Maniago: Sghiribic ricorda i 44 anni della Legge Basaglia
“La libertà è terapeutica” fu uno degli assunti simbolo della Legge 180, la scritta comparve nei primi anni Settanta sui muri di quello che è oggi il Parco di San Giovanni, il grande manicomio di Trieste che accolse assieme a Gorizia l’avvio della chiusura degli ospedali psichiatrici in Italia. L’espressione completa, secondo alcuni, “La libertà è terapeutica, qualsiasi malattia trae origine dalla sottomissione” è stata negli anni viralmente ascritta a Franco Basaglia, lo psichiatra veneziano padre e promotore della grande riforma politica, medica, culturale e sociale che sfociò nella Legge 13 maggio 1978, n. 180 “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 16 maggio 1978, n. 133. Undici articoli che fecero la storia. Dopo essere stata inspiegabilmente cancellata, quella frase è ricomparsa nel 2021 nella casetta I del San Giovanni, ma in realtà pare non fosse di Basaglia, anche se ne sintetizza con potenza il pensiero. Come ha osservato Maria Grazia Giannichedda, presidente della Fondazione Basaglia, “lo slogan più basagliano, la libertà è terapeutica, in realtà l’aveva inventato Ugo Guarino, disegnatore, pittore, scultore scomparso nel maggio 2016. Era probabilmente il 1973. Ugo, che ritornava a Trieste dopo una vita a Milano, a Parigi e a New York, aveva già messo in piedi il “Collettivo d’arte Arcobaleno”. Un pomeriggio di agosto, grigio e pesante come sa essere Trieste quando non c’è vento, avevo visto Ugo e un gruppo di ricoverati del Collettivo aggirarsi con barattoli di vernice e pennelli, e mi ero unita a loro. Iniziava la fase dei murales e la libertà è terapeutica fu il primo, dipinto in quel pomeriggio sul muretto del viale principale del manicomio e sulla facciata della palazzina della direzione”. La Legge 180 fu una rivoluzione epocale, restituì i diritti a persone alle quali erano stati negati con coercizione per decenni, riconsegnò loro la dignità di essere considerati e di riconoscersi come esseri umani. Una delle tante azioni volute da Basaglia fu quella di far uscire le persone dal manicomio offrendo loro la possibilità, prima sempre negata, di partecipare alle iniziative della quotidianità cittadina o a brevi villeggiature fuori porta. Per far uscire l’azzurro Marco Cavallo, ideato e progettato da Vittorio Basaglia, cugino di Franco e artista, fu Franco Basaglia stesso a forzare l’apertura di un cancello, e il corteo composto da seicento persone, operatori e beneficiari dei servizi, come li chiameremmo oggi, raggiunse dal San Giovanni piazza Unità per affermare, forse per la prima volta, il proprio diritto ad esistere. È questa la cornice di senso alla quale si è ispirato Sghiribiç, lo spazio di socializzazione co-progettato dalla Cooperativa sociale Itaca e dal Centro di Salute Mentale di Maniago-Spilimbergo e promosso dall’AsFO e dai Servizi sociali del Comune di Maniago. Ed è questa la premessa dell’evento “La libertà è terapeutica” (Franco Basaglia), previsto il 21 maggio alle 15.30 a Maniago e promosso da Sghiribiç, Azienda sanitaria Friuli Occidentale e Cooperativa Itaca con la partecipazione del Circolo culturale L’Immagine e dell’associazione L’Artistica. Una giornata per celebrare il 44° anniversario della Legge Basaglia promuovendo nel territorio maniaghese una cultura inclusiva, di sensibilizzazione e superamento dei pregiudizi in tema di salute mentale. Particolarmente ricco il programma della giornata, che si svilupperà a partire dalle 15.30 in piazzetta Nicolò di Maniago (Borgo Coricama) con la mostra fotografica a cura del Circolo fotografico L’Immagine, l’esposizione pittorica a cura dell’associazione L’Artistica, intrattenimento musicale con il gruppo The Evolution e interventi dei musicisti Romano Todesco, Geny Corona e Marco Antonini. Per tutta la durata degli eventi Sghiribiç, Open Day, che consentirà di visitare la sede dello spazio di incontro e socialità maniaghese per ammirare le opere artistiche create dai beneficiari dei servizi, dove tutti possono imparare cose nuove, mettere a disposizione le proprie abilità, lavorare a progetti comuni. Un luogo dove è possibile farsi delle belle chiacchierate mentre si ricama una shopper o si colora un pezzo di legno, tanto che le creazioni diventano mezzo, e non fine, per promuovere nuovi legami fatti di fiducia e accoglienza reciproca.