Moretuzzo: «Risposte inadeguate dal ddl sicurezza, rischiano di alimentare l’insicurezza anziché placarla»

 

«Bene ha fatto la Giunta regionale ad affrontare un tema importante, quello della gestione della polizia locale, che ha riflessi importanti sulla vita e sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini, ma le risposte date con il disegno di legge 125 sono assolutamente inadeguate e rischiano di alimentare l’insicurezza anziché placarla», afferma il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo, al termine della seduta odierna d’Aula che ha visto l’esame finale della norma.

Troppe le criticità del provvedimento per la forza autonomista: dall’introduzione della “sicurezza partecipata”, che affida l’attività di prevenzione e controllo del territorio anche alla collaborazione dei cittadini, «spalancando le porte alle ronde post padane», alla centralizzazione di molte competenze a livello regionale a scapito del servizio già messo a dura prova dall’ormai cronica carenza di personale e dalla mancanza di professionalità specifiche che rendono estremamente difficoltoso il presidio del territorio. Per tali ragioni, il Patto per l’Autonomia ha espresso la sua contrarietà alla norma, nata senza il contributo dei tanti soggetti interessati, poiché «la Giunta non ha ritenuto importante ascoltarne il punto di vista», spiega, critico, Moretuzzo, contestando il metodo adottato nella definizione del provvedimento «inevitabilmente lacunoso su diversi fronti». In questo senso, «sarebbe stato necessario fornire i Comuni degli strumenti necessari per coordinarsi e gestire la funzione della polizia locale», evidenzia Moretuzzo, che sottolinea come il tema sia strettamente intrecciato a quello della «fallimentare» riforma degli enti locali.

Nel corso della discussione, l’Aula ha approvato due ordini del giorno del Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia collegati al ddl su sicurezza e polizia locale. Il primo impegna la Giunta a sostenere gli enti locali delle fasce confinarie della regione affinché attivino forme integrate di collaborazione con forze di polizia locale degli Stati confinanti, provvedendo a far condividere reciprocamente le buone pratiche e avviando corsi specifici di formazione linguistica per i corpi di polizia locale del Friuli-Venezia Giulia. Il secondo ordine del giorno sollecita a porre attenzione, anche attraverso l’azione dell’Osservatorio regionale sulla sicurezza urbana e sull’attuazione delle politiche integrate di sicurezza, ai fenomeni legati alla violenza domestica e di genere, nonché al problema della xenofobia, intolleranza e discriminazione verso le diversità.