“Legionella alle Terme di Monfalcone, interrogazione dopo accesso agli atti”
“A seguito dell’accesso agli atti effettuato, i dubbi che rimangono sono moltissimi. Abbiamo così deciso di depositare una interrogazione alla Giunta regionale, per fare luce su quanto accaduto”. Lo afferma la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Ilaria Dal Zovo, in merito alla presenza di legionella alle Terme di Monfalcone. “Chiederemo quali azioni di sorveglianza epidemiologica siano state effettuate dall’Azienda Sanitaria in seguito ai rilevamenti di legionella nei locali delle Terme Romane di Monfalcone, se e quanti casi di legionellosi siano stati riscontrati e con quali esiti – continua Dal Zovo -. È doveroso inoltre conoscere quali siano state le azioni di gestione del rischio e di comunicazione verso i lavoratori e gli utenti della struttura, previste dalle linee guida ministeriali in questi casi”. “In base all’accesso agli atti che avevamo richiesto a marzo – ricorda l’esponente M5S -, è emerso che le analisi, effettuate sui campioni di acqua prelevati il 28 ottobre scorso, mostravano presenza di legionella nella piscina n.2 e non solo in un rubinetto, come uscito sulla stampa dopo la sospensione dell’attività; successive analisi di laboratorio, su prelievi di dicembre, confermavano la stessa situazione nelle piscine riabilitative”. “Ma soltanto il 23 dicembre ASUGI ha disposto la sospensione dell’autorizzazione sanitaria alla struttura. L’Azienda Sanitaria aveva anche chiesto al sindaco di Monfalcone di sospendere l’attività wellness, ma non ci risulta che ciò sia stato fatto, anche se è arrivata una chiusura per interventi di manutenzione – aggiunge Dal Zovo -. Chiediamo quindi di sapere perché a novembre non sia stata sospesa subito l’attività sanitaria e non, visti i risultati delle analisi”. “Ulteriori analisi, svolte nei primi due mesi del 2022 e i cui esiti sono stati resi noti il 23 febbraio, testimoniano una presenza residua di legionella. Cinque giorni dopo, ASUGI ha notificato la revoca della sospensione dell’autorizzazione, riaprendo la possibilità di accedere alle prestazioni sanitarie, ‘senza l’utilizzo dall’impianto di acqua calda sanitaria, momentaneamente disattivato, sino a quando i risultati delle analisi daranno differenti evidenze a riguardo del rischio da legionella’. Contestualmente è stata annunciata la riapertura anche della parte non sanitaria. Azioni e tempistiche – conclude la consigliera pentastellata – rendono necessario un chiarimento”.