Meningite in Friuli Venezia Giulia: la prevenzione è l’arma vincente

In collaborazione con Adnkronos. Un’infezione rara ma dalle conseguenze molto gravi, persino mortali: la meningite meningococcica è una malattia davanti alla quale non si deve mai abbassare la guardia. E soprattutto è indispensabile prevenirla grazie alla presenza di vaccini efficaci e sicuri. Con Pre-Occupiamoci della meningite in Veneto e Friuli Venezia Giulia – tra best practice e bisogno di protezione”, tavola rotonda promossa da Adnkronos comunicazione, con il supporto non condizionante di GSK, si è messo al centro il tema, con particolare attenzione al paziente fragile e quello pediatrico.

La meningite è un’infiammazione delle guaine che rivestono cervello e midollo spinale, è la prima infezione del sistema nervoso centrale: sintomi principali sono mal di testa, febbre, rigidità alla nuca. In caso di meningoencefalite, possono essere sonnolenza, confusione mentale, persino il coma. In entrambi i casi, non è immediato giungere alla corretta diagnosi, perciò è necessario ricorrere subito al pronto soccorso o al medico curante.

Le regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia registrano un buon trend di coperture vaccinali contro queste patologie. In particolare, per i bambini nella regione Veneto la copertura (per le due vaccinazioni contro meningococco di tipo B e di tipo ACWY) è di oltre il 90% mentre per gli adolescenti la copertura supera l’83-84.

E non mancano le best practice per ampliare ulteriormente le coperture.

Il Friuli Venezia Giulia ha cercato, durante le sedute vaccinali, di proporre co-somministrazioni in modo tale che il genitore o il soggetto che si va a vaccinare, potesse usufruire in un’unica seduta della copertura di più vaccini – spiega Cristina Zappetti, Referente Regionale Malattie Infettive e Vaccinazioni Friuli Venezia Giulia -. Negli ultimi anni per proteggere i soggetti fragili e rafforzare gli inviti alla vaccinazione, abbiamo lavorato con gli specialisti per le vaccinazioni degli adulti e dei soggetti a rischio, anche bambini, come pazienti oncologici, diabetici, cardiopatici e con insufficienze renali, offrendo sia l’opzione di vaccinazione diretta presso lo specialista sia la possibilità di prenotare la vaccinazione presso i punti vaccinali. Inoltre abbiamo lavorato con i cardiologi, per cui nelle lettere di dimissioni c’è un’attenzione oltre che alla terapia farmacologica anche alla vaccinazione; e abbiamo avviato un percorso con i farmacisti perché riteniamo ci sia la necessità, non solo per gli utenti ma anche per gli operatori sanitari, di essere informati sugli eventi avversi alla vaccinazione che sono un tema centrale per rispondere ai dubbi sia dei soggetti adulti sia dei genitori. E proprio pensando a questi ultimi, collaboriamo anche con i pediatri perché sono un punto di riferimento informativo importante per i genitori”, conclude l’esperta.

A proposito di best practice e di come incentivare la vaccinazione tra i soggetti fragili, Francesca Valent, Direttore della Struttura operativa complessa di Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale di Udine ricorda: “Abbiamo da poco concretizzato un piccolo protocollo di lavoro con la struttura di nefrologia e dialisi che ha sede nel piccolo centro di Cividale, un’esperienza pilota che però sta dando buoni frutti. Qui, per i pazienti che sono sottoposti a emodialisi che si recano nel centro, abbiamo un percorso in cui il nefrologo propone al paziente una brochure informativa da noi redatta con le vaccinazioni consigliate per questa tipologia di pazienti che sono a particolare rischio di sviluppare infezioni. Il paziente fornisce il consenso affinché noi del servizio di igiene e sanità pubblica predisponiamo un piano vaccinale personalizzato e trasmettiamo questo piano al nefrologo, il quale, quando il paziente si reca in seduta emodialitica, comincia a effettuare le vaccinazioni. Quindi il paziente è seguito dal suo clinico di fiducia e riceve anche le vaccinazioni, che noi valutiamo e consigliamo per lui. Anche per i pazienti che non si sottopongono a emodialisi ma che sono comunque in cura al centro perché soffrono di insufficienze renali – aggiunge Valent – c’è un percorso dedicato per cui il nefrologo ci segnala i pazienti, noi predisponiamo il piano e il paziente viene a vaccinarsi al centro vaccinale godendo di un’agenda a lui dedicata”.