Risultato della missione dell’Antimafia conclusa nei giorni scorsi a Trieste: Non ci sono isole felici.

L’Osservatorio Civico contro le illegalità del Friuli V.G. rende noto che nella Relazione sulla missione dell’Antimafia che si è conclusa nei giorni scorsi a Trieste, viene riconfermato il sospetto e le preoccupazioni relative al  fatto che da tempo anche in Fvg  ci sono infiltrazioni criminali  con notevole radicamento. Questa situazione, chiosa l’Osservatorio,  dovrebbe richiamare maggiore attenzione delle istituzioni, delle associazioni e dei componenti della società civile sul rischio di fatti e circostanze ormai chiari e lampanti di “inquinamento” dell’economia locale. Non può sfuggire che infatti che questa Regione, negli ultimi decenni, è stata il crocevia, zona di transito di ogni tipo di traffico illegale:   rifiuti, droga, armi in primo luogo. Spiega l’Ossevatorio che nella relazione dell’antimafia è spiegato in estrema sintesi  che le mafie rappresentano un fenomeno economico globale dal quale non è immune il Friuli Venezia-Giulia, sebbene non ci sia un radicamento strutturato. Si legge, sostiene l’Osservatorio: “Il ciclo di audizioni con istituzioni e forze di polizia, che abbiamo svolto, hanno evidenziato presenze e attività legate alla criminalità organizzata, relative in particolare all’immobiliare, all’edilizia e al commercio. Le presenze mafiose sono accertate da molte indagini che derivano da inchieste avviate in altre regioni. In particolare dal vicino Veneto, dove gli ultimi processi hanno dimostrato una realtà molto diversa da come ci era stata raccontata. Ovvero con un elevato livello d’infiltrazioni mafiose”. Considerando che la Procura di Trieste è competente nel Veneto Orientale, nella parte più vicina al Friuli Venezia Giulia  obbliga ovviamente a mantenere alta la guardia anche in Fvg  avrebbe spiegato il procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo secondo cui  sarà necessario monitorare l’utilizzo dei massicci investimenti previsti nei prossimi anni sul porto, oltre ad intensificare i controlli relativi si traffici di stupefacenti e di esseri umani. Dell’interesse delle mafie per il Friuli Venezia Giulia ha parlato anche Giacomo Moroso responsabile Dia di Trieste il quale ha sottolineato la presenza in Veneto e in Friuli , tra Lignano, Bibione, Caorle, Latisana, Portogruaro, Tarvisio di personaggi legati ad una delle cosche più  importanti e più feroci della Campania, ovvero i clan Licciardi e Di Lauro.  Da evidenziare anche i traffici di prodotti petroliferi provenienti dll’Est Europa che transitano per il porto di Trieste con i nomi più svariati e finiscono nelle pompe bianche di mezza Italia.