L’Europa torna a sentire il rombo del cannone. Ululare inermi alla luna per fermarlo, vuol dire accettare la logica dei bruti
Il re è nudo, la guerra torna a bussare alle nostre porte e fa paura. Del resto la guerra è la peggiore manifestazione che l’uomo possa scatenare contro se stesso, la guerra è sporca, orribile, è la più palese manifestazione del male. La parola che generalmente vi si contrappone è pace, ma in realtà avviene solo nel dizionario dei sinonimi e contrari. Perché la pace, quella vera, non è solo assenza di guerra. La pace per averla non basta invocarla come un mantra ululando inermi alla Luna e poi fare gli affari propri pensando di essersi messi a posto con la coscienza soddisfacendo così la propria impotenza, mentre altri vengono massacrati e massacrano in un vortice di odio che la guerra sempre si porta dietro, per decenni. Dopo un conflitto armato spietato come quello che si sta manifestando in Ucraina non si può arrivare alla pace con la bacchetta magica con l’utopia di chi invoca la trattativa senza capire che per arrivarci ci vuole la volontà di farlo da parte di tutti i contendenti. Una pace quindi ora, è utopia, il massimo cui si può aspirare è la non belligeranza, un cessate il fuoco che può arrivare per faticosa via diplomatica ma non necessariamente con la resa ucraina che più di qualcuno, anche in Italia, invoca, magari dalle proprie comode poltroncine di casa per esorcizzare le proprie paura. Un cessate il fuoco duraturo sarebbe il massimo ottenibile sperando che il tempo possa rimarginare le ferite rapidamente. Il continente europeo ha già visto più volte la fase post bellica, dopo la seconda guerra mondiale ad esempio e in quel caso l’antivirus per sanificare le conseguenze dei conflitti ha avuto un nome, Europa. Quell’Unione europea che con tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni è riuscita ad evitare il riemergere di conflitti, almeno fra gli stati membri. Ma bisogna essere realisti, in Ucraina siamo lontani da questi risultati, l’impegno dovrà essere quello di evitare l’allargamento del conflitto e per farlo bisogna agire con determinazione ed equilibrio, anche attraverso un uso moderato e difensivo della forza. Non farlo vorrebbe dire accettare la logica dei bruti. Fabio Folisi