Moretuzzo: «Il Lago di Cavazzo deve essere salvato, necessario agire subito»

«La rinaturalizzazione del Lago di Cavazzo deve essere riconosciuta come un obiettivo primario da parte dell’amministrazione regionale – afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia Massimo Moretuzzo –. L’assestamento di bilancio, nel mese di luglio, è l’occasione per investire risorse adeguate sulla ricerca e sull’avvio di progettualità per la costruzione dell’opera di bypass necessaria a convogliare direttamente le acque gelide e torbide della centrale di Somplago, diminuendo in questo modo l’impatto sul livello del lago, soggetto a forte oscillazione, sulla sua fruibilità turistica e sulle attività legate alla pesca. La Giunta regionale ha disponibilità economiche mai viste negli ultimi anni, basti pensare ai 60 milioni di euro investiti sui poli sciistici e su impianti che rischiano di rimanere inutilizzati nel giro di pochi anni, visto che in buona parte di questi non sarà più possibile sciare come conseguenza dell’aumento delle temperature. Finora invece ben poco è stato fatto per mettere definitivamente in sicurezza il lago di Cavazzo, dando seguito alle proposte del Laboratorio Lago dei Tre Comuni, il tavolo tecnico istituito per individuare le criticità del lago e proporre soluzioni finalizzate a recuperarne le condizioni di naturalità e a garantirne la fruibilità, anche a fini turistici, in conformità al Piano regionale di tutela delle acque».

«Non vorremmo che il Laboratorio Lago dei Tre Comuni fosse un diversivo per non dare seguito ad azioni concrete per la rinaturalizzazione e fruibilità dello stesso lago. Significherebbe non comprenderne la strategicità per lo il rilancio della valle e della montagna in generale, ma anche per il sistema acquifero. Rinaturalizzare il lago oggi significa, infatti, anche immaginare un nuovo e diverso utilizzo dell’acqua per i sistemi irrigui, del suo utilizzo per produrre energia in modo sostenibile. Si tratta quindi di un caso paradigmatico per il ripensamento del modello di sviluppo regionale e in particolare dell’area montana», aggiunge Moretuzzo, a margine della seduta odierna della IV Commissione consiliare che ha visto l’audizione dei partecipanti del Laboratorio, richiesta dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia ormai un anno fa. «Una tempistica che, purtroppo, non ci stupisce».

E in merito al progetto della Società italiana per l’oleodotto transalpino per la realizzazione di un nuovo impianto di produzione di energia elettrica da fonti fossili a Cavazzo Carnico, Moretuzzo chiede chiarezza, evidenziando come l’infrastruttura debba necessariamente essere «oggetto di una riflessione condivisa e partecipata».