Mostra Guerra all’arte! 1940-1945. I beni culturali del Friuli Venezia Giulia fra protezione e distruzione
Alla vigilia della seconda guerra mondiale tra i compiti della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie di Trieste assunse una straordinaria importanza la messa in opera di sistemi idonei alla protezione di edifici storici, monumenti e opere d’arte presenti in tutto il territorio, allora costituito dal Friuli, dalla Venezia Giulia e dall’Istria. Era infatti ancora vivo il ricordo dei danni provocati dai bombardamenti durante la Grande guerra, e tanto più sentita era l’esigenza di tutelare il patrimonio culturale. Attraverso oltre sessanta immagini provenienti dagli archivi fotografici della Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, la mostra Guerra all’arte! a Villa Manin – frutto della collaborazione fra Soprintendenza e ERPAC FVG – Ente Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia e curata da Roberto Cassanelli e Rossella Scopas Sommer – racconta le diverse attività volte dall’istituto in quel frangente, documentando anche i danni subiti dai monumenti. L’esposizione, che potrà essere visitata dal 25 febbraio al 14 maggio 2023, offre l’opportunità di ripercorrere le fasi di movimentazione delle opere d’arte, di comprendere gli sforzi compiuti per il consolidamento degli edifici e apprezzare il lavoro che fu intrapreso nell’immediato dopoguerra, in anni di straordinarie difficoltà, per restaurare chiese e palazzi danneggiati e, nei casi più gravi, per ricostruire quanto era stato distrutto. Protagonista delle vicende documentate è un piccolo gruppo di coraggiosi funzionari e direttori di museo, fra i quali spiccano l’allora soprintendente Fausto Franco e l’ispettore onorario Carlo Someda de Marco, direttore dei Musei Civici di Udine, che si adoperarono per salvaguardare pievi di campagna e cattedrali cittadine, capolavori della scultura medievale e affreschi settecenteschi e mettere al riparo le opere che potevano essere trasferite. Le fotografie testimoniano infatti anche la movimentazione delle opere d’arte dalle zone a rischio ai centri di raccolta. Fra il 1940 e il 1943 un ruolo di primo piano ebbe in questa particolare vicenda Villa Manin di Passariano. Grazie al lavoro di coordinamento compiuto da Someda de Marco, la Villa costituì il luogo di accentramento per le collezioni pubbliche e private provenienti da tutta la regione. A rendere particolarmente suggestiva la mostra è la sua collocazione nelle sale settecentesche che sessant’anni fa, come ebbe a dire l’allora Soprintendente Fausto Franco, ospitarono in casse di legno grezzo, affastellate le une sulle altre, “tutta l’arte del Friuli e della Venezia Giulia”. L’esposizione nasce dall’approfondita ricostruzione delle vicende di quegli anni svolta dai curatori Roberto Cassanelli, Rossella Scopas Sommer e da numerosi altri studiosi, poi confluita in due volumi: La protezione dei monumenti e delle opere d’arte in Friuli e Venezia Giulia nella seconda guerra mondiale (Ministero della cultura, 2021) e Guerra all’arte! I beni culturali del Friuli Venezia Giulia fra protezione e distruzione, pubblicato da Forum in occasione della presente mostra.