Migranti: interrogazione Magi-Orfini a Piantedosi su vergognoso stato del centro di accoglienza Casa Malala di Trieste
“Ho depositato assieme a Matteo Orfini (Pd) un’interrogazione al Ministro dell’interno per chiedere come mai nonostante la Prefettura sia a conoscenza da tre anni delle condizioni a dir poco disumane di “Casa Malala” a Trieste, vicino al valico con la Slovenia, non sia mai intervenuta per sanare una situazione ormai insostenibile. Si apre così la nota stampa di +Europa che denuncia lo stato di abbandono del centro di prima accoglienza per richiedenti asilo provenienti dalla rotta balcanica che ha sede a Fernetti, all’interno dell’ex caserma della Guardia di Finanza. Si legge ancora nella nota: “Cinque servizi igienici, sei lavandini e tre docce per 95 persone, infiltrazioni e muffa: questa la situazione nella quale operatori e ospiti, anche minori, devono vivere ogni giorno”. “Il Viminale è a conoscenza delle gravi condizioni in cui versa la struttura? Sarebbe necessario, a nostro avviso, acquisire una valutazione della ASUGI (Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina) in merito all’agibilità di Casa Malala sotto il profilo delle condizioni igienico-sanitarie attuali e soprattutto capire quali siano le ragioni che hanno impedito alla Prefettura di Trieste di intervenire in maniera tempestiva rispetto ad una situazione che è andata aggravandosi di anno in anno”, conclude Magi. In realtà chi opera nell’assistenza ai migranti quella situazione la conosce benissimo e la denuncia da tempo, Casa Malala, a struttura di proprietà del demanio è gestita negli ultimi anni da Caritas e Ics che hanno più volte sollecitato la Prefettura ad intervenire per attivare i lavori di manutenzione necessari tanto che Caritas non ha partecipato alla nuova gara che sarebbe stata vinta invece da una cooperativa di Treviso . Dal canto suo la Prefettura avrebbe risposto adducendo problematiche relative alla lentezza burocratica con la solità formula: “già da tempo abbiamo avviato le procedure di legge per gli interventi di ripristino che porteranno ad una più funzionale capacità di accoglienza da parte del centro”. Intanto la nuova assegnazione di gestione della “Casa” è stata impugnata dinnanzi al Tar dall’ICS che teme e non senza ragioni “che la qualità dell’accoglienza a Casa Malala, già critica, scivoli ulteriormente dato che la cooperativa che ha vinto il bando lo ha fatto con un ribasso sulla base d’asta di quasi il 18 per cento.