Multiservizi: Gruppo Pd, siano garantiti processi di scelta dei territori

«L’aggregazione delle società multiservizi nel settore del sistema idrico integrato è indubbiamente un obiettivo comune: su come arrivarci però è necessario attuare processi che garantiscano la dignità e l’autonomia di scelta dei territori». Lo affermano i consiglieri regionali Diego Moretti, Francesco Martines, Andrea Carli e Nicola Conficoni (Pd) a margine della seduta della IV commissione riunita per l’illustrazione del disegno di legge 19 riguardante il sostegno ai Comuni in tema di aggregazioni dei servizi e delle successive audizioni sul tema.

«In attesa di entrare nel merito del ddl 19 (oggetto della commissione la prossima settimana), vanno evitati – raccomanda Moretti – i progetti calati dall’alto e favoriti invece i processi di condivisione dei territori. Il tema delle aggregazioni delle multiutility a livello regionale non nasce oggi: quasi vent’anni fa Comuni del Friuli Venezia Giulia e del Veneto orientale avevano lavorato per costruire un’unica azienda dei servizi a rete, dall’isontino al basso Piave, comprendendo il Friuli e il pordenonese, che affrontasse a viso aperto un mercato e competitor sempre più agguerriti. Il percorso fu molto partecipato a livello territoriale e nei singoli ambiti e vide un’importante fase preparatoria, tesa a rendere tutti consapevoli della posta in palio». Allora, ricorda Moretti, «fu il Friuli, che all’interno del proprio territorio ha in corso un processo di aggregazione per un’unica azienda provinciale che si occupi di acqua, a opporsi a tale disegno. Oggi i tempi sono cambiati ed è giusto guardare avanti, sempre nell’interesse della comunità regionale».

Secondo Martines, «alla Regione deve spettare il compito di dettare le regole e mettere le risorse per incentivare le aggregazioni e creare situazioni di pari dignità nelle fusioni, ma poi dovranno essere i territori e i Comuni-soci a decidere il destino delle loro società e quindi dei servizi da fornire ai loro cittadini. È evidente a tutti che non ci sono alternative per superare “il nanismo” e la parcellizzazione che contraddistingue il Fvg nella gestione di servizi pubblici, come acqua e rifiuti, se non la prospettiva di un gestore unico regionale. Ormai i tempi impongono un veloce avvio per percorso, fermo restando che questi tipi di servizi dovranno continuare a essere svolti in house, ossia con completo controllo pubblico da parte degli amministratori locali: solo così si garantirà razionalizzazione dei costi, efficienza nella fornitura del servizio e vicinanza alle problematiche delle comunità. Avviare un percorso di integrazione societaria – conclude – ci mette al riparo da scalate da parte di colossi e permette di avere più forza sul mercato, così da finanziare opere e interventi sulla rete».

Per Carli, «fermo restando l’obiettivo comune dell’aggregazione, per arrivare a un gestore unico, restano poi diverse strade per perseguirlo. È auspicabile che il processo possa avvenire attraverso passaggi intermedi a partire dalle aggregazioni all’interno dei singoli ambiti territoriali e proprio per questo sarebbe stato interessante, oggi in commissione, ascoltare i punti di vista delle diverse società che operano sui territori, anziché una voce, per quanto apprezzabile, voce collettiva». Inoltre, aggiunge Carli, «accanto agli incentivi ai Comuni previsti dal ddl presentato dalla Giunta, per rafforzare il capitale sociale delle società incorporate, nella logica di una maggiore incidenza, si potrebbero pensare altre forme incentivanti, come l’azzeramento dell’Irap a favore della società coinvolte nell’aggregazione. E infine sarebbe utile una preventiva verifica della fattibilità dell’operazione di fusione, controllando anche la persistenza dei criteri qualitativi Arera».

Infine, il consigliere Conficoni sottolinea la questione dei costi dei servizi: «sappiamo che gli incentivi che la Regione darà per incoraggiare i processi di aggregazione incideranno sugli assetti patrimoniali delle società, al fine di far superare ostacoli di carattere economico e quindi agendo sulla perequazione fra i vari soggetti. Ma resta una questione di fondo, ossia che l’aggregazione deve essere non il fine ma un mezzo per erogare un servizio efficiente ed economico agli utenti finali, ossia i cittadini». Conficoni ha quindi sottolineato la «necessità che il provvedimento in discussione traguardi la riduzione delle perdite delle reti acquedottistiche e il contenimento delle tariffe. Evitare sprechi e aumenti delle bollette deve essere il nostro obiettivo».