Morire di “protocolli” atto secondo: muore dopo un malore nel centro di Trieste, soccorsi dopo 20 minuti perchè considerati “differibili”. Sconcertante risposta dell’assessore Riccardi

Vi ricordate dell’uomo colpito da arresto cardiaco lo scorso 31 dicembre a Trieste in Campo San Giacomo e rimasto a terra sull’asfalto oltre 20 minuti prima che arrivassero i soccorsi? Allora l’unico a preoccuparsi del fatto, nella totale indifferenza della politica triestina, era stato il consigliere Honsell con un’interrogazione rivolta all’assessore alla Salute Riccardi, che ha risposto pochi giorni fa. Riccardi afferma che “dal riascolto delle chiamate e dalla rilettura dei tabulati non è stata riscontrata una caduta nell’operato Sores”, perché alla prima chiamata l’operatore, utilizzando il protocollo di filtro telefonico Mpds (Medical Priority Dispatch System), avrebbe formulato correttamente il codice di priorità verde (urgenza differibile), mentre solo alla seconda chiamata, giunta dopo 15 minuti, il codice è stato mutato in rosso (funzioni vitali compromesse) per arresto cardiaco. In sintesi, spiega Walter Zalukar dell’Associazione Costituzione 32 (ex primario di medicina d’urgenza al Cattinara), una persona si accascia a terra per strada, i protocolli Sores classificano questo caso fra quelli per cui il soccorso è differibile, ma il paziente poco dopo va in arresto cardiaco e muore. L’assessore ritiene che si sia trattato di una tragica coincidenza, un paziente non grave che sfortunatamente proprio in quel momento viene colpito da un’altra gravissima patologia? Oppure che la gravità della patologia iniziale non potesse in alcun modo essere riconosciuta? Possibili entrambe le ipotesi, ma molto improbabili.
Sono invece quesiti che sarebbe stato doveroso porsi; il fatto che la Sores non abbia “sbagliato” non basta per dire, come fa Riccardi, che non sono necessari approfondimenti. Questi servono non tanto a cercare eventuali errori dell’operatore, ma piuttosto a individuare tutto quello che si può fare per migliorare nel sistema, per prevenire per quanto possibile futuri episodi infausti. Nel caso specifico, sembrerebbe utile una riflessione sui protocolli, per capire come sia stato possibile attribuire un codice di priorità verde a un paziente che è deceduto poco dopo.
Infine, lascia sconcertati l’affermazione di Riccardi sul fatto che l’assenza di dolore in questo paziente avrebbe permesso all’operatore di escludere una sindrome coronarica acuta (infarto miocardico o altre forme di ischemia cardiaca). Oltre al fatto che il malore avrebbe potuto essere stato causato da diverse altre patologie non cardiache, chi mai avrà suggerito all’assessore una risposta simile? È noto da decenni che l’infarto può manifestarsi anche in totale assenza di dolore, con altri tipi di sintomi (o addirittura in assenza di sintomi).  Ma cosa sta succedendo? Com’è possibile che si sia sentita dall’assessore alla Salute un’affermazione che avrebbe fatto bocciare qualsiasi studente di Medicina?

 

Malore in campo san Giacomo a Trieste: settantenne si accascia a terra in arresto cardiaco, i soccorsi arrivano dopo oltre 20 minuti