, è caratterizzata da un significativo livello di inquinamento da polveri sottili. Ciò, anche in ragione dei danni che la deprivazione di aree forestali determina a carico del territorio e della popolazione: è noto, infatti, che tutelare il verde nelle città, oggi, è un onere e una responsabilità, fondamentale, per un’Amministrazione comunale, soprattutto, nell’area a maggiore densità edilizia.
E ancora i ricorrenti si chiedono quale progetto e come lo abbia esaminato la Soprintendenza Speciale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dato che il parere è stato reso con la velocità sbalorditiva di 24 ore dopo l’invio dei documenti da parte del Comune, fissando prescrizioni sulla piantumazione di nuovi alberi che in realtà non risultano inclusi nel progetto.