Monfalcone presto patria del nudismo. Immaginiamo già i vigili urbani intimare il “si spogli” alle donne in spiaggia
Fossimo maliziosi penseremmo al più classico dei giochi delle parti. Un gioco da spiaggia, visto il tema. Da un lato la sindaca di Monfalcone Cisint che è sempre alla ricerca di visibilità per soddisfare con “il nulla impastato con il niente” le aspettative del suo ottuso elettorato e dall’altra la sinistra che pur di marcare il territorio della propria ininfluenza, cade nel trappolone della polemica dando così la visibilità sperata all’ineffabile sindaca che più di destra non si può. Il nuovo scenario è quanto mai ridicolo: La Cisint lancia la sua crociata balneare, non contro topless o abbigliamento succinto come nella tradizione della destra, ma esattamente il contrario, manca solo che proclami Marina Julia spiaggia per nudisti e forse, pur di creare zizzania con la comunità mussulmana del suo territorio, lo farà. Per ora si è limitata ad affermare che: “In acqua troppi bagnanti vestiti” così il Comune annuncia la stretta contro veli e burkini, il costume islamico che consente alle donne credenti di appagare la voglia di mare senza incorrere nelle ire dei benpensanti in salsa islamica. Già immaginiamo i vigili urbani d Monfalcone intimare alle donne in spiaggia un perentorio: “si spogli”. Ci fermiamo qui per non incorrere anche noi nell’errore di dare visibilità al nulla facendo però la considerazione unica possibile ed è quella relativa alla libertà individuale quando, ovviamente non lede, gli spazi altrui. Fra i tanti commenti che ovviamente hanno in maggior misura inquinato la stampa e i social l’unico che vale la pena citare. perchè equilibrato, è quello del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad di padre iraniano: «Non entro nel merito della decisione di una collega, ma non mi pare una grande idea, se qualcuno decide di farsi un bagno vestito – afferma il primo cittadino del comune romagnolo. secondo me si perde un bel poco del piacere di farsi una nuotata. Ma non mi pare offensivo verso nessuno. Ognuno credo debba essere libero di vivere il mare come meglio si sente di fare». Questo vale dappertutto ma non nella “cisinland” dove l’unica differenza accettata è quella salariale.