Mauro Capozzella M5S: “Aiuto concreti ai neo laureati per fermare emorragia dei giovani in fuga dal Fvg…”
“La Regione Friuli Venezia Giulia faccia un atto di coraggio e carico di speranza per i giovani della regione fermando l’emorragia della fuga di cervelli (e non solo) dalle nostre città. Una speranza che trovi risposte concrete in un sussidio mensile per un anno a scalare per i neo laureati con la ‘magistrale’ affinchè possano trovare un lavoro in regione senza gravare ulteriormente su famiglie già oberate da impegni finanziari elevati per permettere il percorso di studi universitari. Nel 2022-2023 ci sono stati 7.900 laureati magistrali in Friuli Venezia Giulia; il settore più popolare è l’economia con 1.900 laureati. Per questo si può ipotizzare una cifra di circa 90 milioni di euro l’anno. Fedriga e la sua giunta facciano uno sforzo carico di speranza per i giovani che sono il nostro futuro alla luce della loro fuga calcolata in 1.900 giovani l’anno verso altre regioni e Paesi, crescita demografica negativa, pensionati superiori alle forze lavoro”.
La proposta arriva dal coordinatore provinciale del Movimento 5Stelle Mauro Capozzella alla vigilia della approvazione della legge finanziaria regionale.
Secondo i dati Istat, nel 2022 sono stati 1.900 i giovani friulani dai 18 ai 39 anni che hanno lasciato la regione per l’estero. Si tratta di un aumento del 10% rispetto all’anno precedente. La fuga dei giovani dal Friuli Venezia Giulia è un fenomeno preoccupante, che ha conseguenze negative per l’economia e la società della regione. I motivi che spingono i giovani a lasciare il Friuli Venezia Giulia sono molteplici. Innanzitutto, la regione offre poche opportunità di lavoro, soprattutto per i laureati. Secondo i dati dell’Osservatorio sul Lavoro della Regione FVG, nel 2022 il tasso di disoccupazione giovanile è stato del 12,5%, superiore alla media nazionale (11,2%). Inoltre, i salari in Friuli Venezia Giulia sono più bassi rispetto ad altre regioni italiane e europee. Un altro motivo che spinge i giovani a partire è la mancanza di prospettive di crescita professionale.
“In Friuli Venezia Giulia, infatti – prosegue Capozzella -, le imprese sono spesso di piccole dimensioni e non offrono le stesse opportunità di carriera rispetto alle grandi aziende multinazionali. Infine, i giovani friulani sono attratti da altri Paesi per motivi culturali e di stile di vita. Molti giovani, infatti, sognano di vivere in una città più grande e cosmopolita, con più opportunità di divertimento e di socializzazione. La fuga dei giovani dal Friuli Venezia Giulia è un fenomeno che si sta accentuando negli ultimi anni. Se non si interviene in modo deciso, questo fenomeno potrebbe avere conseguenze gravi per la regione, in termini di perdita di capitale umano e di competitività. Per contrastare questo fenomeno, la regione Fvg ha messo in atto una serie di l’introduzione di incentivi per le imprese che assumono giovani laureati; la promozione di programmi di formazione e di orientamento al lavoro per i giovani; la creazione di nuove opportunità di lavoro nel settore dell’innovazione e della tecnologia”.
“Tuttavia, queste misure non sono ancora sufficienti a invertire la tendenza – incalza il Pentastellato -. È necessario un intervento più ampio, che coinvolga tutti i soggetti interessati, dalle imprese alle istituzioni, dalle associazioni ai cittadini. In particolare, è necessario: creare nuove opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani laureati; aumentare i salari in Friuli Venezia Giulia; migliorare l’attrattività della regione per le imprese e gli investitori e valorizzare la cultura e le tradizioni del Friuli Venezia Giulia. Solo con un intervento deciso e condiviso è possibile contrastare la fuga dei giovani dal Friuli Venezia Giulia e costruire un futuro migliore per la regione”.
Per tutto questo, a garanzia di assicurare un futuro ai giovani laureti alla ricerca di una occupazione che possa garantire loro di crearsi un futuro, una famiglia, accedere a mutui, incentivare avviare nuove attività lavorative è necessario, secondo i pentastellati, una inversione di tendenza concreta fino al riconoscimento di un contributo mensile per un anno a scalare che potrebbe partire da mille euro a laureato. Il tutto potrebbe fissarsi su un costo complessivo annuale sui 90 milioni di euro.
“In Friuli Venezia Giulia è una realtà l’emigrazione di giovani friulani, giuliani laureati. Infatti, ben oltre un migliaio di giovani all’anno prendono la via per regioni vicine o paesi esteri in cerca di fortuna e, difficilmente, tornano. Con una popolazione poco sopra il milione, sempre più anziana e una natalità pari allo zero dovremmo occuparci di più e più concretamente di chi vive in regione – prosegue Capozzella -. Offrendo una serie di opportunità, possibilità di investimenti e qualità della vita per bloccare la fuga dei cervelli (e non solo): questo dovrebbe essere la mission di chi è al timone della vita politica regionale. Oltre mille persone all’anno sono davvero tante a fronte dell’attuale popolazione indigena. Il primo comandamento, allora, deve essere far restare i nostri giovani, poi attrarne altri da fuori regione”
“Infine – aggiunge Capozzella -. Sarebbe bene fissare dei paletti per la concessione di aiuti dati alle imprese della regione dall’assessorato preposto (Bini, ndr) solo a chi introduca e metta in atto politiche a favore delle donne, come l’introduzione del lavoro part-time, lavoro da casa, sostegno alle famiglie per spese scolastiche, e l’assicurazione della parità di trattamento economico e di lavoro alle donne”.