Lotta incendi boschivi, ancora difficoltà nell’organizzazione. Zalukar: qualcuno ha la coda di paglia?

Dopo l’incendio avvenuto nella zona del Liser, a Sablici, è suonato un nuovo campanello d’allarme sull’efficienza del sistema antincendio boschivo della nostra regione. Questa volta si tratta di un incendio di sterpaglia scoppiato la mattina del 2 luglio a Grado in località Boscat, dove è andato a fuoco circa un ettaro di vegetazione. Alle 10.20 parte la squadra dei Vigili del Fuoco di Monfalcone – a Grado non c’è più nemmeno il distaccamento estivo dei pompieri – vengono allertati i Forestali e la Sala operativa regionale di Palmanova. Dopo 2 ore di lavoro, spiega il consigliere Zalukar,  i pompieri riescono a spegnere il rogo, da soli, e alle 12.40 fanno ritorno in caserma. Solo dopo l’una sarebbero arrivati i volontari e i forestali e su questi tempi di intervento interrogherò la Giunta regionale. Anche perché in quelle due ore i Vigili del Fuoco di Gorizia han dovuto coprire il territorio di Monfalcone. Ma attenzione, qui l’interrogazione che ho rivolto alla Giunta regionale riguarda esclusivamente l’organizzazione del sistema, aggiunge il Consigliere del gruppo misto, non gli operatori sul campo, siano volontari o forestali, che quando chiamati fanno il loro, e talora anche di più. E non si cerchi di barare attribuendo a questo scritto intenti critici nei confronti degli operatori sul campo, perché questi lavorando in contesti organizzativi meno improbabili ne sarebbero solo che avvantaggiati e rischierebbero di meno. È ancora vivo il ricordo del tentativo di usare improvvidamente i volontari della Protezione civile a supporto dell’elisoccorso notturno, sei mesi di annunci roboanti e poi già alla prima prova il fallimento e poi l’oblio.  La tempestività di azione nella lotta agli incendi è un fattore determinante per il successo delle operazioni di spegnimento poiché è ovvio che prima si arriva meno foresta brucia. La Regione a cui compete per legge la lotta agli incendi boschivi deve farsi carico di assicurare un reale pronto intervento, quindi o assicurare una rete di presidi con proprio personale e mezzi in guardia attiva, che significa pronti a partire in tempo reale h24 nei periodi in cui il rischio incendi incombe, o affidarsi ai Vigili del Fuoco stipulando adeguate convenzioni. L’attuale amministrazione non ha fatto né l’uno nell’altro, ha lasciato al caso, nella speranza che al bisogno un carro dei pompieri parta subito. E senza pagare un euro per il servizio reso. Ma non si può contare sulla fortuna in un settore così delicato, quindi la Regione o si convenzioni con i Vigili del Fuoco, ma abbiamo visto che questa amministrazione tende a snobbare i pompieri, o fornisca il Corpo forestale di uomini e mezzi per poter assicurare il pronto intervento antincendio boschivo. Serve un modello organizzativo dove la partenza immediata sia capillarmente garantita da professionisti – i forestali – a cui seguono i volontari della Protezione civile, e nel caso siano minacciate case o infrastrutture anche i Vigili del Fuoco. Per implementarlo occorre una diversa distribuzione delle risorse e capacità di pianificazione. Invece di pianificare mi pare che si cerchi di sviare dai problemi reali muovendo accuse gratuite a chi osa criticare il sistema. ma forse è qualcun altro che ha la coda di paglia…. attenzione che non gli pigli fuoco. Conclude ironicamente Zalukar